DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
1 – PROCURATORE SIENA, PROPOSTO PM CHE SI OCCUPÒ DELLA MORTE DI ROSSI
(ANSA) - Per il ruolo di procuratore di Siena la Commissione per gli incarichi direttivi del Csm ha proposto all'unanimità la nomina di Andrea Boni, attualmente capo dei pm di Urbino. Se, come tutto lascia pensare, il plenum darà il suo via libera, per Boni si tratterà di un ritorno alla procura di Siena, dove da sostituto procuratore si è occupato di una delle inchieste sulla morte 10 anni fa di David Rossi, l'allora capo della comunicazione del Monte dei Paschi.
2 – MAGISTRATI, 40 ANCORA CAPI NONOSTANTE PARERI NEGATIVI
Estratto dell'articolo di Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
La legge è chiara, eppure a eluderla – continuando a rinviare le decisioni – è proprio il «Consiglio superiore della magistratura», che da lungo tempo, in molti casi persino da 3 anni, tiene in freezer le conferme o non conferme nei loro ruoli dirigenziali di oltre 40 capi e vicecapi di Procure, Tribunali, Corti d’Appello: cioè di pm e giudici che, per essere o congedati dopo i primi 4 anni di dirigenza o lasciati al timone per altri 4 anni, prima dovrebbero appunto vedere il Csm valutare il loro iniziale quadriennio sulla base dei pareri dei locali Consigli Giudiziari.
FABIO PINELLI E SERGIO MATTARELLA
E invece, nel silente galleggiare di queste pratiche al Csm, e pur in presenza in molti casi di pareri negativi dei vari Consigli Giudiziari sui primi 4 anni di dirigenza (pareri noti anche ai colleghi o agli avvocati), per paradosso queste toghe continuano a fare i procuratori della Repubblica, i presidenti di Tribunali o di Corti d’Appello, i procuratori aggiunti e i presidenti di sezione sin quasi già a completare il secondo quadriennio.
Un (non dichiarato) «frigorifero» che, eludendo la procedura prevista dalla legge del 2006, finisce per svuotarla di qualunque efficacia e senso logico.
[…] in almeno venti casi l’ancora attesa conferma o meno riguarda dirigenti di Procure, di Tribunali e Corti d’Appello che hanno esaurito il loro iniziale quadriennio addirittura nel 2020 o prima, l’altra ventina nel 2021.
[…] Molti hanno procedimenti disciplinari o penali in corso, sicché si intuisce che in passato i continui rinvii siano stati il modo del Csm (nelle dinamiche tra correnti togate e membri laici nominati dal Parlamento) per allontanare da sé l’amaro calice del dover affrontare valutazioni autonome.
Ma il risultato è surreale: capi che fanno in tempo a finire l’intero mandato prima che il Csm magari dica, a babbo morto, che 4 anni prima avrebbero dovuto essere deposti dalla guida dei loro uffici.
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