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    "SONO PREOCCUPATISSIMO PER LA MIA FAMIGLIA A KHERSON, PER DORMIRE PRENDO I PRODOTTI CHE MI HA SUGGERITO IL MEDICO DELLA SQUADRA" - VIKTOR KOVALENKO, CENTROCAMPISTA UCRAINO DELLO SPEZIA, PARLA DELLA GUERRA CHE HA COLPITO IL SUO PAESE E I TENTATIVI DI FAR VENIRE IN ITALIA LA FAMIGLIA - "A KHERSON SE VEDONO PASSARE UNA MACCHINA, I RUSSI SPARANO: NON IMPORTA SE CI SONO CIVILI, DONNE O BAMBINI. I MIEI GENITORI NON ACCETTEREBBERO MAI DI PARTIRE. VIVO SEMPRE CON IL PENSIERO CHE POSSA ARRIVARE QUALCHE BRUTTA NOTIZIA"


     
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    Da www.ilnapolista.it

    VIKTOR KOVALENKO VIKTOR KOVALENKO

     

    La Gazzetta dello Sport intervista Viktor Kovalenko, centrocampista dello Spezia, in prestito dall’Atalanta. La sua famiglia è a Kherson, in Ucraina, la città è occupata dai russi. «L’incertezza è tremenda. Non sappiamo quanto potrà durare questa guerra assurda. Kherson è occupata, a 15 km dalla nostra casa sono state sganciate le bombe».

     

    Al momento è impossibile far venire la sua famiglia in Italia.

     

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    «Troppo pericoloso. In quella zona, se vedono passare una macchina, i russi sparano: non importa se ci sono civili, donne o bambini. Per uscire da Kherson bisogna superare tre posti di blocco. Ma c’è anche un altro aspetto da considerare. I miei genitori non accetterebbero mai di partire. E questo vale per tanti ucraini. Se abbandoni la tua casa, sei sicuro che al ritorno non troverai nulla: i russi entrano e prendono tutto. Tu cosa faresti? La scelta è facile: resti lì, difendi non solo la tua casa, ma la tua vita. Mio padre ha un fucile. Spera di non doverlo usare, ma nel caso difenderebbe se stesso e la sua famiglia».

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    Li sente ogni giorno, ma teme che gli raccontino bugie per tenerlo tranquillo. «Cercano di tranquillizzarmi, ma non riesco a capire se mi dicono davvero la verità o se alcune cose le tengono per sé. Anche perché temono che le conversazioni vengano ascoltate o registrate. Non mi mandano nemmeno delle foto per il timore che il telefono venga controllato dai russi in caso di perquisizione».

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    Lui, intanto, divorato dalla preoccupazione, non riesce a dormire. «Sono preoccupatissimo, per provare a dormire almeno qualche ora prendo i prodotti che mi ha suggerito il medico dello Spezia. Ma è davvero complicato. Vivo sempre con il pensiero che all’improvviso possa arrivare qualche brutta notizia. È brutto accendere la televisione e vedere certe immagini. Migliaia di persone sorridevano al futuro, avevano dei sogni e stavano costruendo la loro vita, ma tutto è stato spazzato via dalla guerra. Io però sono sicuro che l’Ucraina si risolleverà».

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