ex ilva acciaierie d italia taranto adolfo urso

ACCIAIO FUSO – L’EX ILVA È DESTINATA AGLI AZERI DI BAKU STEEL, CHE HANNO OFFERTO 500 MILIONI DI EURO (E UN’OPZIONE PER ALTRI 500 MILIONI PER LA VALORIZZAZIONE DEL MAGAZZINO DI ILVA), UN TERZO DI QUANTO SPERA DI INCASSARE IL MINISTRO DEL MADE IN ITALY, ADOLFO URSO – ­SUL PIATTO C’È ANCHE L’OFFERTA DA 200 MILIONI DEGLI INDIANI DI JINDAL 200 MILIARDI, MENTRE GLI AMERICANI DI BEDROCK SI SONO SFILATI – IL VERO BUSINESS DI BAKU STEEL È IL GAS: È PRONTA A PORTARE A TARANTO ANCHE UNA NAVE RIGASSIFICATRICE…

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Estratto dell’articolo di Carlo Di Foggia per “il Fatto Quotidiano”

 

stabilimenti ex ilva a taranto

[…]  Come deciso dai commissari di Acciaierie d’Italia e di Ilva – entrambe in amministrazione straordinaria – entro la mezzanotte di venerdì sono arrivati i rilanci delle tre offerte per rilevare il gruppo giunte il 10 gennaio. Solo in due hanno rilanciato: gli azeri di Baku Steel e gli indiani di Jindal, attraverso Vulcan Steel; gli americani di Bedrock si sono invece sfilati.

 

Il futuro dell’ex colosso tarantino sembra portare in Azerbaigian. Come ampiamente anticipato, Baku Steel supportata dal fondo statale azero Azerbaijan Investment Company, offre 500 milioni, a cui si aggiungerebbe la valorizzazione per pari importo del magazzino di Ilva, sempre che alla data di chiusura resti tale.

 

acciaierie d italia

Tanto basterà al governo – la partita è seguita dal ministro Adolfo Urso – e ai tre commissari per dirsi soddisfatti, anche se la speranza era arrivare al miliardo e mezzo. In realtà l’incasso netto è appunto di 500 milioni, un terzo di quanto sperato e lontano anni luce dagli 1,8 miliardi che nel 2018 offrì Arcelor Mittal (ne versò assai meno), il colosso cacciato un anno fa dopo una guerra col governo.

 

Baku è in vantaggio perché Jindal ha offerto 200 milioni, ma soprattutto promette meno esuberi (2 mila contro i 3 mila degli indiani) in un’azienda che oggi conta ancora oltre 9 mila dipendenti e altri 1.700 in Cig impiegati in Ilva per le bonifiche. Jindal, va detto, ha un piano industriale migliore, basato sul preridotto per colare acciaio senza bruciare carbone, in linea col piano di decarbonizzazione dell’Ilva.

 

Baku Steel è un gruppo piccolo, produce meno di un sesto di Ilva ai tempi d’oro e non è facile capire il suo interesse per l’Italia (anche se potrà poi rivendere pezzi di Ilva). Una spiegazione è nel gas, essendo l’Azerbaigian uno dei grandi fornitori europei, spesso citato come (parziale) sostituto della Russia, attraverso il gasdotto Tap, che porta il metano dal Mar Caspio in Puglia, via Turchia, Grecia e Albania.

 

adolfo urso giancarlo giorgetti voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse

È però assai legato a Mosca, con cui ha un accordo di interscambio di volumi (di gas) che poi rivende all’Ue. A non dire che il Parlamento Ue lo accusa di “pulizia etnica” contro gli armeni del Nagorno-Karabakh.

 

Baku porterebbe a Taranto anche una nave rigassificatrice, cosa che permetterebbe agli azeri di avere un peso ancora maggiore sul fabbisogno italiano, schermando l’ingombrante vicino russo. […]

ex ilva di taranto - acciaierie d italia