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Lucio Cillis per "Repubblica.it"
Mad Dog va in pensione, accompagnato dalle Frecce Tricolori. Trent'anni dopo il suo ingresso nella flotta Alitalia, il Mc Donnell Douglas-80, discendente diretto del Dc-9, esce definitivamente di scena con un ultimo volo commemorativo da Roma Fiumicino a Trieste e ritorno passando sopra le terre del delta del Po. Una dismissione obbligata per l'aereo che più di altri ha segnato la storia della compagnia.
Il Md-80 ha visto gli anni dell'Iri di Prodi, che diede il via libera al loro acquisto nei primi anni Ottanta. Ha vissuto gli anni Novanta, il trasloco nella sede della Magliana, il fallimento di ogni alleanza con Klm, e nel 2008 l'estremo tentativo di salvare la compagnia di bandiera. Cane pazzo ha vissuto e segnato anni drammatici, fino a diventare un simbolo dell'Alitalia bruciata dagli sprechi, piccolo macigno sui conti in rosso nei mesi della caduta verso il precipizio, quando gli avidi motori posti in coda, consumavano kerosene e inquinavano l'ambiente a livelli insostenibili.
L'addio al Md-80 scatena per questo emozioni negli appassionati di volo, ma apre anche la porta ai mille dubbi che pesano sul vettore romano soprattutto se si considera lo scenario macroeconomico nel quale è inserito e delle acque tempestose nelle quali dovrà cercare di non affogare.
Davanti alla flotta che Alitalia definisce oggi "la più giovane tra le compagnie europee", si staglia un nuovo anno terribile. Il 2013, conferma l'amministratore delegato del vettore, Andrea Ragnetti, sarà un anno di quelli "tosti", con l'alta velocità che rischia entro il 2016 di rendere "insostenibile" la guerra sulle tratte interne servite dai treni di Fsi e Ntv. Una delle possibili vie di fuga è, probabilmente, già segnata: sullo sfondo continuano a muoversi i manager della compagnia del Golfo Etihad, che punta ad un ingresso trionfale in Sky Team prima, e successivamente in quote di capitale Air France e Alitalia.
Oggi però l'ad Ragnetti, che conferma il target del pareggio operativo per il prossimo anno, deve fare i conti con il primo trimestre 2013, che si annuncia il peggiore di sempre per le compagnie aeree. Tra l'altro occorre mettere mano subito al portafogli visto che in cassa le risorse disponibili si stanno esaurendo: l'obbligo di ricapitalizzare è a un passo ma i piccoli azionisti scalpitano e cercano di riconsegnare le azioni nelle mani di Intesa Sanpaolo. Per superare l'impasse il vertice di Alitalia avrebbe messo a punto un piano: l'idea per superare con un balzo questo guado riportando in equilibrio il capitale, al momento, è di operare uno o più spin-off di alcuni asset fin qui rimasti dietro le quinte ma che potrebbero essere molto appetibili sul mercato.
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