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BOLLORÉ È SALTATO SULLA SEDIA QUANDO HA VISTO IL PIANO DI RENZI PER SCAGLIARE LA FIBRA DELL'ENEL CONTRO LA RETE DI TELECOM ITALIA - IL SUO BRACCIO DESTRO PUYFONTAINE: ''SE CI SONO COMBINAZIONI POSSIBILI CON ENEL, PERCHÉ NO? MA SARÀ COMPITO DI CATTANEO DECIDERE''

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1. RENZI SCAGLIA LA FIBRA DELL' ENEL CONTRO LA RETE DI TELECOM ITALIA

Giorgio Meletti per il “Fatto quotidiano

 

È arrivato il futuro", scandisce Matteo Renzi in formato venditore. Il messaggio è deboluccio, frasi così trionfali si addicono al top manager con in mano un nuovo mirabolante smartphone o davanti alla lavastoviglie che pulisce a secco. Qui il futuro è solo l' ennesimo annuncio. L' unica cosa concreta in arrivo è una guerra sanguinosa tra Enel e Telecom Italia.

 

Dunque il presidente del Consiglio mette a disposizione la ribalta di Palazzo Chigi per l' annuncio di una società privata ma controllata dallo Stato, l' Enel, che dichiara di voler fare la sua rete telefonica alternativa a quella dell' ex monopolista telefonico.

RENZI STARACE BRUGNARO BIANCO DECARO BANDA LARGA 
RENZI STARACE BRUGNARO BIANCO DECARO BANDA LARGA

 

L' amministratore delegato Francesco Starace, presentato dal premier come campione dell' innovazione, al pari di un Farinetti o di un Marchionne qualsiasi, si siede al tavolo presidenziale insieme ai cinque sindaci (di Bari, Cagliari, Catania, Perugia e Venezia) che saranno i primi beneficiati dell' operazione banda larga elettrica.

 

Il nuovo amministratore delegato di Telecom Italia, Flavio Cattaneo, schiuma rabbia e fa trapelare le prime due armi d' interdizione: contesterà che Enel vuole costruire la nuova rete in fibra ottica alternativa alla rete Telecom con i soldi che gli italiani pagano in bolletta elettrica per i nuovi contatori elettronici; minaccerà il colosso elettrico di cambiare fornitore di energia, e Telecom Italia oggi è il secondo consumatore italiano di elettricità dopo le Fs.

ryan o keeffe  e francesco staraceryan o keeffe e francesco starace

 

Il piano di Starace è noto. Investendo 2,5 miliardi vuol portare la fibra ottica in 7,5 milioni di case, disseminate in 224 città. Il costo previsto è poco più di 300 euro ad abitazione. "Abbiamo la possibilità di ridurre i costi facendo l' operazione insieme all' installazione dei nuovi contatori elettronici", dice Starace.

 

Solo il 40 per cento dei contatori elettrici - fa trapelare Telecom Italia - sono dentro le abitazioni e portare la fibra dai contatori che stanno in fondo alle scale fino al settimo piano non sarà indolore.

francesco staracefrancesco starace

 

Comunque si parte. Starace arriva a Palazzo Chigi con Aldo Bisio di Vodafone Italia e Massimo Ibarra di Wind, i suoi primi due clienti. Enel infatti, con la sua Eof (Enel Open Fiber) guidata da Tommaso Pompei, non sarà un operatore telefonico, ma affitterà la cosiddetta fibra spenta agli operatori, eventualmente anche Telecom Italia.

 

Saranno anni intensi per gli amministratori di condominio, che in molte città vedranno arrivare prima gli uomini dell' Enel, poi quelli di Telecom Italia, poi quelli di Metroweb (controllata da Cassa Depositi e Prestiti) sempre con la stessa proposta: spaccare i muri delle scale per far salire la fibra ottica e realizzare la mitica Ftth (Fiber to the home) che consente di far viaggiare i dati alla velocità di 100 megabit al secondo.

 

FLAVIO CATTANEOFLAVIO CATTANEO

L' ambiziosa strategia di Renzi appare cangiante con il passare dei mesi. Ieri il premier ha annunciato che l' obiettivo è di portare entro il 2020 la banda a 30 megabit di velocità nel 100 per cento delle case e degli uffici italiani e i 100 megabit nel 50 per cento.

