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IL “CONCERTO” LIVE: TUTTE LE TAPPE DELLA “STRATEGIA COORDINATA” DI CALTAGIRONE, MILLERI E LOVAGLIO – TUTTO COMINCIA A NOVEMBRE 2024, CON LA VENDITA DEL 15% DI MPS A QUATTRO SOGGETTI (CALTA, DELFIN, ANIMA, BPM), CON UNA PROCEDURA “PIENA DI ANOMALIE” E MEDIATA DALLA PICCOLA BANCA AKROS. NEI MESI SUCCESSIVI, CINQUE CONSIGLIERI “INDIPENDENTI” SI DIMETTONO DAL CDA DEL “MONTE”, SU PRESSIONE DEL MINISTERO E DEL LEGHISTA ALBERTO BAGNAI – AD APRILE L’AUMENTO DI CAPITALE DI MPS PER SCALARE MEDIOBANCA. L’AD “LOSBAGLIO” CHIAMA IN CAUSA GIORGETTI (“DAL MINISTERO UN RUOLO FACILITATORIO”) – SETTEMBRE: L’ASSALTO RIESCE…

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Estratto dell'articolo di Rosario Di Raimondo per “la Repubblica”

 

luigi lovaglio il gordon gekko dei riccarelli

«Una strategia consapevole e coordinata» in cinque tappe. Passate ai raggi X dalla procura di Milano e dalla Gdf, nell'inchiesta sul presunto patto occulto tra gli indagati Francesco Gaetano Caltagirone, Francesco Milleri e Luigi Lovaglio […].

 

Strane coincidenze

Il primo passo è la procedura con la quale il Tesoro vende il 15% di quote del Monte dei Paschi a soli quattro soggetti: Caltagirone, la Delfin di Milleri, Anima e Banco Bpm. Una gara che sembra «pilotata», e vede come intermediaria Banca Akros.

 

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MEDIOBANCA

La procedura, piena di «anomalie», esclude altri partecipanti e si chiude in pochi minuti. Il 13 novembre 2024, parte dei titoli finisce a Caltagirone e Delfin. Entrambi pagano 5,9 euro per azione, entrambi con un premio del 6,96%. Coincidenza? Pensarlo «sarebbe ingenuo», scrivono i pm […].

 

Diverse le persone già sentite sul caso. A partire da Alessandro Melzi D'Eril, ex ad di Anima, oggi ceo di Mediobanca, che ha «trasmesso materiale» alla Procura dopo le sue «dichiarazioni». E poi i manager di Akros, Giulio Greco e Giuseppe Puccio. Quest'ultimo racconta della telefonata con un legale del Mef, nei minuti della vendita, durante la quale gli viene ordinato di comunicare subito che la partita è chiusa.

 

Gli acquisti nascosti

Alessandro Melzi d’Eril

Delfin e Caltagirone entrano così nella «cabina di regia» della banca di Siena. Cinque consiglieri indipendenti si dimettono. Tre di loro su pressione del ministero e del deputato leghista Alberto Bagnai. Nel cda entrano cinque nomi legati ai registi del «patto». Il 24 gennaio l'annuncio: Mps lancia una "Ops" (offerta pubblica di scambio) su Mediobanca. Operazione da 13,3 miliardi.

 

Intanto, fino al 17 aprile, Delfin e Caltagirone aumentano la loro partecipazione in Mps: passano al 9,86 e al 9,96%. Questi acquisti, «in quanto concertati», per i pm avrebbero richiesto l'ok di Bce e Consob. «Per ovvie ragioni», il duo «si è ben guardato» dal fare comunicazioni.

 

"L'ho detto a Giorgetti"

FRANCESCO MILLERI

[…] Il 17 aprile l'assemblea di Mps approva l'aumento di capitale per scalare Mediobanca. Un azionista parla di «conflitti d'interesse, una cosa da terzo mondo». L'ad Lovaglio difende «l'operazione»: «L'ho presentata per la prima volta nel dicembre 2022 al ministro Giorgetti, credo fosse il giorno del suo compleanno». Poi invia una nota al governatore della Banca d'Italia e all'Ivass: la presenza di «alcuni soci e il supporto governativo» hanno avuto «[…] un ruolo facilitatorio».

 

Telefonate imbarazzate

GIANCARLO GIORGETTI E FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE (FOTOMONTAGGIO)

Piazzetta Cuccia tenta una manovra difensiva. E lancia a sua volta una "Ops" su Banca Generali. Uno dei consiglieri di Mediobanca in quota Delfin, Sandro Panizza, chiama Caltagirone per dirglielo: «C'è stato un consiglio che ha approvato...non con il voto favorevole da parte mia e della professoressa Pucci...».

 

Per i pm, «dalla telefonata si coglie l'atteggiamento reverenziale e imbarazzato» del consigliere. Che "lavora" per Delfin ma risponde al costruttore. Della manovra difensiva si lamenta un dirigente del Mef, Stefano Di Stefano — sentito dai pm — con Alessandro Tonetti, vicedirettore di Cassa depositi e prestiti: «Mediobanca sta facendo di tutto per salvare il posto al suo ad. Un approccio molto antigovernativo». […]

Sandro Panizza

 

L'assalto a Mediobanca riesce a settembre. […] Caltagirone, Milleri e Lovaglio, per l'accusa, hanno omesso di comunicare il loro accordo. Non hanno fatto una offerta pubblica di acquisto (Opa), necessaria col superamento del 25% del capitale sociale di Piazzetta Cuccia. Hanno assunto il controllo attestando «falsamente» che «non vi sono persone che agiscono di concerto». Un patto, per la procura guidata da Marcello Viola, che esisteva almeno dal 2019.

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FOTO LAPRESSE IL NUOVO CDA DI MEDIOBANCA BY CALTAGIRONE E MILLERI