TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A…
Estratto dell’articolo di Massimo Basile per "la Repubblica"
Mark Swidan - John Leung - Kai Li
L’agente segreto. Il trafficante di droga. L’attivista anti-Taiwan informatore dell’Fbi. Tre cittadini americani sono stati liberati dal governo cinese in uno scambio di prigionieri e imbarcati su un volo diretto in Usa. Erano tutti e tre in carcere, condannati uno a dieci anni, uno all’ergastolo e il terzo alla pena di morte. I primi due per spionaggio, l’altro per traffico di stupefacenti.
È inusuale che Pechino accetti uno scambio di prigionieri. Secondo il New York Times , John Leung, Kai Li e Mark Swidan sarebbero il “regalo di addio” al presidente Usa Joe Biden, che ha ricostruito le relazioni con il leader cinese Xi Jinping, ma anche un segnale di apertura verso Donald Trump, che tornerà alla Casa Bianca tra meno di due mesi. «Segnalano a Trump — ha spiegato al Times John Kamm, di Dui Hua Foundation, noprofit di San Francisco — la possibilità di fare importanti concessioni ».
La liberazione dei tre americani è arrivata, forse non casualmente, alla vigilia di Thanksgiving, il Giorno del ringraziamento che si celebra oggi negli Stati Uniti, e pochi giorni dopo l’annuncio del presidente eletto di ricorrere ai dazi sulle importazioni dalla Cina, minaccia che rischia di deteriorare in modo rapido le relazioni tra i due Paesi.
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Leung, residente a Hong Kong, aveva organizzato gruppi che promuovevano i legami tra America e Cina, difeso le rivendicazioni di Pechino su Taiwan, ed era apparso spesso al fianco di rappresentanti cinesi in missione negli Usa. Ma allo stesso tempo aveva fornito all’Fbi informazioni riservate. […]
Nel 2023 un tribunale di Suzhou lo aveva condannato all’ergastolo per spionaggio. Sette anni prima la stessa sorte era toccata a Kai Li, americano di origine cinese residente a New York, condannato a dieci anni di carcere con l’accusa di essere un agente segreto per conto degli Stati Uniti. Il figlio, Harrison Li, dal 2016 ha fatto la spola con Washington per ottenere la liberazione del padre. «Lo farete tornare a casa dentro una bara?», aveva chiesto una delle ultime volte.
Anche Katherine Swidan, la madre di Mark Swidan, un texano di Houston, temeva che il figlio non sarebbe tornato vivo. Arrestato nel 2012 con l’accusa di essere un trafficante di droga, condannato a morte nel 2019, Swidan era stato sottoposto a tortura. Una volta aveva tentato il suicidio.
Due prigionieri, Li e Swidan, sono malati, ma nessuno aveva requisiti tali da far pensare alla liberazione, soprattutto quando di mezzo c’è la Cina. Invece il 5 novembre, con la vittoria di Trump e la certezza che i rapporti tra Washington e Pechino sarebbero tornati a irrigidirsi, forse è scattato il conto alla rovescia.
Durante i negoziati è venuto fuori il nome di Xu Yanjun, 007 cinese condannato negli Usa per spionaggio. Nessuno ha confermato lo scambio, ma ieri il suo nome non risultava più tra le persone detenute negli Stati Uniti. Ma deve esserci molto di più di un finale da film di agenti segreti. La liberazione di Leung, sostenitore dell’annessione cinese di Taiwan, sembra un messaggio a Trump a non immischiarsi nella vicenda, mostrandogli che alla fine la scelta pagherà.
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