I 30 megabit sono la velocità già sufficiente a ricevere un buon segnale televisivo consentito dalla tecnologia Fttc (Fiber to the cabinet), cioè fibra fino all' armadio di strada (circa 100 metri dall' abitazione) e il vecchio doppino di rame già esistente.

franco bassaninifranco bassanini

 

Un anno fa, l' obiettivo di Palazzo Chigi era 85 per cento di case con i 100 megabit entro il 2020. L' obiettivo è dunque realisticamente ridimensionato. Rimane però la determinazione del governo a smuovere una situazione troppo lenta. Dopo aver perso un sacco di tempo dietro all' ipotesi Metroweb, Renzi ha messo da parte l' aziendina pubblica presieduta dal suo presunto consigliere Franco Bassanini per giocare tutte le sue carte sull' Enel.

 

Con l' obiettivo di sempre: mettere alle strette Telecom Italia, accusata di frenare gli investimenti per difendere il suo patrimonio - la vecchia rete in rame - ma anche decine di migliaia di posti di lavoro che da quella rete vetusta dipendono. I sindacati sono già sul piede di guerra, vedono in pericolo almeno 15 mila posti, mentre attendono con ansia l' insediamento di Cattaneo (il 12 aprile) che dovrebbe portare con sé un piano di tagli lacrime e sangue per recuperare un po' di redditività secondo i voleri del nuovo padrone di Telecom, il francese Vincent Bolloré.

 

metroweb logo metroweb logo

Renzi ha annunciato per il 29 aprile prossimo i primi bandi per i contributi pubblici alle imprese che vorranno cablare le cosiddette aree C e D, cioè quelle "a fallimento di mercato", dove l' investitore privato non ha convenienza a investire in mancanza di incentivi. I bandi arrivano con circa un anno di ritardo sui primi annunci di Renzi. Ma il futuro, come il premier sa, prima o poi arriva sempre.

 

 

2. DE PUYFONTAINE, AD DI VIVENDI: «TELECOM ITALIA DEVE INVESTIRE SIAMO ALLINEATI CON IL GOVERNO» - ALLARGARE IL TAVOLO ALL’ENEL? «PERCHÉ NO SE HA SENSO»

Antonella Olivieri per ''Il Sole 24 Ore"

 

VINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINEVINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINE

Pare che anche Vincent Bolloré sia saltato sulla sedia quando ha letto le notizie dall'Italia sui supposti 15mila esuberi in Telecom, la metà degli addetti alla rete, in relazione all’iniziativa dell’Enel, che ha presentato ieri a Palazzo Chigi il suo piano per la banda ultralarga. Comprensibile che da Parigi, un'azienda privata come Vivendi non abbia nessuna intenzione di dichiarare guerra al Governo di Roma su un terreno sensibile come quello delle telecomunicazioni.

 

Così, ancora prima che si aprisse la conferenza stampa del premier Matteo Renzi con la presentazione del piano Enel, l'azionista di riferimento di Telecom ha gettato acqua sul fuoco. «Siamo in Italia per sviluppare e investire nel lungo periodo e non per ridurre gli organici», è il messaggio, messo nero su bianco, arrivato ieri mattina da Vivendi.

de puyfontaine mediaset vivendide puyfontaine mediaset vivendi


«Lei capisce che quando abbiamo letto sulla stampa di speculazioni basate su stime di analisti, abbiamo sentito il dovere, come azionista al 24,9% di Telecom, di chiarire che il tema non è assolutamente in agenda. È molto importante ribadire che la nostra posizione è quella di un investitore di lungo periodo», ripete ancora una volta il ceo della media company transalpina Arnaud de Puyfontaine, componente del board di Telecom e prossimo a entrare nel cda di Mediaset.

RECCHI ARNAUD DE PUYFONTAINERECCHI ARNAUD DE PUYFONTAINE


Ma quanto è lungo per voi il lungo periodo? 
As far as my eyes can see. Tutte le voci che riferiscono qualcos'altro non sono vere. L'unica verità è il lungo termine. E' la stessa posizione del presidente, meraviglioso e visionario, che è anche il mio primo azionista e che è stata condivisa con Governo, mercato, regolatori, con tutti quanti ho incontrato nelle mie visite in Italia.
 

