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    UNA SERIE E’ DI CHI LA PRODUCE O DI CHI LA GUARDA? - UN MILIONE DI FAN FIRMA LA PETIZIONE PER RIFARE L’OTTAVA STAGIONE DI “GAME OF THRONES” - I DUE SCENEGGIATORI NEL MIRINO, BENIOFF E WEISS: “NON CI SARÀ UNA REAZIONE UNIVOCA AL NOSTRO FINALE, E SEMBRA IMPOSSIBILE CREARE UN FINALE CHE ABBIA UN INDICE DI SODDISFAZIONE DEL 100%. E POI LA SODDISFAZIONE È SOPRAVVALUTATA. VOGLIAMO APPASSIONARE IL PUBBLICO, NON ACCONTENTARLO…”


     
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    D B Weiss e David Benioff D B Weiss e David Benioff

    1 - «NON PUÒ FINIRE COSÌ!» UN MILIONE DI FAN IN RIVOLTA PER LA SERIE TRONO DI SPADE

    Laura Zangarini per “il Corriere della sera”

     

    L' ottava stagione di Trono di spade va riscritta da scrittori competenti. Questo l' ordine imperioso trasmesso a Hbo, tramite la piattaforma di petizioni online Change.org, dai fan. In quasi un milione hanno firmato l'appello che chiede un finale diverso per una delle serie tv più amate di sempre. A dare fuoco alle polveri della rivolta social è stato l' agguerrito Dylan D. da Fort Worth, Texas.

     

    scena di sesso di arya stark 1 2 scena di sesso di arya stark 1 2

    Che qualche giorno dopo la messa in onda del quarto episodio (in prima tv Usa il 5 maggio, da noi trasmesso il 13), non ci ha più visto. «Ero deluso e arrabbiato» ha spiegato in un lungo post su Change.org: di qui la decisione di chiedere le «teste» degli sceneggiatori. «David Benioff e D.B. Weiss» si è sfogato Dylan D. su Change.org «hanno dimostrato di essere degli scrittori miseramente incompetenti in mancanza di materiale di riferimento», alludendo agli ultimi due romanzi inediti («Winds of Winter» e «Dream of Spring») di George R.R. Martin, il «padre» di Trono di spade . Insomma: senza i libri, sostengono i fan, Benioff e Weiss hanno «floppato».

     

    george rr martin trionfa agli emmy george rr martin trionfa agli emmy

    «Gli episodi sono scritti in modo approssimativo», «I colpi di scena non sono stati adeguatamente impostati», «Le motivazioni dei personaggi non sembrano plausibili» le lamentele più ricorrenti tra i firmatari della petizione. «Questa stagione - sintetizza un utente - ha demolito tutto ciò che è stato costruito durante la serie, come conseguenza di una narrazione raffazzonata, di uno scarso sviluppo dei personaggi e di una generale sciatteria».

     

    «Hanno rovinato la serie tv più bella di sempre. Questi due non devono nemmeno avvicinarsi a Star Wars», ha rincarato la dose uno dei «rivoltosi» riferendosi al fatto che Benioff e Weiss cureranno la sceneggiatura della prossima trilogia di Guerre Stellari (a onore di cronaca va ricordato che nemmeno i film del franchise creato da George Lucas sono estranei a proteste: dopo l'uscita di Star Wars: L'ultimo Jedi , fu lanciata una petizione per rimuovere l' episodio dal canone ufficiale, sostenuta da 116.945 firmatari; certo, un' inezia di fronte all' armata del milione sollevata da Dylan D.).

    D B Weiss e David Benioff D B Weiss e David Benioff

     

    Dato il costo di ciascun episodio - circa 15 milioni di dollari (13,4 milioni di euro) - è molto improbabile che Hbo ceda alle richieste dei fan. Ne è consapevole Dylan D.

    per primo: «Ma, come dice il Joker di Heath Ledger, "Non si tratta di soldi, si tratta di inviare un messaggio"».

