DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
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Erano anni che non si vedeva tanta gente in Banca d’Italia per l’assemblea annuale, un rito che aveva la sua massima espressione prima dell’euro, quando via Nazionale batteva moneta e decideva i tassi d’interesse.
Poi la “messa cantata” di fatto era scaduta ad un esercizio quasi retorico visto che Bankitalia rappresenta solo un pezzettino della Banca centrale europea, peraltro guidata ancora per un anno da un italiano, Mario Draghi, già governatore a palazzo Koch.
Questa volta lo scontro tra la presidenza della Repubblica e i “barbari” di Cinque Stelle e Lega su Savona all’Economia e sull’euro ha riportato Ignazio Visco, governatore già contestato da Renzi (peraltro in conflitto di interesse per via di Maria Elena Boschi e di Banca Etruria) per la vigilanza mancata sulle banche e difeso invece da Mattarella, al centro della scena.
L’establishment, per quanto affaticato e preoccupato, ha fatto quadrato, senza per questo smontare i “barbari”: cinque deputati e senatori dei Cinque Stelle, capitanati dal loro senatore più esperto in materia di banche, Elio Lannutti, che hanno presidiato stamattina l’ingresso di via Nazionale.
Avevano anche pensato ad una manifestazione ufficiale di protesta ma sia per responsabilità istituzionale sia perché le stesse sono state “sconsigliate” dalla giusta moral suasion stretta intorno alla banca, ci hanno rinunciato.
Dentro Visco ha riconfermato tutti i sacri principi: “Non possiamo prescindere dai vincoli costituzionali, la tutela del risparmio, l’equilibrio dei conti, il rispetto dei Trattati”. Per prudenza, guardando alle prossime elezioni, aveva appena premesso che “le norme entro cui operiamo possono essere discusse, criticate. Vanno migliorate”. Delle due l’una, si potrebbe dire mentre a Paolo Savona fischiavano le orecchie.
Intanto lo spread sfondava, mentre Visco parlava, quota 300 e Mustier, capo di Unicredit, sbirciava le ammiraglie che traportavano i colleghi banchieri. Lui, in omaggio alla moda grillina ma non troppo, non viaggia in taxi ma solo in 500.
jean pierre mustier e francine lacqua con elkette l alce peluche di mustier
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