Marinella Venegoni per “La Stampa”
concerto di vasco rossi a trento
Vasco Rossi felice come un bambino, che canta e insieme sorride per la ritrovata comunità con i suoi accoliti. 120 mila il primo botto di umani di ogni gioventù - avanguardia del totale di 660 mila biglietti venduti per 11 date - saliti fra le montagne verdi del Trentino tagliate da un sole implacabile e poi placate dal fresco ristoratore della notte. Ieri sera con il Blasco è iniziata la stagione dei mega concerti dopo due anni di digiuno.
Saranno così tante star che c'è da perdersi, ma ancora una volta il re è questo vecchio ragazzo che davvero non smette di sorridere per quasi tre ore, e cambia giubbotti glamour che sono tutti un chiodo, mentre un rock impetuoso sale dagli 11 strumentisti assorti quanto quelli di un'orchestra sinfonica.
concerto di vasco rossi a trento 2
C'è la novità di tre fiati che danno profondità e spessore a una scaletta maliziosa popolata di pezzi vecchissimi e di inediti in live come L'amore L'amore, furioso rockpunk che canta: "Si fa con le mani si fa con il cuore. .. si fa come si vuole".
Un manifesto di libertà molto divertente. Ma ancor più la classica Rewind che pretende per tradizione che ragazze, sulle spalle dei compagni, si liberino del reggiseno; al concerto per i fans, l'altra sera, ce n'erano ben tre e una esibiva i copricapezzoli lanciati da Victoria dei Maneskin. Vasco era al settimo cielo, si sa che per le ragazze ha (se così si può dire) un debole.
concerto di vasco rossi a trento
In tempi che non prevedono certezze per il futuro, una botta di ottimismo, una scarica di adrenalina che prende padri, figli, nonni, dopo la defatigante salita a piedi a questo santuario dell'allegria. Lungi dal negare i guai, è più propenso a esorcizzarli con schitarrate così potenti, che Vasco commosso va a baciare Stef Burns nell'assolo di Una canzone d'amore buttata via.
Del Vate di Zocca va registrata nel debutto un'inedita valanga di parole. «Bentrovati, bentornati. Vivi, sani e lucidi, finalmente tutti insieme» è il saluto iniziale, come davanti a un caminetto universale. «È fantastico rivedervi, ormai non ci credevo neanche più. Sono emozionato. Finalmente torniamo ad assembrarci, ad accoppiarci. Torniamo a fare musica, la musica contro la guerra. E finito il periodo duro. Ora voglio portare un po' di gioia in tutta Italia». Ma non si può tralasciare che verso il finale Sballi ravvicinati, puro vintage del 1979, in un delirio di chitarre ospita lo sfogone antibellico, molto duro, nel quale fra inglese e italiano egli manda ripetutamente a quel paese la guerra, con slogan come «Pace amore e musica; facciamo l'amore e la pace. La guerra è contro la civiltà, contro l'umanità.
VASCO ROSSI IN CONCERTO A TRENTO
Contro le donne, contro i bambini, contro gli anziani». Descrizione accurata e ricercata, che travalica concetti troppo espressi e li veste di una realtà dolorosa.
Quanta vita, su quel palco. Allegria e rabbia, timori e certezze vengono frullati al suono salvifico del rock al quale si chiede una risposta ad ogni domanda. In Tu ce l'hai con me c'è l'attacco ai social, dei quali Vasco è peraltro un accurato frequentatore; la rabbia si sublima in suoni durissimi che hanno il loro apice in C'è chi dice no e Gli spari sopra; l'amaro bilancio delle nostre vite riempie uno dei pezzi più profondi e ironici del suo carnet, Stupendo. Siamo soli è consolatoria con la chiosa: «Siamo soli sì, ma siamo in tanti».
vasco trento
Ci sono sprazzi di nostalgia, nella rara Amore aiuto che si veste di dancefloor Anni 80 e in Ti taglio la gola dove gli schermi gli ricordano l'epoca della radio. Sono 7 schermi che formano un gigantismo pazzesco, un palco così lungo che non sembra finire mai, dove va in scena lo spettacolo della vita di Vasco tradotta in espressioni, primi piani, strumenti ingigantiti mentre vengono suonati.
concerto di vasco rossi a trento 2
Un allestimento destinato solo agli spazi enormi come questo, perderanno qualche pezzo a San Siro e altri stadi, ma la tecnologia avanzatissima colpisce nel gioco di luci inedite, che evocano eleganza e leggerezza; i fuochi chiudono dopo quasi tre ore la sequenza del più puro cerimoniale vaschiano, con titoli che ognuno sa a memoria nella forma della scaletta: Toffee prima di Sally,Siamo solo noi, Vita spericolata, Albachiara che in molti ascoltano mentre ormai si allontanano perché è il segno del fine serata. Ma ieri s' è fatta notte lunga, nel cammino, con il conforto di un amico ritrovato.