Estratto dell’articolo di Laura Tedesco per il “Corriere della Sera”
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«Tieni i soldi, principessa...». Così, davanti ai numerosi clienti dell’ora di punta, diceva il manager del locale dove entrambi lavoravano. Vittima un 37enne gay impiegato come cassiere in uno dei sempre affollati ristoranti di Gardaland.
I vertici del Parco divertimenti più importante d’Italia hanno quindi licenziato in tronco il restaurant-manager che dava della «principessa» (e anche del «ricch...») al cassiere di fronte a colleghi e clienti. E lo ha ribadito il Tribunale civile di Verona, rigettando il ricorso dell’ormai ex dipendente di Gardaland contro la rescissione del contratto per giusta causa.
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«Un’offesa alla dignità personale e all’orientamento sessuale» che ieri, 4 ottobre, è sfociata anche nella condanna di un ex cameriere dello stesso locale nel Parco di Castelnuovo del Garda: la giudice Paola Vacca gli ha inflitto due anni di reclusione con la condizionale per falsa testimonianza in quanto, durante la causa di lavoro persa dal manager licenziato in tronco, il cameriere aveva negato di aver sentito chiamare «principessa» il collega.
Peccato che quelle «pesanti allusioni sessuali», invece, siano state confermate davanti al giudice civile Alessandro Gasparini dagli altri dipendenti presenti in sala. Non solo: lo stesso cameriere appena condannato per falsa testimonianza, è stato sentito e visto dai colleghi «denigrare a parole e irridere a gesti» il cassiere.
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Toccante, peraltro, il racconto di quest’ultimo, che ha 37 anni e ricorda perfettamente quanto avvenne quella domenica al ristorante: «Io ero alla cassa, era inizio servizio, la gente stava entrando in quel momento. Mentre stavo alla cassa, arriva E. (il cameriere appena condannato per falsa testimonianza, ndr) che mi portava gli scontrini con i soldi, io dovevo dare il resto delle bevande extra e mi dice allungandomi uno scontrino coi soldi “tieni principessa”...Io mi giro di istinto a guardarlo e vedo che c’è il manager (licenziato da Gardaland per giusta causa, ndr) che guardando E. (il cameriere condannato, ndr) muove le mani in modo femminile — rievoca con precisione i fatti la vittima — per prendermi in giro, facendo una risatina e ripetendo la parola “principessa” per poi girarsi verso di me dicendomi “vai avanti a fare il tuo lavoro,[…]».
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A quel punto il cassiere ha fatto notare ai colleghi «guardate che io ho anche un nome... », sentendosi nuovamente rispondere «fai il tuo lavoro, veloce, muoviti». Terminato il servizio, prosegue lui stesso, «sono andato a informare il mio superiore che così non potevo andare avanti, allora mi hanno spostato in un altro ristorante». Nel frattempo, la direzione di Gardaland si è subito attivata per reprimere «tali gravi e intollerabili comportamenti discriminatori»: il cameriere E. è stato sospeso ed è stato lui stesso a decidere a stretto giro di andarsene, mentre il manager è stato licenziato in tronco in quanto responsabile, secondo gli ormai ex datori di lavoro, anche di altre infrazioni al codice comportamentale del Parco. […]
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