Estratto dell’articolo di Anais Ginori per “la Repubblica”
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Diventano un caso politico-mediatico le molestie verbali a un gruppo di archeologhe che lavorano negli scavi ai due passi della basilica di Saint-Denis, dove sono sepolti i re di Francia.
A causa del caldo, le archeologhe erano accovacciate tra le rovine in pantaloncini e canottiera e alcuni passanti hanno gridato battute oscene o sostenuto che non era un lavoro per donne.
I fatti risalgono a qualche settimana fa ma da pochi giorni i profili social dell’estrema destra hanno trasformato l’affaire in un caso virale denunciando l’islamizzazione del comune a nord di Parigi, in uno dei dipartimenti più poveri e melting pot di Francia.
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A pochi passi, rue de la Boulangerie, c’è la moschea Tawhid, riaperta un anno fa, dopo che c’erano state proteste per le preghiere in strada. «Non sono state fatte osservazioni di natura islamica o religiosa», risponde Oriane Filhol, vicesindaca di Saint-Denis con delega ai diritti e alla solidarietà delle donne. «Non è questo l’argomento e non è quello che è successo» aggiunge, precisando che si trattava soprattutto di uomini che facevano battute sessiste.
[…] Da quando è stato sollevato l’affaire delle archeologhe molestate il comune ha varato misure di protezione del cantiere. Una recinzione e un telo proteggono l’attività negli scavi e ci sono pattuglie di polizia più frequenti. È stato affisso un manifesto che mostra il volto di una donna in ginocchio, con gli attrezzi necessari per gli scavi, e il testo: «Vi ricordiamo che qualsiasi mancanza di rispetto nei loro confronti sarà segnalata e perseguita, come previsto dalla legge».
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La molestia verbale sessista nei luoghi pubblici è un reato penale punibile con una multa da 90 a 750 euro. Finora le archeologhe non hanno presentato denuncia ma l’Inrap ha confermato che in caso di nuovi episodi si rivolgerà alla polizia municipale e allerterà le autorità giudiziarie, anche grazie a telecamere di sorveglianza intorno al sito.
«La situazione si è calmata da quando sono state introdotte le varie misure», spiega Claude Héron, direttore dell’unità archeologica del comune di Saint-Denis, che visita regolarmente il sito archeologico dopo la polemica sulle molestie. «La gente del posto ha capito che non si gioca con queste cose» prosegue Héron. […]
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