ALI-ALLAH VERSO IL DECOLLO? - VIA LIBERA DALLE BANCHE ALL'ACQUISIZIONE DI ALITALIA DA PARTE DI ETIHAD - UNICREDIT E INTESA PRONTE A RINUNCIARE A UN TERZO DEI CREDITI VERSO ALITALIA – IN BALLO 400 MILIONI DI DEBITI CHE GLI ARABI NON VOGLIONO

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

1-ALITALIA-ETIHAD, VIA LIBERA DALLE BANCHE
Giacomo Galeazzi per "La Stampa"
Tutto fa pensare che il matrimonio andrà in porto: le banche, con la moral suasion del governo, aprono a Etihad. Entro sette giorni sarà preparata e inviata una nuova lettera dei soci italiani in risposta alle richieste di Abu Dhabi. C'è chi utilizza la parola svolta, chi invece resta cauto.
Ma tra ottimismo e pessimismo prevale la tesi che tra Alitalia e la compagnia araba alcuni fondamentali passi avanti nella trattativa siano stati fatti. E tra questi c'è un atteggiamento più flessibile delle banche: insomma hanno accettato di accollarsi circa la metà del debito. «Si è vicini alla quadra», assicurano fonti del governo.
Dopo il tavolo convocato ieri dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, la strada sembra tracciata: non lasciare cadere l'opzione offerta dalla compagnia di Abu Dhabi e chiudere la trattativa. Governo, vertici e banche creditrici hanno esaminato i differenti aspetti del negoziato e delle richieste di Etihad, alla luce «delle positive indicazioni espresse da parte degli azionisti e delle banche».
Ancora qualche limatura, ma l'accordo con gli istituti sulla rinegoziazione del debito appare in dirittura d'arrivo. Perciò al 90% le richieste arabe verranno soddisfatte, mentre si lavora per mettere a punto un meccanismo di garanzia per i sacrifici chiesti alle banche. Poi saranno convocati i sindacati, per trovare una soluzione all'altro passaggio delicato del «salvataggio»: quello degli esuberi.
Per andare incontro a Etihad (che chiede garanzie sulle pendenze passate della compagnia), Alitalia ha messo a punto la proposta di costituire una newco, dove far confluire business e attività e dove far entrare il partner emiratino con una quota del 49%: un investimento fino a 560 milioni. «Siamo un Paese industriale e a vocazione turistica, il trasporto aereo è fondamentale: non bisogna disperderlo né regalarlo a zero euro a chi ha scommesso sul fallimento», ribadisce il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, senza precisare di chi parla.
Il riferimento, secondo i detrattori, è al rischio (nel caso andasse in fumo l'ipotesi Etihad) di un ritorno sulla scena di Air France-Klm, a quel punto per mettere le mani su una compagnia pressoché in saldo.
Altre novità in chiave Etihad sono attese dal prossimo Consiglio dei ministri, che col Piano nazionale degli aeroporti punta ad approvare una norma sulla liberalizzazione di Linate. Infine gli esuberi: Etihad ne ha chiesti 1.500-2.500. Si è stabilito di far ricorso al fondo nazionale del trasporto per finanziare la cassa integrazione. Una volta inviata la lettera di risposta di Alitalia, la road map prevede la redazione di una lettera d'intenti non vincolante da sottoporre e far sottoscrivere alle parti.
Su questa base, poi, andrà preparato e sottoscritto il contratto che sarà vincolante solo se verranno rispettate alcune condizioni, tra cui il via libera della Commissione Ue che però è in scadenza e ciò potrebbe allungare i tempi. Solo allora potrà avvenire la transazione. In settimana, concludono fonti del governo, «ci saranno nuovi importanti contatti tra le due compagnie».

