Estratto dell’articolo di Giorgio Chigi per https://espresso.repubblica.it/
PIETRO LABRIOLA
[…] In attesa che tutti i protagonisti preparino (e scoprano) ad aprile le loro carte, L’Espresso ha ricostruito i dettagli del primo esame delle due offerte, fatto dagli advisor finanziari di Tim e dal comitato parti correlate, guidato da Paolo Boccardelli, ordinario di economia e gestione delle imprese della Luiss.
La parte economica. All’apparenza, le due offerte si equivalgono: 18 miliardi per la new company che racchiuderà rete primaria (in rame) e secondaria (Fibercop, fibra) di Tim, oltre alla controllata Sparkle. Un valore ben lontano dai 31 miliardi ventilati dal primo azionista di Tim, la francese Vivendi, ma in linea con il giudizio sul valore della rete dato dagli analisti. La composizione delle due offerte è però ben diversa, con quella di CDP-Macquaire più equilibrata nei valori attribuiti alle singole parti e quindi con maggior benefici finali sui conti di Tim.
DARIO SCANNAPIECO
Un po' di storia: esattamente due anni fa, KKR aveva già rilevato il 37,5% di Fibercop per 1,8 miliardi, con un equity value di 4,7 miliardi e un enterprise value (incluso il debito) di 7,7. Nella offerta attuale, KKR valuta Fibercop 12,5 miliardi (di cui 9 di equity): un incremento del 100% che è al di sopra di ogni andamento di mercato.
henry kravis
L’effetto sarebbe, per KKR, che dell’impegno totale di 18 miliardi, circa 4,5 tornerebbero indietro per l’incasso del 37,5% di Fibercop, drenando le risorse a favore di Tim. Come dire: i 18 diventerebbero meno di 14. Anche la valutazione che fa Sparkle, 1,2 miliardi, è stata giudicata sopra il valore intrinseco: in caso di eventuale utilizzo del golden power da parte del governo – e quindi l’esclusione dal perimetro della rete - l’incasso per Tim si ridurrebbe poi ulteriormente di pari cifra.
FIBERCOP
Diversa la valutazione di CDP-Macquaire: una più realistica di Fibercop, di 9,5 miliardi, ma soprattutto una della rete in rame di otto miliardi, molto al di sopra di quella di KKR. Effetto finale: con il progetto CDP-Macquaire le risorse che affluirebbero nella casse di Tim sarebbero superiori di oltre due miliardi, con risvolti positivi nella riduzione dell’elevato debito netto e maggiori garanzie quindi sulla tenuta della società, anche occupazionali.
E quella industriale: il gap del rame. Le valutazioni hanno riguardato anche la parte industriale, e quindi il problema della rete tuttora in rame di Tim. Nell’offerta di KKR non ci sono previsioni chiare sulla vecchia, obsoleta e altamente inquinante (il mantenimento è energivoro) rete in rame.
vincent bollore
[…] La modernizzazione reale della rete italiana si potrà avere solo con il passaggio totale alla fibra, come richiesto dall’Europa con il PNRR e come stanno già facendo i più avanzati Peasi europei […].
E’ quello che prevedono CDP e Macquaire, che pur consci degli aspetti Antritrust (considerati gestibili), ripropongono la fusione con la controllata Open Fiber, che sta cablando l’Italia […] con fibra di ultima generazione, dove i dati di aziende ed enti locali possano viaggiare a grande velocità e grande capacità. […]
PIETRO LABRIOLA TIM