1. EFFETTO GREEN ECONOMY
Francesco Giubilei per “il Giornale”
transizione ecologica 2
Il rischio che la transizione verde si trasformasse in un aumento di tasse per i cittadini era prevedibile ma la realtà ha superato le aspettative e ci troviamo di fronte a una vera e propria stangata che colpirà gli italiani nei prossimi mesi e anni. Il numero di tasse ambientali è talmente cospicuo - e spesso mascherato che diventa difficile realizzare una mappatura completa anche perché la tassazione si sviluppa a più livelli (locale, nazionale, europeo), proviamo però a definire le principali.
auto tasse
Tasse sulle automobili
Il settore delle automobili è uno dei più attenzionati dalla transizione ecologica. L'Ue incentiva il passaggio ad auto elettriche o ibride al punto che entro il 2035 i produttori dovranno abbattere del 100% le emissioni dei veicoli venduti.
E proprio ieri al Comitato interministeriale per la Transizione ecologica, i ministri della Transizione ecologica Roberto Cingolani, delle Infrastrutture Enrico Giovannini e dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti hanno «definito le tempistiche di sostituzione dei veicoli con motore a combustione interna, decidendo, in linea con la maggior parte dei paesi avanzati, che il phase co. out delle automobili nuove con motore a combustione interna dovrà avvenire entro il 2035».
classificazione energetica immobili 2
Tasse sulla casa
Se approvata, la direttiva della Commissione europea per subordinare la possibilità di vendere o affittare un immobile alla classe energetica di appartenenza, si rivelerà un salasso costringendo i proprietari di case a spendere migliaia e migliaia di euro per l'adeguamento energetico
bottiglie di vino in piemonte
Tasse sul vino e sul cibo
Uno dei settori più a rischio a causa della svolta green europea è quello alimentare con gravi conseguenze per il made in Italy. È notizia recente la risoluzione comunitaria che equipara il vino alle sigarette azzerando i finanziamenti e imponendo avvertimenti sanitari nelle bottiglie.
tasse in aumento per il 2021
Sorte analoga tocca alla carne finita nel mirino dell'Ue che ha sovvenzionato le aziende impegnate nella produzione di «carne» in laboratorio da cellule in vitro. Al tempo stesso prende sempre più piede l'ipotesi di una «meat tax» (tassa sulla carne) per colpire non solo gli allevatori ma anche i consumatori. Posticipata invece al 2023 la «sugar tax» già introdotta con la legge di Bilancio del 2020.
Tasse sull'energia
Il caro bollette e l'aumento del costo dell'energia è una delle principali problematiche degli ultimi mesi ed è dovuto anche al contrasto a fonti di energia come le centrali a carbone poiché giudicate troppo inquinanti.
caro bollette
Per cercare di limitare l'aumento delle bollette, il governo italiano ha stanziato vari miliardi di euro, si tratta però di ulteriori soldi pubblici che in qualche modo gli italiani dovranno pagare. C'è poi il tema dei permessi di produzione della CO2 e del mercato europeo Ets; le aziende che producono anidride carbonica devono comprare quote di emissioni influendo così i prezzi all'ingrosso e quelli finali.
Plastic tax
Per ora è stata rinviata al 2023 ma è solo questione di tempo prima che entri in vigore con un'imposta da 45 centesimi al kg sui prodotti di plastica monouso provocando un consistente aumento dei prezzi.
plastic tax
Aumento Iva Il Consiglio Economia e Finanza dell'Ue (Ecofin) ha aggiornato l'elenco di beni e servizi che possono beneficiare delle aliquote Iva ridotte e, nonostante l'abbassamento in alcuni ambiti, entro il 2030 gli Stati non potranno più applicare aliquote ridotte ai servizi ritenuti dannosi per l'ambiente e per gli obiettivi Ue per il clima. Tra i settori colpiti c'è anche quello dei fertilizzanti e dei pesticidi chimici (con una deroga al primo gennaio 2032) che colpirà duramente l'agricoltura e i piccoli agricoltori.
plastic tax
Siamo di fronte a un delirio fiscale che interessa ogni ambito della società senza lasciare scampo a cittadini e imprese, basandosi su un approccio ideologico che concepisce la tasse come unica ricetta e soluzione per risolvere i problemi ambientali. Così concepita la transizione ecologica sembra un ulteriore modo per mettere le mani nelle tasche dei cittadini, un pericolo che dobbiamo evitare ad ogni costo.
