DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"
L'ultima passerella, quella davanti agli ermellini di Cassazione, rovina in extremis la sfilata giudiziaria degli stilisti Dolce e Gabbana. In primavera il giudice dell'udienza preliminare Simone Luerti li aveva prosciolti a Milano dall'accusa di aver frodato il fisco per 800 milioni di euro nel cedere nel 2003-2005 la proprietà dei loro marchi a una società appositamente costituita in Lussemburgo; e l'altro ieri anche il sostituto procuratore generale in Cassazione, cioè il rappresentante dell'accusa, aveva chiesto ai supremi giudici che fosse dichiarato inammissibile il ricorso che la Procura di Milano aveva presentato per chiedere appunto l'annullamento del «non luogo a procedere», pronunciato dal gip Luerti il primo aprile scorso addirittura con la motivazione «il fatto non sussiste».
Invece la Corte di Cassazione ha ora accolto il ricorso proposto dai pm milanesi Laura Pedio e Gaetano Ruta per «manifesta illogicità della motivazione» dei proscioglimenti da frode fiscale e truffa allo Stato, e li ha annullati con la conseguenza che la rilevanza penale delle operazioni finanziarie degli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana, del fratello di Dolce, del loro commercialista e di due manager dovrà essere rivalutata a Milano da un'altra udienza preliminare davanti a un altro giudice.
La questione è molto complicata, e in attesa delle motivazioni non è semplice comprendere quale sia il perimetro di gioco delimitato dalla Cassazione per il supplemento di iter giudiziario deciso. E del resto già in sede tributaria le società avevano preferito nel 2007 far cessare il contenzioso sull'Iva pagando 40 milioni di euro tra imposta, sanzioni e interessi.
Per il gip, che li aveva prosciolti, l'accusa agli stilisti Dolce e Gabbana era sì una «suggestione forte, ma più la si guardava da vicino, da tutte le angolature, e più restava irrimediabilmente suggestione»: a partire dal fatto che «l'operazione di cessione dei marchi» gli appariva «reale, effettiva e non simulata», dettata dalla preferenza delle banche per un assetto aziendale che restasse separato dai destini personali degli stilisti.
Altro capitolo era e resta quello delle divergenze di stima dei valori in gioco. Il giudice sottolineava che le valutazioni fossero le più varie, «anche meno della metà della stima dell'Agenzia delle Entrate»: la quale invece, al pari dei pm, affermava che i marchi, compravenduti per 360 milioni su stima della società PricewaterhouseCoopers, avessero avuto in realtà un valore di un miliardo e 193 milioni, con conseguente maxirisparmio fiscale.
2 - GABBANA: "MEGLIO ANDARSENE DALL'ITALIA"
Di seguito alcuni dei tweet postati da Gabbana sul suo profilo Twitter. Dagli utenti del social network ha ricevuto vari messaggi al vetriolo ma anche manifestazioni di solidarietà .
"Ã proprio vero che in Italia fanno quello vogliono.....a loro piacimento.... Sarebbe meglio forse andarsene...."
"Prima mi faccio pagare per le calunnie....e poi me ne vado!!! :))"
"Pazzesco come la gente abbocca a qualsiasi notizia...."
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