Mario Ajello per “il Messaggero”
luigi di maio vito crimi
Le stelle sono 5 ma non sono più quelle di prima. Adesso sono soprattutto 3 le stelle, e bisticciano tra di loro: una stella vuole andare con il Pd, una stella vuole fare un polo autonomo e una stella rimpiange l'abbraccio con la Lega.
Dunque non una scissione sola ma un tripartito nascerà dal big bang M5S? Dalle parti di Salvini si confida ancora che «almeno quattro grillini» saliranno sul Carroccio in Senato. Ma chissà, lo dicono sempre (una volta sarebbero 5, una volta 10, ora 4 i transfughi) e finora Salvini ha raccolto poco a Palazzo Madama e anche i prossimi espulsi per inadempienza finanziaria verso il Movimento e verso Rousseau sono destinati al Gruppo Misto che è il vero bastione su cui si regge e si reggerà l'esecutivo.
Ma la stella che brilla verso il Pd quella di gran lunga più luminosa adesso. Ed è cominciata in M5S la gara a dire: con il Pd tratto io, il Pd si fida di me e a guidare la corrente fil-dem non posso che essere io.
luigi di maio vito crimi 2
Ma nel gruppo dei filo dem - che va da Fico a Spadafora, da Patuanelli a tanti altri - Roberta Lombardi, forte di una consuetudine con Zingaretti e di una non belligeranza a livello regionale con il governatore e segretario del Pd, si prende il ruolo di testa: «Siamo vicini ai progressisti. Con la Lega di Salvini, finché c'è lui, è chiusa per sempre».
E ancora, vero endorsement in chiave Pd: «M5S deve decidere se diventare grande, perché siamo a un bivio: o continuiamo la nostra spensierata adolescenza di opposizione contro tutto e tutti, facendo comunque un servizio al Paese, oppure ci evolviamo, cresciamo e ci assumiamo delle responsabilità, passando a una fase di maturità e puntando al governo». Dove già stanno, e sembra l'unica cosa certa che li riguardi, con Zingaretti, Franceschini e company.
STELLE CADENTI
roberto fico corrucciato
Perché non c'è proprio più nulla di sicuro in un movimento dove ormai il suo ex divo, il Dibba, viene preso a pernacchie dagli attivisti, da quel popolo identitario che andava in estasi per lui. Finirà fuori anche il Dibba insieme magari a Nicola Morra, altra figura storica, presidente dell'Anti-mafia ma disobbediente che in Calabria ha votato Callipo e non il candidato governatore del suo partito che non solo in Calabria non ne può più di lui? «No, non finiranno fuori», assicurano dai vertici M5S.
stefano patuanelli foto di bacco (2)
Il ministro D'Incà: «Morra non va espulso». Chissà. Si dovrà probabilmente sobbarcare anche questo problema Davide Casaleggio, nella sua venuta a Roma per il solito convegno internettista che poi, dietro le quinte, si risolve spesso in caminetti con i maggiorenti di partito e in altre seccature? Dagli attivisti su Instagram, dove lui posta foto del suo viaggio in Iran, accuse al Dibba: «Tu te ne stai in ferie mentre il movimento va alla deriva». E lui replica: Appena finito di fare le mie ricerche (non sono pagato con denaro pubblico e devo come tutti portare avanti le mie attività) tornerò».
ALESSANDRO DI BATTISTA
Il capitolo regionali è a sua volta spinoso. Scontro aperto tra Roma e Napoli sull'accordo con il Pd. Crimi cerchiobotteggia, i ministri M5S sono per il patto con i dem che non aspettano altro - il ministro Sergio Costa sempre in pole - ma i consiglieri regionali, nemicissimi del potere democrat, non ne vogliono sapere.
E domenica assemblea stellata anti-inciucio con il Pd a Napoli, e in più per trovare l'anti-De Luca i grillini stanno per far partire le regionarie. Da Roma si invoca: «Non suicidiamioci di nuovo come in Emilia e in Calabria». E dai piani alti M5S si spera nell'aiuto delle Sardine. Il 14 e 15 a Scampia faranno i loro stati generali e diranno: «Centrosinistra unito al voto». I pentastellati anti-Pd avranno il coraggio di resistere anche alle nuove star?
VINCENZO DE LUCA SERGIO COSTA