2 - MA È GIÀ ALLARME: OLTRE 600MILA POSTI A RISCHIO
Pierluigi Bonora per “il Giornale”
super tassa sul diesel 4
Fine corsa dei motori endotermici, quelli tradizionali a benzina e Diesel, entro il 2035 e stessa sorte per le alimentazioni analoghe per i furgoni, ma 5 anni più tardi. L'Italia si allinea alla proposta della Commissione Ue, di punto in bianco, senza averne discusso nell'immediato con i diretti interessati, la filiera automotive. Questi ultimi, spiazzati e sorpresi, dopo le tante rassicurazioni arrivate dal governo, restano in attesa di ulteriori precisazioni.
motore auto elettrica
Tra l'altro le associazioni di categoria Anfia (filiera italiana automotive), Unrae (costruttori esteri) e Federauto (concessionari) siedono al Tavolo Automotive da poco varato all'interno del Mise e creato proprio per affrontare nel modo migliore il tema della transizione energetica alla luce dell'accelerazione impressa dalla Commissione Ue (il piano «Fit for 55» che, si fatto, è una sentanza di condanna a morte dei motori tradizionali fissata al 2035).
Auto elettrica ricarica
Un'azione come quella avviata dal Cite, a questo punto, potrebbe rendere inutili iniziative come quella del Tavolo, e dare il via, al contrario, a un scontro tra le parti. Nella nota diffusa, il Cite parla di «neutralità tecnologica» e di «valorizzazione, non solo dei veicoli elettrici, ma anche delle potenzialità dell'idrogeno, riconoscendo anche il ruolo imprescindibile dei biocarburanti, in cui l'Italia sta costruendo una filiera domestica all'avanguardia».
Peccato che proprio sui biocarburanti ci sia la ferma opposizione delle potenti lobby green che puntano solo sull'elettrico, mentre per quanto concerne l'idrogeno, la tecnologia e i veicoli esistono già (inclusi i camion) e sono sulle strade, peccato che le infrastrutture sono quasi inesistenti.
EMISSIONI GAS
Quella del progettare green è ovviamente un fine nobile, ma l'errore sta tutto nell'avere tanta fretta e guardare a tecnologie (l'elettrico) già ben presenti sul mercato, ma oggetto di listini bonus-dipendenti, lacune nella diffusione delle infrastrutture e delle reali automomie delle batterie.
CHIP AUTOMOTIVE
Il settore automotive, dal canto suo, è tuttora alle prese con una miriade di problemi (pandemia, chip, disorientamento dei consumatori, colonnine lente e ancora poche, parco da rinnovare, zero incentivi) che alla fine dell'anno porteranno il conteggio delle vendite sotto quota 1,5 milioni di unità. Michele Crisci, presidente di Unrae (l'associazione della Case estere che operano in Italia), afferma che «come al solito si pongono degli obiettivi senza però spiegare come ci si arriverà».
filiera automotive
Proprio nei giorni scorsi le stesse associazioni avevano messo per l'ennesima volta in guardia le istituzioni dal fatto che un'accelerazione forzata verso il tutto elettrico, in assenza di una programmazione, a esempio, sulle riconversioni produttive e la formazione, metterebbe a rischio 70mila posti nelle concessionarie (allarme lanciato da Federauto), 60mila nel mondo industriale e indotto (dato Fim-Cisl) e, a livello europeo, oltre 500mila occupati nella componentistica (Anfia).
«È il suicidio dell'industria europea dei motori Diesel», il recente commento di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria. Carlos Tavares, ad di Stellantis, ha quindi parlato di «costi insostenibili per il settore» e che «a rischiare di più è la forza lavoro, come paventato più volte dai sindacati europei». È lo stesso Tavares che alla sfida su elettrico e software ha deliberato per Stellantis investimenti, da qui al 2025, pari a 30 miliardi di euro.
emissione co2 gas di scarico auto