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Alessandro Ferro per www.ilgiornale.it
Un nuovo test rapido, molto più efficace degli attuali tamponi, promette di scovare non soltanto l'eventuale positività del paziente ma riuscirebbe anche a rilevare la variante da cui è affetto: il merito è dei ricercatori dell'UT Southwestern di Dallas. Questo metodo darà la possibilità di scoprire quali varianti girano maggiormente in determinate aree, senza dover aspettare giorni o settimane per fare un sequenziamento come accade tutt'oggi.
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Cos'è il "CoVarScan"
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Clinical Chemistry: si chiama CoVarScan ed è un test rapido in grado di rilevare le firme di otto tipologie di genoma di Sars-CoV-2. Dopo aver testato e analizzato oltre quattromila campioni, il team ha riferito che il test è accurato "quanto altri metodi utilizzati per diagnosticare Covid-19 e può differenziare con successo tra tutte le varianti attuali del virus".
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Grazie a questi test, si potrà sapere anche con estrema precisione quali varianti stanno circolando in una determinata area "e se sta emergendo una nuova variante", ha affermato il dottor Jeffrey So Relle, assistente professore di patologia e autore senior dello studio. "Ha anche implicazioni per i singoli pazienti quando abbiamo a che fare con varianti che rispondono in modo diverso ai trattamenti".
Le varianti "scoperte"
Secondo i risultati ottenuti, CoVarScan avrebbe una sensibilità del 96% e una specificità del 99%: le varianti identificate sono state la Delta, la Mu, Lambda e quella attuale, Omicron, compresa BA.2 conosciuta come "Omicron stealth" perché non veniva rilevata in alcuni test progettati per scovare appositamente questa variante. So Relle ha dichiarato che "CoVarScan non ha avuto bisogno di alcun adeguamento in più di un anno, sta ancora funzionando molto bene".
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Ciò significa che è sensibile a tutte le numerose mutazioni che il Covid ha avuto fino a questo momento. "In futuro, se avessimo bisogno di regolarlo, potremmo facilmente aggiungere fino a 20 o 30 hotspot aggiuntivi al test". L'esperto prevede di continuare a sviluppare CoVarScan come test commerciale e ha una domanda di brevetto in sospeso basata su questo lavoro.
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"Utile, ma non decisivo per le terapie"
Sull'argomento si è espresso anche il prof. Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiana, il quale ha sottolineato l’importanza del nuovo test. "Conoscere in tempi rapidi la diffusione delle varianti è utile se i numeri sono importanti, come adesso; meno se i numeri dovessero scendere. Inoltre non conosciamo quale sarà il costo del dispositivo, quindi al momento non possiamo valutare se i costi-benefici saranno reali", ha dichiarato al Corriere della Sera. Attualmente, comunque, non sarebbe decisivo per le terapie da intraprendere perché rimangono a disposizione gli stessi farmaci antivirali "a prescindere dalle varianti". L'unica eccezione è costituita dagli anticorpi monoclonali che funzionano "in modo diverso a seconda del ceppo. Tuttavia, se in futuro saranno disponibili terapie ad hoc a seconda delle varianti il test potrà essere molto utile".