     

    D'altro canto, non si può non considerare che il quasi milione di firmatari non è che una piccola parte di quei 18,4 milioni di spettatori che, secondo i dati diffusi da Hbo, hanno seguito gli episodi incriminati. Tra chi li difende, per esempio, c' è Stephen King: «A me l'ultima stagione è piaciuta molto», scrive su Twitter. «C'è stata molta negatività, ma credo che sia perché la gente non vuole che Trono di spade finisca».

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    Né, del resto, «quei due», Benioff e Weiss, potevano ignorare la bufera social. «Una buona storia non è tale se non ha un buon finale» hanno detto a Entertainment Weekly . «Certo che siamo preoccupati». Hbo non ha fino a oggi rilasciato alcun commento. Forse per il canale parlerà l'ultimo episodio, in onda stasera negli Usa (domani in Italia).

     

    2 - UN TRONO PER DUE

    Benji Wilson per “The Sunday Times Culture Magazine”, pubblicato da “Robinson – la Repubblica”

    Traduzione di Fabio Galimberti

     

    Nel 2012 David Benioff e Daniel Brett Weiss, gli autori di Il trono di spade, fecero fuori Theon Greyjoy. «Alla fine della seconda stagione mi diedero una copia corretta del copione», dice Alfie Allen, l’attore che interpreta Theon. «C’ero io che pronunciavo questo discorso trascinante, quando Brienne (Gwendoline Christie) sbucava fuori dal nulla e mi pugnalava al cuore, dicendo: "Grande Inverno è mia. Non tua".  Francamente ho pensato: che bel modo di uscire di scena».

    D B Weiss e David Benioff D B Weiss e David Benioff

     

    I fan sanno che le cose non sono andate così. La morte di Theon era uno scherzo che Benioff e Weiss avevano fatto ad Allen. Lui non faceva che chiedere se il suo personaggio sarebbe morto oppure no, così hanno scritto un’intera scena dicendogli che sì, sarebbe morto. «David e Dan mi chiamano e mi fanno: "Allora, cosa ne pensi della tua uscita di scena, ti piace?". "Sì, è fantastica", faccio io. E loro: "Bene, perfetto. Che ne diresti di fare lo zombie nella prossima stagione?". "Okay, ci sto", rispondo io. E loro: " E che ne diresti di fare lo zombie senza una riga di dialogo?". Poi mi fanno: "Cazzo, stiamo scherzando, idiota"».

     

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    Qualunque cosa pensiate degli uomini che hanno inventato Il trono di spade, probabilmente non avreste mai immaginato che siano due burloni. La serie che Benioff e Weiss hanno trasformato in un caposaldo della cultura di massa contiene più umorismo di quanto si creda. Eppure, quando incontri di persona David e Dan, come li chiamano tutti sul set, la cosa più difficile è farli rimanere seri. Adesso scherzano su Kit Harington. «Quando Kit è entrato nell’ufficio di Nina Gold, la direttrice del casting, era proprio il Jon Snow che avevamo immaginato: cupo, pensieroso, sensibile e molto, molto brutto».

     

    Il compito che attende i due americani serio lo è per davvero: riportare a terra una serie di 70 ore che è diventata il punto focale del mondo della tv. Sanno tutti e due che nella storia della serialità è successo poche volte che un prodotto sia riuscito a lasciare soddisfatto il pubblico mantenendo fino all’ultimo la sua integrità narrativa. «Parlare di soddisfazione del pubblico implica che il pubblico sia un’entità unica, con una reazione comune» , dice Benioff.

    D B Weiss e David Benioff D B Weiss e David Benioff

     

    «Ma la verità è che le reazioni sono diverse come sono diverse le persone. Alcuni fan hanno trovato frustrante il finale dei Soprano, altri lo hanno trovato brillante. Noi facciamo parte di questo secondo gruppo. Non ci sarà una reazione univoca al nostro finale, e sembra impossibile e poco auspicabile creare un finale che abbia un indice di soddisfazione del 100 per cento. E poi la soddisfazione è sopravvalutata. Vogliamo appassionare il pubblico, non accontentarlo».

