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Marco Carta per ''Il Messaggero - Cronaca di Roma''
Giovani, carini e spesso ricchi sfondati. Sognano le «Vacanze Romane», come nel film di Gregory Peck e Audrey Hepburn. Si ritrovano in una brutta copia di Trainspotting o Amore Tossico. Atterrano all'aeroporto di Fiumicino da cittadini modello. Dopo qualche notte romana sono già dei delinquenti. Sarà il ponentino o qualche bicchiere di troppo. O più semplicemente i controlli e le leggi meno restrittive in tema di consumo di alcolici e stupefacenti. Fatto sta che sempre più spesso giovani turisti provenienti dagli Stati Uniti, una volta messo piede in Italia, si ritrovano ad avere problemi con la legge, magari dopo una notte brava a base di alcool e droghe.
La vicenda di Finnegan Lee Elder e Christian Hjorth Natale, i due giovani americani in carcere per la morte del carabiniere Mario Cerciello Rega, accoltellato mentre si trovava in servizio lo scorso luglio, è solo il caso più eclatante di una serie di episodi che da tempo segnano le notti della movida romana, dove lo sballo è garantito a tutte le ore: che sia Trastevere, Campo de' Fiori o Testaccio. Basta avere i soldi e tutto è possibile. Anche infrangere la legge. L'ultimo a cacciarsi nei guai è Lawal Adetola Ola, un ingegnere informatico di 28 anni, che venerdì notte è stato arrestato per tentata rapina dai carabinieri del nucleo radiomobile, al termine di una notte estrema che si è chiusa in caserma come in un film hollywoodiano.
LA VICENDA
Fisico da giocatore di basket e camiciona a quadri, l'americano, che a Roma dormiva in un hotel esclusivo di fronte al Senato, voleva chiudere la serata in bellezza. E così, dopo l'ennesimo bicchiere di vino, si è recato presso viale Marconi, all'esterno della fermata della metro B, in cerca di una donna disposta a soddisfare le sue pulsioni sessuali. «Quanto vuoi per venire con me?». Visibilmente ubriaco, il turista statunitense, originario di Stamford, città del Connecticut, inizia a informarsi del tariffario con le ragazze che incontra.
Ma, non riuscendo ad accordarsi con nessuna delle giovani in strada, perde letteralmente la testa. Dapprima strattona una ragazza romena di 26 anni. Poi aggredisce anche una sua connazionale più giovane, una 21enne, infilandole le mani nel reggiseno e cercando di derubarla. Quando i carabinieri vengono allertate dalle due ragazze, Lawal, caracollante, si sta avviando verso casa. Come se nulla fosse accaduto. «C'è stato un malinteso. Sono un ingegnere, guadagno 150mila dollari all'anno, non ho bisogno di rubare».
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l'americano avrebbe cercato di «impossessarsi dei proventi dell'attività di meretricio» di una ragazza, «strattonandola, scuotendola e poi frugando nella sua borsa», come si legge nel capo d'imputazione. Non soddisfatto, l'ingegnere informatico si sarebbe scagliato contro un'altra ragazza in strada, «spintonandola a terra per poi infilare le mani nel suo reggiseno al fine di sottrarre la somma di euro 200».
Accusato di tentata rapina, sabato mattina, Lawal si è ritrovato a piazzale Clodio di fronte al giudice monocratico per la direttissima. L'americano, che sul volto riportava ancora i segni della notte alcolica, rispondendo alle domande del pm d'aula, Mario Pesci, ha negato di aver aggredito le due donne, spiegando di aver solo discusso sul prezzo della prestazione sessuale. «Sono innocente - ha assicurato il giovane che ha rifiutato ogni proposta di patteggiamento. - Non ho fatto male a nessuno e lo dimostrerò nel processo».
Ad inchiodarlo, però, oltre alla relazione dei carabinieri giunti sul posto, c'è anche la testimonianza delle due prostitute, che ora potrebbero essere chiamate in aula il prossimo dicembre quando avrà luogo il processo. Nel frattempo Lawal è già tornato a casa, pronto a riprendere la sua vita di ingegnere modello.
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