Valentina Arcovio per “il Messaggero”
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S.O.S udito. Tra città sempre più rumorose, cattivi stili di vita e una crescente tendenza al fai de te e a rimandare i problemi, la salute del nostro apparato uditivo è sempre più a rischio. Giovani, adulti e anziani, senza eccezioni. È l'allarme che gli specialisti lanciano in occasione del 130esimo congresso nazionale della Società italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale in corso al Centro La Nuvola di Roma.
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«La principale minaccia al nostro udito è l'esposizione a suoni troppo alti - sottolinea Domenico Cuda, primario di Otorinolaringoiatria all'ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza e attuale presidente della Società - Oltre a particolari categorie professionali, i giovani sono i più esposti al rumore eccessivo. Pensiamo alla loro abitudine di ascoltare per moltissime ore musica alta in cuffia o con gli auricolari. I risultati preliminari di una ricerca che abbiamo condotto nelle scuole suggeriscono che i ragazzi arrivano ad ascoltare musica alta per ben 6 ore al giorno. Troppo».
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LE ALTERAZIONI
Un'esposizione così duratura, secondo gli esperti, potrebbe danneggiare in maniera irreversibile la capacità di sentire, creando sia alterazioni audiometriche che neuropatie uditive. Danni che si andranno a sommare nel corso della vita a tutti gli altri. Che colpiscono un organo di senso che, fin dalla nascita, può solo subire decrementi.
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Per questo, secondo gli specialisti, è importante sensibilizzare i giovani in età scolastica su questi possibili sviluppi che hanno un impatto decisivo sulla qualità della vita. Un'azione semplice come abbassare il volume della musica è essenziale se si vuole salvaguardare il proprio udito. «Raccomando ai giovani di seguire la semplice regola del 60/60, ovvero tieni il volume al massimo al 60 per cento e ascolta la musica per non più di 60 minuti alla volta - suggerisce Cuda - Altra regola semplice è quella di preferire le cuffie agli auricolari.Infatti, le cuffie sono esterne alle orecchie e perciò il suono, se non troppo elevato, è meno traumatico per la membrana del timpano, rispetto agli auricolari».
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Inoltre, secondo gli specialisti si dovrebbe fare attenzione a una serie di situazioni quotidiane, come la palestra, l'autodromo, la discoteca, il traffico che possono causare danni irreparabili. Il danno all'udito, in particolare, dipende da tre fattori importanti: l'intensità del suono (misurata in decibel), la sua durata e la frequenza dell'esposizione.
Avere ripercussioni è più facile di quanto si pensi: ad esempio, 8 ore di esposizione al rumore del traffico intenso (85 decibel) sono sufficienti per causare danni permanenti. E al crescere dei decibel, diminuisce il tempo necessario per subire un danno.
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IL RONZIO
Tuttavia, i ragazzi non sono gli unici a rischio. Adulti e anziani, ad esempio, tendono a sottovalutare i cosiddetti rumori che non esistono. Si tratta dell'acufene, molto spesso descritto come un fischio o un ronzio può essere scaturito da diversi fattori, che vanno dallo stress alle malattie. In molti casi, non se ne conosce neanche il motivo.
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«È molto comune negli anziani, specie dopo i 60 anni e in un caso su quattro il paziente è fortemente disturbato dall'acufene - dice Cuda - Si può guarire o quantomeno tenerlo sotto controllo. Ci sono dei percorsi riabilitativi tanto efficaci se applicati tempestivamente», sottolinea Cuda. La disfunzione cerebrale responsabile dell'acufene infatti può essere riabilitata.
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«La combinazione più efficace - prosegue - è quella che associa una terapia del suono al supporto cognitivo-comportamentale con lo scopo di migliorare le strategie per affrontare il problema e ridurre le tensioni muscolari e psichiche che spesso ne accentuano la percezione. Vi sono molte prove di efficacia della riabilitazione dell'acufene con questa modalità di cura».
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LE GHIANDOLE
Altra minaccia al nostro apparato uditivo è il fai da te. Per problematiche apparentemente banali, ma molto comuni, come i tappi di cerume che di frequente si tenta di risolvere da soli. «Il cerume - spiega Cuda - è una secrezione prodotta da alcune ghiandole del condotto uditivo con la funzione di proteggere l'orecchio.
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Nel caso in cui se ne producesse troppo possono formarsi i cosiddetti tappi. Il consiglio più utile, in questo caso, non è quello di procedere da soli con bastoncini o simili, ma affidarsi a degli esperti che possono risolvere il problema. Il consiglio è quello di toccare meno possibile le orecchie, tenendo ben a mente che esse stesse hanno un meccanismo di autopulizia».
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