DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Alfieri per il Sole 24 Ore - Estratti
I conti non tornano. Dall’incrocio delle dichiarazioni dei redditi, dei ricavi e delle spese per le categorie dei tassisti e dei balneari i numeri non pareggiano. Per questi ultimi il fatto dei bassi canoni demaniali è noto, ma meno noto è che il fatturato di uno stabilimento sul mare si può arrivare ad un utile netto di 26mila euro, fino a un massimo di 400mila euro di ricavi.
Per gli autisti di auto bianche, il valore a tre zeri delle licenze non giustifica dichiarazioni medie di poco di 15mila euro.
«La mappatura del Governo va difesa in Europa e dimostra come ci sia spazio per creare nuova imprenditoria e nuova occupazione senza sostituire le imprese del settore che godono della fiducia e del sostegno quotidiano dei propri clienti», spiega Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari, mentre il governo prepara un piano per risolvere l’emergenza di un settore che cuba 2 miliardi di valore aggiunto, dà lavoro a 50mila addetti ma dal 2006, quando fu varata la direttiva Ue “Bolkestein” sulla concorrenza, la politica non riesce a riformare. Troppi gli intrecci di interesse e la forza di una lobby che incarna nell’immaginario la vacanza all’italiana per eccellenza. Per capire quali sono gli interessi in ballo vediamo anzitutto quanto guadagnano i balneari.
I dati elaborati in esclusiva da InfoCamere sui bilanci depositati di 1.528 imprese balneari costituite nella forma giuridica più solida (società di capitali) fotografano una realtà in cui, in media, nel 2022, il valore della produzione ammonta a 405.762 euro, i costi di produzione a 381.005 euro, l’utile ante imposte a 20.093 euro e l’utile netto a 10.126 euro. Se invece allarghiamo lo sguardo a tutte le 7.244 imprese balneari censite da Unioncamere, non solo le 2.270 società di capitali che depositano i bilanci, la media nazionale dell’utile ante imposte…
(…)
quanto dichiarano i tassisti - il sole 24 ore
Se in questo settore non si generasse un sostanzioso cuscinetto di nero e i redditi reali non fossero diversi da quelli ufficiali, non si spiegherebbero la tenacia dei balneari nel difendere con le unghie le proprie concessioni, né i prezzi delle compravendite così alti e febbrili: 6-700mila euro per un bagno standard in Liguria e Romagna e qualche milione per quelli di lusso in Versilia, Positano, Taormina..
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