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GIGANTI DAI PIEDI D'ARGILLA - AT&T SI PAPPA TIME WARNER PER 109 MILIARDI, MA SERVE L'OK DELLE AUTORITÀ ANTITRUST. E SIA TRUMP CHE CLINTON NON GRADISCONO: GLI AMERICANI DETESTANO I MONOPOLI REGIONALI DELLE TELECOM (PESSIMI SERVIZI E PREZZI ALTI) - MA IL CONSOLIDAMENTO SCONFINA NELLA SILICON VALLEY: APPLE VUOLE COMPRARE, NETFLIX È PREDA

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Francesco Semprini per la Stampa

 

TIME WARNER TIME WARNER

L' ufficializzazione dell' operazione tra At&t e Time Warner inaugura un nuovo risiko nella Corporate America, con protagonisti operatori di telecomunicazioni, media, cinema e Silicon Valley. Il tutto in un clima di incertezza anti-trust, visto che la stessa manovra tra At&t e Time Warner deve prima passare il giudizio delle autorità Usa, che arriverà solo dopo l' insediamento del nuovo presidente.

 

L' acquisizione, hanno reso noto nella notte le due società, vale 85,4 miliardi di dollari, più di quanto si pensasse, e sale a 108,7 incluso il debito. At&t pagherà 107,5 dollari per azione, metà in contanti e metà in titoli, e per finanziare l' operazione ha ottenuto un prestito ponte da 40 miliardi da Jp Morgan e Bank of America.

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Gli azionisti di Time Warner avranno il 14,4-15,7% di At&t. «È l' unione perfetta che può tradursi in un nuovo approccio su come opera l' industria dei media e delle tlc» dice Randall Stephenson, ad di At&t, che dovrebbe assumere la guida della società dopo il consolidamento. «È un gran giorno per i nostri azionisti», sottolinea il numero uno di Time Warner, Jeff Bewkes. Per lui è il riscatto dopo le critiche degli investitori giunte due anni fa per aver rifiutato un' offerta di acquisto da parte 21 Century Fox a 85 dollari ad azione.

 

L' operazione crea un impero che coniuga tlc e media (a cui fanno capo emittenti come Hbo, Cnn e gli studio Time Warner) e potrebbe inaugurare una nuova fase per il settore intrattenimento, pressato da social media e web-tv. Inizia un risiko di acquisizioni e fusioni, come dimostrano le trattative di matrimonio fra Viacom e Cbs, che potrebbe chiudersi entro l' anno.

 

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Risiko che coinvolge anche la Silicon Valley, con le società tecnologiche a caccia di contenuti per i loro nuovi servizi e per sfidare big come Netflix e Amazon. Lo conferma l' interesse di Apple per la stessa Time Warner per cui erano stati avviati contatti due mesi fa, ma anche l' accordo fra Cbs e Google, che si appresta a lanciare una nuova web tv su YouTube.

 

Cupertino del resto deve far fronte a problemi interni col suo prodotto di punta, l' iPhone.

Per l' ultimo trimestre sono attesi nuovi cali delle vendite, che portano il bilancio dell' esercizio fiscale 2016 a 211 milioni di iPhone venduti, il 9% in meno. Una ripresa è attesa con le vendite natalizie, ma il calo preoccupa, così come l' intensificarsi della concorrenza sui servizi mobili.

 

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Ecco l' importanza di una nuova spinta dettata dall' accordo di ieri che, secondo indiscrezioni, prevede una clausola con cui Time Warner si impegna a pagare 1,7 miliardi di dollari nel caso in cui ricevesse e accettasse un' offerta rivale. At&t pagherà invece una commissione da 500 milioni dollari se l' accordo dovesse essere bloccato.

L' intesa deve essere approvata dal Dipartimento di Giustizia, e le due società si augurano che questo succeda entro la fine del 2017.

 

L' operazione è entrata di prepotenza nella campagna elettorale. Trump, il candidato repubblicano, ha detto che una sua amministrazione non approverebbe l' accordo, e non avrebbe approvato neanche quello fra Comcast e Nbc-Universal del 2009. Fu quella la prima prova in materia dell' allora neopresidente Obama: l' accordo passò ma il vento è cambiato, come dimostra il fallito accordo tra Comcast e la stessa Time Warner. Hillary Clinton ha promesso severità in materia di antitrust. E Tim Kaine, il suo vice, è altrettanto scettico: «Condivido i timori, una minore concentrazione ritengo sia generalmente positiva, soprattutto nei media».

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