State per chiudere un accordo con Mediaset che vi porterà a rilevare la pay-tv Premium. Se è vero che non c'è l'intenzione di mettere insieme Mediaset Premium con Telecom Italia, tutti si chiedono quali siano allora i progetti per quest'ultima. 
Su Mediaset non commento, se non che fa parte degli interlocutori con i quali abbiamo buone relazioni in Italia. Il nostro obiettivo è costruire un media group latino con partner-chiave delle tlc. Noi crediamo che una relazione più stretta tra le tlc e il nostro mondo – dove la competizione arriva da Google, Facebook, Netflix - sia la via giusta per il successo.


E Telecom? 
Vogliamo far nascere una nuova Telecom Italia, mettere in grado il gruppo di crescere e di costruire una storia di successo, cosa che non è stata fatta nelle passati decadi. Occorre avere le risorse per investire in infrastrutture, perché siamo convinti che in questo campo si deve essere in posizione di leadership. E noi vogliamo essere partner di strutture di distribuzione per fare il nostro lavoro. C'è bisogno di visione strategica, di risorse e noi ribadiamo di essere impegnati sull'Italia.

banda largabanda larga


Pensate di poter recuperare le risorse sufficienti a investire per la leadership tecnologica solo col taglio dei costi? 
Noi non chiediamo un taglio dei costi, ma vogliamo un contesto di maggiore efficienza, per investire con maggior efficacia cioè investire per un Roe più alto, aumentare l'Ebitda e il Capex. Il piano che il consiglio Telecom ha approvato a febbraio è solo un inizio. Perché il fatto di non avere investito abbastanza in passato ha creato una situazione in cui Telecom è rimasta indietro rispetto ai competitor internazionali. Sotto il profilo infrastrutturale, se penso a quello che erano le telco in Italia all'inizio degli anni Novanta e alla situazione di oggi, dico che occorre recuperare rapidamente. Su questo siamo perfettamente allineati con la visione del Governo. Noi vogliamo essere un azionista amichevole, collaborare con le istituzioni italiane ed essere un big player sul mercato.


Ma un aumento di capitale lo considerereste o lo escludete? 
Un aumento di capitale è sempre un'opzione possibile per un'azienda, ma non è in agenda. Crediamo che Telecom abbia le risorse per aumentare il cash flow e gli investimenti senza dover ricorrere a una ricapalizzazione.

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Il progetto dell'Enel nella costruzione di una rete in fibra gode di un forte supporto governativo. Telecom ha trattato con Metroweb, ma il ceo dell'Enel ancora ieri ha detto che l'incumbent sarebbe il benvenuto, se volesse aggiungersi all’iniziativa. È possibile un allargamento del tavolo a tre? 
Non sono il ceo di Telecom, sono il ceo di Vivendi, che è un compito già abbastanza impegnativo. Ho letto con interesse quello che è stato scritto. Mi aspetto che ceo e presidente esecutivo presentino al board quali sarebbero i vantaggi per Telecom Italia. Bene sapere chi è capace di fare cosa e se ci sono combinazioni possibili, perché no?, se ha senso. Io sono agnostico a riguardo. Il mio obiettivo è trovare la soluzione migliore per Telecom e per l'Italia.


Metroweb, Inwit: ci sono tanti dossier da chiudere. 
Ci sono molti deal sul tavolo: Metroweb, le torri il Brasile. Abbiamo un nuovo ceo, Flavio Cattaneo. Molto presto ci saranno decisioni. Ho delle idee a riguardo, ma non voglio anticipare.

piersilvio e silvio berlusconipiersilvio e silvio berlusconi


Per Inwit sono arrivate due offerte vincolanti, quella di Cellnex-F2i e quella di EiTowers. Dovrete scegliere tra le due al prossimo cda? 
Quando si cambia management occorre ripensare i piani e dare la possibilità al nuovo management di farli suoi. A livello internazionale c'è un processo di consolidamento in corso nel business delle torri, ma non per questo vuol dire che si deve assecondarlo. Bisogna ancora discutere che ruolo hanno le torri mobili nel contesto del business di di Telecom.


A proposito, è confermato il consiglio del 12 aprile per l’insediamento ufficiale del nuovo ceo? Ultimamente era sembrato possibile uno slittamento. 
Ho un'agenda corporate molto intensa e sarò spesso in Italia nelle prossime settimane, sia a Milano, sia a Roma. 


E il consolidamento delle telecomunicazioni a livello europeo? Da Orange arrivano ogni tanto segnali di interesse altalenanti per Telecom Italia. 
Ci sono così tante cose da fare ancora in Italia..


Che il consolidamento internazionale può attendere, pare di capire.