     

    Per Benioff e Weiss appassionare il pubblico significa far parlare di sé, fare in modo che la serie continui a vivere sulla bocca di tutti. «Ero sulla metropolitana a New York pochi giorni dopo la messa in onda dell’ultimo episodio dei Soprano — racconta Weiss — e mi ricordo ben quattro conversazioni diverse su come erano andate realmente le cose: sembrava che tutta la città discutesse se Tony Soprano era morto o no. Quel finale è stato coraggioso e originale. E l’ultima stagione di Breaking Bad è grandiosa. Ma in effetti tutte le stagioni di Breaking Bad sono grandiose. Quando è uscita, stavamo girando Il trono di spade in Croazia.

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    L’ho scaricata, ho sprangato la porta, ho chiuso tutte le finestre, ho spento i cellulari e mi sono concentrato su quello che succedeva sullo schermo, come non mi capitava dai tempi di L’Impero colpisce ancora ».

     

    È interessante che come parametro per le serie tv abbia scelto proprio Guerre stellari, perché pochi giorni dopo la nostra intervista è stato annunciato che Benioff e Weiss scriveranno una serie di film della saga di Star Wars. Il trono di spade ha regalato a quella che un tempo era una semplice coppia di sceneggiatori a cottimo un trono tutto loro: George Lucas si è recato sul set del Trono per dare ai due la notizia di persona.

     

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    Quando David e Dan, che oggi viaggiano verso i cinquanta, si conobbero al Trinity College di Dublino, il futuro era ancora tutto da scrivere; un decennio dopo, iniziarono a entusiasmarsi per Cronache del ghiaccio e del fuoco, i bestseller di George R. R. Martin. Dopo aver persuaso Martin che erano le persone giuste per adattare i romanzi, convinsero l’Hbo e nel 2009 realizzarono un episodio pilota: venne talmente male che dovettero girarlo quasi completamente daccapo. « Lo mostrammo ad alcune persone in gamba, amici intimi » , dice Weiss.

     

    « Nella scena in cui Bran sorprende Jaime e Cersei che ci danno dentro nella vecchia torre, nessuno degli spettatori sapeva che Jaime e Cersei erano fratello e sorella, elemento che senza dubbio è l’aspetto centrale di tutto l’episodio. A livello di sceneggiatura e di produzione, era un errore grave. L’Hbo era molto indecisa se far partire la serie oppure no», aggiunge. «Sono stati quattro mesi fra i più lunghi della nostra vita; ogni giorno ce ne stavamo lì seduti a pensare che era un’opportunità irripetibile che non si sarebbe ripresentata mai più, e che stavamo rischiando di mandare tutto a puttane».

     

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    Per fortuna, il nuovo episodio pilota stava in piedi. L’Hbo commissionò una stagione. «Quel primo anno ci sentivamo in prova » , racconta Benioff. « Era come se stessero dicendo "okay, probabilmente questi due non sono bravi a fare questa roba, vediamo che cosa combinano. In fondo abbiamo già investito un sacco di soldi nell’episodio pilota».

     

    Il trono di spade è stato il loro primo lavoro insieme come autori di una serie tv. A sentire i loro racconti, hanno dovuto imparare come funziona il piccolo schermo direttamente sul campo. « Qualche errore lo abbiamo fatto, in ogni aspetto della produzione » , dice Benioff. C’è qualche battuta di cui si pentono amaramente? «"Dove sono i miei draghi?", pronunciata da Daenerys, direi che è uno dei punti più bassi della serie » . Eppure "Dove sono i miei draghi?" è diventato un meme popolare in Rete, insieme a "Io bevo e so cose" di Tyrion e a "Tu non sai niente, Jon Snow" di Ygritte.

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    Per Benioff e Weiss la Rete è stata sia un aiuto che un ostacolo. Il trono di spade è stato piratato più di 90 milioni di volte facendo perdere alle emittenti un mucchio di soldi ma facilitando il successo mondiale della serie. Uno dei maggiori problemi degli sceneggiatori sono gli spoiler. Man mano che l’interesse per la serie cresceva, i siti degli appassionati hanno iniziato a pubblicare qualsiasi dettaglio su cui riuscivano a mettere le mani. Dato che il cast è immenso e che le scene vengono girate contemporaneamente in diverse località in tutta Europa, e spesso in pubblico, cercare di mantenere segreti gli sviluppi è diventato parte integrante del lavoro dei due. « Fare ipotesi è divertente » , dice Benioff.

