1- COLPO BAZO-LI! PUR DI SPACCARE UN EVENTUALE ASSE ROTELLI-DELLA VALLE ABRAMO BAZOLI SPALANCA LE PORTE DELLA GESTIONE DI RCS-CORRIERE DELLA SERA AL BOSS DELLE SANITà ROTELLI, CHE HA GIÀ RAPPORTI DI FERRO CON INTESA SAN PAOLO 2- PER LO SCARPARO SI TRATTEREBBE DELL’ENNESIMA SCONFITTA DI UNA STAGIONE CHE L’HA VISTO PIÙ PROTAGONISTA NEI SALOTTI TELEVISIVI, CHE NEI DEFUNTI “SALOTTI BUONI” 3- L’ASSE BAZOLI-ROTELLI DOVREBBE ESSERE ANCHE UN ARGINE AL DUO NAGEL (MEDIOBANCA) ED ELKANN (FIAT) CHE PUNTA A SCALZARE IL BANCHIERE CATTOLICO DAL RUOLO DI PRIMO ATTORE DELLA SGANGHERATA COMPAGNIA DI VIA SOLFERINO. E INSEDIARE L’ATTUALE DIRETTORE DE “LA STAMPA”, MARIO CALABRESI, AL POSTO DI FLEBUCCIO DE BORTOLI 4- MARTEDÌ 16 ASSEMBLEA PER LA RICOSTITUZIONE DEL CAPITALE (PERDITA DI 427 MLN €). SE DELLA VALLE SPINGE PER LA RICAPITALIZZAZIONE, ELKANN PUNTA A UN PARTNER ESTERO

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DAGOREPORT
Per Abramo Bazoli, nume tutelare del Corriere, si tratta della sua ultima impresa per tentare di tirare fuori dalle secche del debito in cui si è pericolosamente incagliata la Corazzata di via Solferino. Un impegno, il suo, che si presenta più difficile e arduo rispetto al passato del quotidiano milanese. A dir poco tormentato: dallo scandalo P2-Calvi al buco di Gemina-Agnelli fino alla storia recente dell'operazione Recoletos-El Mundo che ha prodotto una voragine di oltre un miliardo di euro.

Ma mentre la Corazzata Corriere affonda, anche alla prossima assemblea dell'Rcs-Mediagroup, convocata per il 16 ottobre, alla fine non succederà nulla. L'unica novità potrebbe essere, come anticipato da "il Messaggero" oggi, il coinvolgimento diretto nella gestione dell'azienda di Giuseppe Rotelli.

Il Re della sanità della Lombardia, sollecitato da Abramo Bazoli, potrebbe dare una mano al nuovo amministratore delegato, Pietro Scott Jovane, nel rimettere ordine nell'amministrazione disastrata del gruppo. La mossa di Bazoli, però, è soprattutto diretta a spaccare un eventuale asse Rotelli-Della Valle quando ad aprile 2013 andrà a scadenza il patto di sindacato.

Per lo scarparo di Casette d'Ete si tratterebbe dell'ennesima sconfitta di una stagione che l'ha visto più protagonista nei salotti televisivi, che nei cosiddetti "salotti buoni" dei Poteri marci.

L'asse Bazoli-Rotelli, cementato in Banca Intesa tra un conflitto d'interessi e l'altro, dovrebbe essere anche un argine dentro all'Rcs al duo Nagel (Mediobanca) e Elkann (Fiat) che punta a scalzare il banchiere cattolico dal ruolo di primo attore della sgangherata compagnia di via Solferino. E insediare l'attuale direttore de "la Stampa", Mario Calabresi, al posto di Flebuccio de Bortoli.

Nel frattempo, però, l'istituto di piazzetta Cuccia ha fatto un buco nell'acqua nel tentativo di disfarsi in Spagna del gruppo Recoletos-El Mundo, che a suoi tempo gli frutto una parcella ultramilionaria a spese del Corrierone. E nella redazione del Corriere, dove è stato appena rinnovato il comitato di redazione, non vogliono nemmeno sentire parlare di "stato di crisi" per buttare fuori dal giornale un'altra manciata d'incolpevoli colleghi.

