Avrebbe reso la vita di suo figlio un inferno. Lo avrebbe costretto, mentre era ai domiciliari, a subire abusi. Poi, non contento, lo avrebbe obbligato a guardare mentre aveva rapporti sessuali con il loro cane. Un incubo, durato a lungo, che il giovane - con un ritardo mentale - ha trovato il coraggio di raccontare a una professoressa, che ha poi dato il via alle indagini.
polizia
Protagonista dell'orrore - avvenuto a fine 2016 - sarebbe stato un uomo di trentasette anni, arrestato pochi mesi prima per essere stato trovato con venti chili di hashish in auto. Dopo qualche mese di carcere, e una condanna a tre anni, il trentasettenne sarebbe tornato a casa e lì avrebbe dato il via alle violenze. L'orco, stando a quanto accertato dalle indagini, avrebbe obbligato il ragazzino ad avere rapporti sessuali con lui e ad assistere ad atti sessuali tra lui e il cane di famiglia.
Le indagini - che hanno confermato le violenze anche con intercettazioni e audizioni protette della vittima - hanno poi accertato maltrattamenti sugli altri due figli dell'uomo. Il tutto tra il complice silenzio della moglie, che sapeva - o almeno aveva elementi per immaginare - ma mai ha denunciato l'uomo.
Per lui - ed è questa la novità degli ultimi giorni, annunciata venerdì dalla Questura - il tribunale, su richiesta della polizia, ha disposto un provvedimento di sorveglianza speciale di due anni. Si tratta - fanno sapere da via Fatebenefratelli - di un modo per assicurare alle vittime che il loro incubo è davvero finito e di una strada per provare a "recuperare" i "mostri", cercando di regalare anche a loro una nuova vita. L'uomo, una volta libero, dovrà infatti seguire gli obblighi imposti dalla sorveglianza: per due anni dovrà stare ad almeno mille metri di distanza dal figlio, dovrà evitare qualsiasi contatto con lui e - proprio nell'ottica di recupero - dovrà obbligatoriamente iniziare un percorso terapeutico con un criminologo. Per lui, in caso di inosservanza, si riapriranno immediatamente le porte del carcere.
CANE DORME SUL LETTO
Lo stesso provvedimento - e sono i primi due a Milano di questo genere - è scattato anche per Francesco Palmisano, quarantatreenne con alle spalle una condanna per omicidio. Nel 2016 - dopo aver scontato dieci anni di carcere per aver ucciso la sua ex suocera -, l'uomo ha iniziato a perseguitare la sua compagna e a fine anno è arrivato a minacciarla con una pistola all'interno di un'autobus Atm. A quel punto per lui erano scattate, di nuovo, le manette ed era ritornato in carcere. Nel 2018, Palmisano dovrebbe tornare libero e da quel momento, anche lui - per due anni e mezzo - sarà un sorvegliato speciale.
Le vittime dei due uomini - e anche questa è una prima volta - sono già state informate dalla Questura dei nuovi provvedimenti a carico dei loro aguzzini. Per l'ex moglie del quarantatreenne, che viveva in un perenne stato di ansia, è sembrata la fine di un incubo.