Estratto dell’articolo di Antonello Guerrera per “la Repubblica”
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Lo stupore degli italiani, arrivati con l’illusione che Londra non dorma mai, è imperdibile. Davvero pensate di ordinare la cena al ristorante dopo le 21.30? Poveri illusi. O, in un giorno feriale, di andare al pub per una birra dopo le 22.30? Un’impresa. E magari mangiare un boccone dopo il teatro? Scordatevelo, o accontentatevi del McDonald’s. Persino le nuove “superdiscoteche” […] oggi apriranno a mezzogiorno per chiudere alle 22.30. Mentre la “tube” di notte è aperta il venerdì e il sabato, e solo qualche linea della ciclopica metropolitana di Londra.
Pure i concerti devono terminare tra le 22.30 e le 23. […] Alle 23 “o’clock” gli organizzatori staccano brutalmente luci, strumenti e amplificatori. Qualche giorno fa, poi, è diventato virale l’hashtag #LameLondon, “Londra, che barba”. Molti utenti hanno postato tweet sarcastici sui locali chiusi dopo le 23. […]
londra di notte 2
Ma quando è diventata così noiosa Londra, si chiede il Telegraph ? Eppure un tempo qui si celebrava la Swinging London, il punk e poi la Cool Britannia. Oggi invece, 1.165 locali notturni hanno chiuso negli ultimi 3 anni nella capitale. Più della metà dei locali Lgbtq+ sono svaniti tra 2006 e 2022, come il “G-A-Y Late”. Il numero di pub si è dimezzato negli ultimi due decenni (da 5mila a 2.500). […]
Certo, in Inghilterra i ritmi sono anticipati: i pub aprono a mezzogiorno, gli inglesi più tradizionalisti cenano alle sette. Ma ora è tempesta perfetta: l’inflazione, la mancanza di giovani migranti europei a basso costo nella ristorazione post-Brexit e la crisi dei prezzi (una pinta di birra in centro costa anche 10 euro) stanno comprimendo gli orari. […]
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E poi il Covid: dopo i lockdown, i residenti del centro di Londra sono sempre più irritabili agli schiamazzi di giovani e turisti, tempestano di esposti ristoratori e pub: […] «È un guaio anche per le band emergenti», sottolinea Emma Hutchinson, fondatrice del locale Bush Hall a Shepherd’s Bush.
Eppure il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha battezzato Londra come una città “24 ore su 24”. E ha persino nominato una “zar della vita notturna”, l’americana Amy Lamé, che lavora 3 giorni a settimana e guadagna 140mila euro all’anno, ma senza grandi risultati. […] Khan e Lamé ribattono che «nella capitale ci sono 1,3 milioni di lavoratori notturni e che a Soho quasi trenta locali sono aperti fino alla mattina». […]
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