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Giuseppe Bottero per “La Stampa”
Il dossier Alitalia è di nuovo sotto i riflettori: in attesa del via libera della Commissione Ue alla fusione con Etihad, il cda della ex compagnia di bandiera torna a riunirsi per fare il punto sullo stato dei lavori. Sul tavolo del board, convocato per martedì, anche l’avanzamento del piano industriale messo a punto da Del Torchio, il manager che alla fine dell’operazione con il gruppo arabo passerà la mano.
Dopo qualche giorno di pausa in cui persino gli emissari di Abu Dhabi, sempre frenetici, hanno staccato la spina, il quartier generale di Alitalia torna dunque pienamente operativo: tra i temi che devono essere affrontati entro l’autunno ci sono la liquidità necessaria a garantire ossigeno fino al «closing» - l’ammontare del prestito ponte resta da definire - e, naturalmente, il rinnovo dei vertici.
In pole position per il ruolo di ad c’è Silvano Cassano, ex Benetton, ma è circolato anche il nome dell’a.d. di Alenia Giuseppe Giordo. Mentre per la poltrona di presidente, al posto di Roberto Colaninno (che aveva annunciato l’addio già ad ottobre dell’anno scorso, ma a gennaio aveva accettato la riconferma per completare la transizione), resta forte il nome di Luca Cordero di Montezemolo, che ha avuto un ruolo determinante per convincere gli arabi.
Un’accelerazione è prevista per la prima settimana di settembre, quando James Hogan sarà a Roma con il suo staff per presentare la visione di Etihad al personale del gruppo italiano, considerato strategico per vincere la sfida sul mercato europeo, dove la compagnia di Abu Dhabi ha già messo importanti bandierine acquisendo il 49% di Air Serbia, il 29% di Air Berlin, il 33,3% di Darwin Airline e il 3% di Aer Lingus.
Attraverso l’ingresso in Alitalia Etihad punta a conquistare anche il ricco mercato del Nord Italia ora appannaggio di Lufthansa, che guarda con preoccupazione al nuovo concorrente. L’obiettivo di Etihad è creare una integrazione sempre maggiore tra le compagnie partner: in particolare per Alitalia è prevista una più stretta cooperazione bilaterale con Air Berlin. Il lavoro dovrebbe prevedere, tra l’altro, un potenziamento degli hub e una possibile riduzione del costo dei biglietti.
Alla Magliana intanto, si stringe sul capitolo esuberi. A quanto si apprende, per ora, sarebbero in pochi quelli che avrebbero scelto la strada delle dimissioni: non bastano, ragionano i sindacati, i 10 mila euro lordi offerti come buonuscita. Il vero taglio, però, scatterà ad ottobre: la riduzione coinvolgerà tutti i settori, anche le persone più vicine all’ad. Fuori, a quanto si apprende, dieci delle ventotto segretarie. Sforbiciata corposa, ma inevitabile, pure nella manutenzione e tra gli addetti alle vendite.
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