     

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    « Lo facciamo tutti con i nostri programmi preferiti. La cosa che non sopporto sono gli spoiler, il desiderio di rovinare l’esperienza di qualcun altro è da stronzi. Come quel coglione in Texas che è passato in macchina davanti ai fan di Harry Potter in coda all’entrata della libreria urlando " Severus Piton uccide Albus Silente"». Riconoscono che Il trono di spade in parte se l’è cercata.

     

    Da quando hanno fatto fuori a sorpresa Ned Stark, il protagonista, alla fine della prima stagione, uno degli obiettivi degli sceneggiatori è stato sorprendere il pubblico. E questo ha spinto gli spettatori a cercare di scoprire in anticipo le sorprese. «Avevamo immaginato che la gente avrebbe sclerato quando staccano la testa a Sean Bean (Ned Stark) — dice Weiss — forse non immaginavamo così tanto ma sapevamo che se gli spettatori si fossero appassionati, allora il fatto che mozzano la testa al protagonista li avrebbe scioccati».

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    Qual era il metodo classico per comunicare agli attori che il loro personaggio stava per essere fatto fuori? «Di solito convocavamo l’attore e gli comunicavamo che era arrivato il suo momento», racconta Weiss. «Alla fine si era sparsa la voce e temevano queste chiamate; eravamo arrivati al punto che ogni volta che convocavamo un attore per dirgli qualcosa di innocuo, dovevamo iniziare con "non ti preoccupare, non sei ancora morto"». «Le morti peggiori sono quelle che avvengono fuori dallo schermo», racconta Benioff. «Le migliori sono memorabili: Hodor, Oberyn, Joffrey. Chi segue la serie di sicuro si ricorda come hanno tirato le cuoia».

     

    Possiamo supporre che prima della fine dell’ultima stagione, l’ottava, tanti altri tireranno le cuoia in modo memorabile. Fin da quando hanno incontrato Martin nel suo ranch di Santa Fe, nel 2013, Benioff e Weiss sanno come si concluderà la serie. Martin, naturalmente, non ha ancora scritto la fine nei suoi libri. Probabilmente la trasposizione televisiva ha raggiunto la sua forma migliore quando si è svincolata dai romanzi da cui è tratta. Ma andare oltre l’originale, a ben vedere, è stata una liberazione?

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    «Fortunatamente — dice Weiss — abbiamo fatto molta strada prima di andare oltre i romanzi. Sapevamo quando sarebbe successo e questo ci ha permesso di organizzarci. Comunque abbiamo cercato di essere dei buoni genitori adottivi per i piccoli di George. In questo caso buoni significa cattivi come il padre naturale ». Da quando è iniziato Il trono di spade, però, la televisione è cambiata completamente.

     

    Come sarebbe diventata la serie se avesse debuttato su un servizio in streaming e uno avesse avuto la possibilità di sbafarsi tutti questi anni di colpi di scena in una sola abbuffata? «Bella domanda», dice Benioff. «Ci piace molto il fatto che venga trasmessa la domenica sera e che la maggior parte del nostro pubblico la guardi in contemporanea. Questa visione sincronizzata è una cosa che sta diventando sempre più anacronistica, ma ha i suoi lati positivi.

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    Il Circolo Pickwick di Charles Dickens diventò un fenomeno anche perché i londinesi attendevano con impazienza ogni nuova puntata. Come Dan, ricordo che quando ero in Croazia cercavo di scaricarmi l’ultimo episodio di Breaking Bad evitando di guardare qualsiasi commento online. È bello condividere l’attesa con gli altri». Che poi è quello che stiamo facendo tutti in questo momento. Non bisognerà aspettare ancora a lungo: la fine è vicina.

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