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OPS UBI - CARLO MESSINA TIRA DRITTO, L'OFFERTA DI SCAMBIO DI INTESA SU UBI NON CAMBIA, NONOSTANTE IL CORONAVIRUS STIA PENALIZZANDO I LISTINI: L'INTERA OPERAZIONE UBI, CHE VALEVA 4,8 MILIARDI, AI PREZZI DI IERI VALE 680 MILIONI IN MENO. E IL PREMIO ORIGINARIO DEL 27,6%, PER EFFETTO DEL MAGGIOR CROLLO IN BORSA DI UBI È ORA DELL'8,7%. E LA DILUIZIONE DEL PREMIO POTREBBE AUMENTARE LO SCETTICISMO DEI SOCI STABILI

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Rosario Dimito per “il Messaggero”

 

Carlo Messina

Carlo Messina tira dritto, l'offerta di scambio di Intesa Sanpaolo su Ubi non cambia, nonostante il coronavirus stia penalizzando i listini e, ai valori di ieri, gli azionisti della banca bergamasca avrebbero azioni dell'offerente con un premio proporzionalmente più basso.

 

Paolo Grandi

Ieri, secondo quanto risulta al Messaggero, Messina avrebbe riunito in Ca' de Sass il team dei suoi più stretti collaboratori (il chief governance officer Paolo Grandi, il chief lending officer Raffaello Ruggieri, l'ad di Banca Imi Mauro Micillo) e il capo dell'investment banking di Mediobanca, advisor dell'operazione, Francesco Canzonieri, per fare il punto della situazione, soprattutto alla luce dell'andamento di Piazza Affari.

 

canzonieri mediobanca

Si consideri che il Ftse Italia Bank, l'indice di valorizzazione degli istituti quotati, da venerdì 14, punto di riferimento dell'Ops, ha perso il 16,4%. Sempre da quel giorno i titoli Ubi (chiusura 3,51 euro) hanno perso il 17,3%, mentre i titoli Intesa Sp (chiusura 2,13 euro) sono calati del 14,5%. Considerando che l'offerta è stata lanciata con un concambio di 17 a 10, la quotazione attuale delle azioni Intesa Sanpaolo valorizza i titoli Ubi a 3,62 euro. Questo significa che i titoli della banca di Bergamo sono valorizzate il 13,8% in meno e l'intera operazione, che valeva 4,8 miliardi, ai prezzi di ieri vale 680 milioni in meno. E il premio originario del 27,6%, per effetto del maggior crollo in Borsa di Ubi è ora dell'8,7%.

 

Bazoli e Victor Massiah

LA MINORANZA DI BLOCCO

Questo il quadro ancora fluido perché fino al lancio dell'offerta (fine giugno), la Borsa quasi sicuramente subirà altri aggiustamenti. Ma c'è da considerare che la diluizione del premio potrebbe aumentare lo scetticismo dei soci stabili.

 

Dei tre gruppi - Car (18,6%), Patto dei Mille (1,6%), Sindacato azionisti (8,7%) - quest'ultimo non riesce ancora a riunirsi a causa delle restrizioni legate al Covid-19. La Prefettura di Brescia, in linea con le disposizioni governative che impediscono assembramenti, continua a non autorizzare il summit fra i 38 gruppi del patto bresciano presieduto da Franco Polotti e di cui sono vicepresidenti Virginio Fidanza (re delle pantofole) e il banchiere d'affari Francesco Moccagatta. Adesso l'orientamento è di fissare la riunione per la serata di domani o dopodomani, ma in conference call.

Carlo Messina

 

Sia il Car che il Patto dei Mille hanno bocciato l'offerta ritenendola «ostile», «irricevibile» e che «sottovaluta Ubi sradicandola dal territorio». L'esito del patto bresciano dovrebbe essere ugualmente negativo. I tre raggruppamenti, allo stato, riuniscono il 28,9% del capitale, ma la campagna di reclutamento è in corso per avvicinarsi alla soglia del 33% valida come minoranza di blocco in modo da condizionare fortemente la fusione. Car e bresciani vorrebbero dotarsi di un advisor a testa da scegliere fra Lazard, Vitale, SocGen e Lincoln.

 

Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ad, e Giovanni Bazoli, presidente onorario

Ci si prepara quindi al muro contro muro con l'ausilio dei consulenti. Intesa ha Mediobanca e Pedersoli Studio Legale; Ubi ha Credit Suisse, Goldman Sachs e Bep. Nelle ultime ore, Intesa avrebbe rafforzato il team di legali e sta per ingaggiare Massimo Dattrino, specializzato in litigation, e lo studio Gatti Pavesi Bianchi se dovessero insorgere contenziosi. Questo perché Carlo Pedersoli ha relazioni pregresse con il mondo Ubi ed è impegnato nell'offerta e nella predisposizione del prospetto entro la fine di questa settimana.