2-ALITALIA-ETIHAD, BANCHE PRONTE A RINUNCIARE A PARTE DEI CREDITI
Gianni Dragoni per "Il Sole 24 Ore"

Il governo spinge Alitalia verso le braccia di Etihad con una nuova proposta accettata dalle banche. L'esito della partita non è ancora scritto, ma che la direzione sia questa è stato deciso ieri a Palazzo Chigi in un vertice con le banche e la compagnia.
«Il governo, gli azionisti e le banche creditrici hanno convenuto che la trattativa con Etihad dovrà proseguire e condurre ad un esito positivo», afferma una nota di Palazzo Chigi, diffusa al termine dell'incontro di oltre due ore.

Il sottosegretario alla presidenza, Graziano Delrio, ha incontrato l'a.d. di Alitalia, Gabriele Del Torchio, il presidente, Roberto Colanino, alcuni rappresentanti di istituti bancari, le più esposte sono Intesa Sanpaolo e Unicredit. Per il ministero dell'Economia c'era Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica. In contatto telefonico da Milano il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi.

Il passaggio chiave riguarda la richiesta di Etihad di cancellare 400 milioni di debiti finanziari di Alitalia. È confermato lo schema della divisione dell'Alitalia-Cai in due. La compagnia si svuoterebbe e resterebbe come «old company», responsabile per le pendenze legali del passato. Ci sarebbe una nuova società, la «new company», con le attività di volo, in questa entrerebbe Etihad con capitale fresco fino a 550 milioni e una quota inferiore al 50 per cento.

Come verrà risolto il problema del debito? Malgrado permanga qualche distinguo dal fronte bancario, secondo fonti autorevoli è stato concordato che le banche cancellerebbero un terzo dell'esposizione che Etihad non vuole, mentre convertirebbero in capitale di Alitalia i residui due terzi. Questa proposta sarà presentata a Etihad, non coincide con tutte le richieste di Abu Dhabi, ma la disponibilità delle banche è un passo avanti.

Palazzo Chigi dice che il progetto di accordo con Etihad è «una grande opportunità di sviluppo di un importante marchio italiano e per il sistema paese. (...) Il governo - prosegue la nota - ha invitato il management di Alitalia a continuare la trattativa sulla base delle positive indicazioni espresse oggi da parte degli azionisti e delle banche. Sulla base di ciò nei prossimi giorni ci saranno nuovi importanti contatti tra le due compagnie, Alitalia ed Etihad».

L'a.d. di Unicredit, Federico Ghizzoni, non ha partecipato al vertice, in una conferenza stampa ha detto: «Non ho idea di dove siano le altre banche, questa è la seconda riunione. Vediamo che tipo di risposte ci daranno oggi. Dovevo andare ma io sono qua. Il piano di Etihad non lo abbiamo visto direttamente, ci è stato illustrato a grandi linee. Mi sembra comunque un piano interessante perché prevede una crescita industriale e decisioni importanti in sinergia con Alitalia. (...) siamo disposti a fare quello che è possibile, ma non tutto, per aiutare alla definizione di questa trattativa. Vediamo le novità nelle prossime giornate».

Ci sarebbe sempre il nodo dei 140 milioni di crediti di Unicredit con il factoring, benché la banca più esposta sia Intesa, con 280 milioni. Sull'ipotesi di una bad company Ghizzoni ha detto: «Non sono al corrente».

Secondo Airports Council International nel primo trimestre Fiumicino per la qualità percepita dai passeggeri ha superato Parigi Cdg, Francoforte e Madrid. «Il miglioramento della qualità ed efficienza dell'aeroporto di Fiumicino è il miglior contributo che possiamo dare alla competitività del trasporto aereo nel nostro paese in particolare per chi, come Alitalia, ha scelto Fiumicino come hub», ha commentato l'a.d. di Atlantia, Giovanni Castellucci.

 

 

alitaliaETHIAD ALITALIA x Etihad Livery big james hogan Enrico Letta Graziano Delrio GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN Al Bahr Towers di Abu Dhabi Premio Guido Carli Federico Ghizzoni GABRIELE DEL TORCHIOmaurizio lupi pennarello argento fabrizio pagani