2- COLPO BAZO-LI - PUR DI SFILARLO A DELLA VALLE, BAZOLI SPALANCA LE PORTE DELLA GESTIONE DI RCS A ROTELLI
Rosario Dimito per "Il Messaggero"

Rcs si prepara a coinvolgere Giuseppe Rotelli nella gestione. E la mossa sarebbe finalizzata a scongiurare un'alleanza con Diego Della Valle che è pronto a prendere posizione a favore di una ricapitalizzazione del Corriere in tempi brevi.

L'imprenditore della sanità, primo azionista del gruppo editoriale con l'11,03% diretto più i diritti di voto sul 3,6% del Banco Popolare, secondo quanto risulta a Il Messaggero dovrebbe entrare in uno dei comitati tecnici della governance di via Solferino: controlli e rischi o remunerazione e nomine. Probabilmente nel primo, e l'ingresso potrebbe avvenire nel prossimo cda.

La regia di questa operazione sarebbe di Giovanni Bazoli, da tempo garante degli assetti di Rcs anche per assicurare stabilità e autorevolezza alla direzione del quotidiano nonostante fuori dalla stanza dei bottoni dei soci forti, ci sia un nucleo di azionisti che fa pressing. Rotelli, che è uno dei vicepresidenti, ha solidi legami con Intesa Sanpaolo che ne ha finanziato anche l'acquisizione del San Raffaele.

E ora, col prossimo ingresso nella gestione, di fatto diventa un supporter dell'accordo parasociale pur senza farne parte a pieno titolo. Della Valle, invece, accreditato dell'8,7% ufficiale, quota che sta arrotondando approssimandosi al 10% da dove potrebbe salire ancora, dalla scorsa primavera si contrappone soprattutto a Fiat e Mediobanca per le divergenze scoppiate sulla composizione del board che lo hanno portato a sbattere la porta del patto, dopo essere uscito ad ottobre 2011 dall'accordo Mediobanca.

Il prossimo terreno di scontro dovrebbe essere l'assemblea di Rcs convocata martedì 16 per la ricostituzione del capitale sceso di oltre un terzo per effetto di 427 milioni di perdite registrate al 30 giugno a causa di 305 milioni di svalutazioni.

Ai sensi dell'art 2446 del codice civile i soci devono adottare i provvedimenti conseguenti che possono essere realizzati entro un anno. Il presidente Angelo Provasoli e l'ad Pietro Scott Jovane prenderanno atto della situazione finanziaria alla luce della quale potranno essere adottate una serie di provvedimenti la cui attuazione, però potrà avvenire nei 12 mesi successivi con la definizione di modalità e ammontare esatto.

Il patto che riunisce il 58,1% del capitale, nell'ultimo vertice del 21 settembre, ha rinviato le decisioni sull'aumento alla presentazione del nuovo piano industriale in fase di elaborazione . E a questo proposito pur essendo troppo presto per le convocazioni, i soci forti potrebbero riunirsi venerdì 23 novembre in modo da esaminare le bozze del nuovo piano che dovrebbe essere approvato da un cda entro la prima decade di dicembre.

Della Valle spingerà però affinché l'assemblea prossima decida subito una ricapitalizzazione che comunque dovrebbe essere fino a un massimo di 500 milioni. Sulla stessa linea potrebbe attestarsi il gruppo Proto col 2,8%, ma quasi sicuramente non Rotelli. Essendoci tempo, invece le decisioni sulle modalità dell'operazione (aumento o prestito convertibile in varie tranche) dovrebbero essere assunte da un board da tenersi il prossimo anno che chiamerebbe una successiva assise. Nell'ambito del patto, Mediobanca e Fiat si sarebbero dichiarate fredde su una ricapitalizzazione tout court, John Elkann sembra prediligere il possibile arrivo di un partner estero.

 

 

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