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    SADOMASO IN “AZIONE” – VIDEO-CHICCA DA PORNHUB! DOHA ZAGHI, AL SECOLO LADY DEMONIQUE, CANDIDATA (POI ESCLUSA) NELLA LISTA CALENDA A COMO, ARMATA DI STIVALI FETISH, PRENDE A CALCI NELLE PALLE UN POVERACCIO CON LA MASCHERA DI MATTEO SALVINI E GLI INTIMA: “ADESSO PREGA IL CUORE IMMACOLATO DI MARIA!” - DOHA ZAGHI È DELUSA PER LA RETROMARCIA DI CALENDA: ''NON SONO UNA PORNOSTAR MA UNA PERFORMER FETISH. IL BODYSHAMING NEL MIO IMPERO È CONCESSO” – VIDEO


     
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    DOHA ZAGHI, LADY DEMONIQUE - VIDEO

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    Giorgio Arnaboldi per “La Verità”

     

    DOHA ZAGHI LADY DEMONIQUE E L'UOMO CON LA MASCHERA DI SALVINI DOHA ZAGHI LADY DEMONIQUE E L'UOMO CON LA MASCHERA DI SALVINI

    Mentre lui declamava Pericle sotto il Partenone nella gita con i figli a Pasqua, Azione si trasformava in una caverna sadomaso. Carlo Calenda si è svegliato male ieri mattina quando gli hanno riferito che per le amministrative a Como  è candidata anche Lady Demonique, una signora in grado di imporre nuove idee politiche con frustino, tacco 15 e tuta in lattice. Il suo vero nome è Doha Zaghi, ha 31 anni, è conosciuta da 10 sui social come «hypnotist, money mistress e dominatrix», opera anche a Milano, Modena e Roma.

     

    Caratteristiche personali riportate nel suo sito e forse ritenute utili per vincere le elezioni nel centrosinistra: «Posso essere una dominatrice estremamente crudele, spietata, inflessibile ma anche una padrona simpatica e divertente».

     

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    La dominatrix in Azione sta facendo ribollire in un colpo solo quel ramo del lago di Clooney, la coalizione a trazione piddina del candidato sindaco Barbara Minghetti (si chiama Agenda Como 2030) e gli Azionisti nordici. Dopo lo scoop del quotidiano La Provincia, tutti hanno scoperto di convivere nello stesso circo in cui un'aspirante consigliera comunale definita «imprenditrice digitale e performer», in realtà bestemmia sul web brandendo un crocifisso e percuote i genitali di partner occasionali per procurare loro piacere. Resilienza poca.

     

    C'è un video particolarmente raffinato, che deve avere convinto i leader locali di Azione e Pd a schierare l'illuminata risorsa; si vede la rossa tatuata, armata di stivali fetish, prendere a calci nelle parti basse un poveraccio con la maschera di Matteo Salvini mentre gli intima: «Adesso prega il cuore immacolato di Maria!». Queste sono le esibizioni soft, per accedere ai contenuti esclusivi bisogna andare su Pornhub e Onlyfans. Postilla a beneficio del mondo cattodem: meglio non aspettarsi interventi innovativi su welfare, terzo settore e politiche giovanili.

     

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    Tornato improvvisamente sulla terra, Calenda ha intuito la trappola e ha twittato: «Ragazzi, scherzi a parte come ovvio non conoscevo i trascorsi della signora in questione. Se si trattasse di fatti privati nulla quaestio, ma direi che non ci sono i presupposti perché sia una candidata di Azione».

     

    La retromarcia del Socrate dei Parioli ha finito per spiazzare la candidata sindaco Minghetti, che con una certa imprudenza aveva già inglobato la regina porno-fetish nella squadra in nome dell'inclusione automatica: «Sono sorpresa per il clamore suscitato dalla notizia, Doha ha contribuito con serietà e ricchezza di proposte al nostro lavoro sul programma».

     

    Incuriositi, torniamo sulla homepage del sito di Lady Demonique per capire meglio e leggiamo: «Adoro i giochi di ruolo, il clinical, le pratiche più sadiche e cruente. Con me sarai umiliato a dovere per ogni tuo difetto, che tu sia minidotato o ciccione, non ha importanza; il bodyshaming nel mio impero è concesso. Mi piace molto inscenare situazioni blasfeme e dissacranti».

     

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    Poiché sarebbero bastati cinque minuti di navigazione web per scoprire la professione della Cicciolina voltiana, diventa interessante sapere come vengono stilate le liste locali di Azione e chi si addormenta sui curricula.

     

    Il 31 marzo scorso anche un giulivo Calenda ha posato in riva al lago accanto alla dominatrice, senza sapere che lei, ai suoi adepti (o meglio «schiavi») non chiede denaro ma «omaggi» secondo un rigoroso listino: preservativo usato 400 euro, parrucchiere 150, unghie 100, pedicure e intimo 50, «strisce con i miei peli» 50.

     

    Doha Zaghi adesso è delusa per la retromarcia del leader e si confessa a Un giorno da pecora su RadioRai: «Non sono una pornostar ma una performer fetish e sono rimasta male per la bocciatura. Gli uomini che mi contattano si fanno sottomettere, io giro video che si possono vedere su noti siti porno.

     

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    Sono sempre stata interessata alla politica, sono iscritta ad Azione e non penso sia giusto escludermi; prendo atto che l'Italia è un paese in cui esiste ancora la discriminazione, una provincia dell'Arabia Saudita. Se i clienti mi pagano per bestemmiare non vedo perché non dovrei farlo, ma questo non è incompatibile con un ruolo pubblico».

     

    A Como, il partito calendiano è riuscito in un'impresa difficilmente eguagliabile: riunire sotto lo stesso tetto un punto di riferimento cattolico come Anna Veronelli (ex Forza Italia) e la bestemmiatrice di crocifissi. In una città moderata e di eredità democristiana - che ricorda con nostalgia il vescovo Alessandro Maggiolini e non si stanca di celebrare quello laico (ancora in gran forma) Giuseppe Guzzetti - non è questo il miglior modo di affrontare una campagna elettorale.

     

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    Ma nella lista sinistrorsa, che comprende anche Italia viva, c'è chi difende la suggestiva scelta. Come Giordano Masini, coordinatore della segreteria di +Europa: «La candidatura di Doha Zaghi, che noi sosteniamo, non ci sembra una notizia né tantomeno uno scandalo. Il sex work è un ambito lavorativo e come tale deve essere trattato». Alla disperata caccia di voti arcobaleno, i tardosocialisti mascherati da liberali hanno lo stesso problema di Lady Demonique, il travestimento.

     

     

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    Si legge in un surreale comunicato, uscito prima della retromarcia di Calenda: «Agenda Como 2030 riunisce persone profondamente interessate al progetto di rinnovamento della città, che hanno proposte e volontà di impegnarsi al servizio della comunità, nel rifiuto dei pregiudizi e delle discriminazioni». Bestemmie e preservativi usati a parte, «chi crede davvero negli ideali liberali e democratici è tenuto a praticarli». Anche a frustate sui ciccioli.

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