Giorgio Rondelli per gazzetta.it
Se non stessimo vivendo dei giorni tremendi per i devastanti effetti del coronavirus, si potrebbe dire che le vicende che vedono coinvolte le forze dell’ordine e i runners siano una sorta di sfida fra guardie e ladri.
I primi impegnati a far rispettare decreti e relative rettifiche che hanno il grave difetto di essere nebulosi. Tanto è che, come vedremo, non sembrano chiari neanche a loro. I secondi, invece, pronti ad escogitare qualsiasi stratagemma per riuscire a svolgere allenamenti di maggior qualità e durata. Perché correre si può. Restando però vicini alla propria abitazione.
giulia sommi
Limitazione che, oltre al fatto di dover correre vicino a palazzi sovraffollati, quasi mai permette ai runners di qualunque livello di svolgere allenamenti prolungati e di maggiore intensità. I runners cercano di sfuggire in tutti i modi a questa situazione. Magari giocando sugli orari degli allenamenti.
C’è chi va a correre fra le 4 e le 6 del mattino. Quando tutti stanno ancora dormendo. Chi dalle 13 alle 14, quando tutti sono a pranzo. Oppure dopo le 20.30 e le 21, complici la cena e il buio.
C’è chi cerca di defilarsi in campagna o nei boschi, per correre lontano dai pericoli. Che invece possono materializzarsi all’improvviso come è successo alla maratoneta Giulia Sommi di Vigevano una settimana fa. Classe 1987, un personale di 2h47 sulla maratona, Giulia (domenica scorsa) si era allontanata in macchina dalla sua abitazione. Di 4 chilometri, raggiungendo una zona boschiva ad ovest di Vigevano. Poi, parcheggiata l’auto in una stradina vicino all’ingresso del bosco, era partita per una corsa di 15 chilometri. Al ritorno la sgradita sorpresa di trovare la polizia accanto all’auto. Colta in flagrante, le è stata affibbiata una multa di 503 euro. Adesso Giulia non rischia più: ha comprato un tapis roulant su cui effettuare a casa gli allenamenti di maggiore qualità.
bianca seregni
Molto più discutibile invece l’episodio che ha coinvolto, giovedì mattina, la ventenne Bianca Seregni atleta nazionale di triathlon nonché campionessa mondiale ed europea di aquathlon.
Al termine di una seduta di fartlek effettuata nei pressi della sua abitazione, zona stadio di San Siro, Bianca è stata fermata da una pattuglia della polizia che le ha intimato di tornare subito a casa se non voleva essere multata. Inutili le proteste della ragazza, che sosteneva di poter correre vicino alla propria abitazione esibendo anche la certificazione della Fitri di essere atleta di interesse internazionale. Niente da fare. Con i poliziotti che le ribadivano che dal 1 aprile nessuno può più allenarsi. Neanche gli atleti di alto livello. In questo caso dimostrando però di non conoscere bene i vari decreti. A) Perché vicino a casa si può continuare a correre. B) Perché agli atleti top è stato vietato di allenarsi da soli o in gruppo ma solo per quanto riguarda gli impianti sportivi. C) Perché comunque lo stesso decreto partiva da sabato 4 aprile.