Marco Angelucci per il “Corriere della Sera” - Estratti
CLAUDIO CIA MAURIZIO FUGATTI
Le tensioni tra Fratelli d’Italia e Lega stanno mettendo a dura prova la governabilità di un territorio, il Trentino-Alto Adige, da sempre sinonimo di stabilità. Ma dal 22 ottobre, data del voto, tra i due alleati di governo è stato un crescendo di sgarbi e ripicche che, di fatto, sta impedendo la formazione delle due giunte provinciali — entrambe le Province sono autonome — e anche della giunta regionale.
La prima seduta del Consiglio regionale ha portato alla luce una vera e propria spaccatura all’interno di FdI tra l’ala lealista, allineata con Roma, e quella dei ribelli che invece spingono per una tregua con la Lega. All’origine del conflitto c’è la vicepresidenza della Provincia che il governatore Maurizio Fugatti aveva promesso a Francesca Gerosa di FdI ma il risultato dei meloniani, ridimensionato rispetto alle attese, ha spinto Fugatti a preferirle il civico Spinelli. Un atto di lesa maestà per il coordinatore di FdI Alessandro Urzì che ha minacciato di uscire dalla maggioranza.
Maurizio Fugatti
I tentativi di raggiungere una tregua sono falliti lunedì quando la Lega ha proposto come presidente del Consiglio regionale l’uscente Roberto Paccher ma Fratelli d’Italia ha chiesto di congelare l’elezione fino a che non si fosse chiarito il caso Gerosa. La Lega ha tirato dritto e Paccher l’ha spuntata solo alla terza chiamata con una maggioranza relativa di 30 consiglieri su 70. Gerosa e i due eletti bolzanini non hanno partecipato al voto ma gli altri 4 consiglieri di FdI sono rimasti in Aula garantendo il numero legale. Un minuto dopo il commissario Urzì ha annunciato di aver deferito i ribelli alla commissione disciplinare.
ALESSANDRO URZI' FRANCESCA GEROSA