NON E’ UN CUOCO FATUO: IL TELECHEF E’ DIVENTATO UNA ONE-MAN-HOLDING - CRACCO ORA “CUCINA” ANCHE I DIRITTI D’IMMAGINE

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Andrea Montanari per milanofinanza.it

Chissà se la massiccia presenza televisiva, su Sky Italia e non solo, ha dato visibilità anche al suo ristorante stellato e quindi garantito maggior introiti. Sta di fatto che l'anno scorso i conti della Cracco Investimenti, la holding di uno degli chef italiani più rinomati anche all'estero (grazie alle due stelle Michelin e al reality show Masterchef), sono notevolmente cresciuti.

E siccome l'unico asset della società del cuoco vicentino è il noto ristorante nel cuore di Milano, è plausibile che Cracco, tra programmi, apparizioni in tv e copertine di giornali, abbia fatto breccia ancora di più nel cuore dei buongustai italiani e stranieri.

La holding, infatti, ha archiviato il 2012 con un fatturato di 3,051 milioni (il 7% in più rispetto al 2011) legato con ogni probabilità all'aumento della clientela del ristorante (stabilmente tra i 50 migliori al mondo dal 2007) e un utile netto di 326.244 euro (+51,5%) dopo costi del personale per 560 mila euro. Il debito con le banche si è attestato a 1,03 milioni.

E dato che la società non ha esigenze di cassa, né al momento ambiziosi piani di acquisizioni, lo chef, azionista al 100% e amministratore unico della finanziaria, ha deciso di staccarsi un dividendo di 200 mila euro, cifra in linea con quella distribuita l'anno precedente.

Visti i risultati crescenti e le novità gastronomiche e televisive che hanno riguardato la star dei fornelli in questa prima parte di 2013, non è da escludere che i conti della holding continuino a registrare questo trend di crescita.

Cracco, infatti, oltre a essere confermato quale volto di punta dei programmi della pay tv di Rupert Murdoch (a Masterchef affiancherà la versione italiana di Hell's Kitchen), continua a seguire la consulenza di un altro ristorante di lusso di Milano, il Trussardi alla Scala (ai fornelli c'è Luigi Taglienti) e dal 5 settembre curerà la cucina e il menù del ristorante che aprirà all'interno di Palazzo Parigi, il monumentale albergo a 5 stelle (7 piani e 98 tra camere e suites che costeranno tra i 560 e i 1.260 euro per notte) costato quasi 100 milioni, che la famiglia Giambelli di Vimercate sta per inaugurare in zona Brera.

Ed è forse per tutte queste ragioni che a inizio agosto lo chef ha deciso di ampliare l'oggetto sociale della sua holding, che d'ora in poi si occuperà anche «della gestione dei diritti d'immagine di Cracco, dei diritti di sfruttamento del nome del ristorante e della commercializzazione delle sue attività in senso più ampio». Di fatto, una one-man-holding.

«Una società e un tipo di business ideale per un listino come l'Aim Italia», sostiene Giovanni Natali, ad di Ambromobiliare, una delle merchant specializzate in ipo di pmi. «Il settore food di fascia altissima e un marchio internazionale potrebbero valere in borsa tra i 15 e i 20 milioni nel pre-mercato». Ma lo chef vicentino ancora non avrebbe preso in considerazione questa opzione.

 

 

CARLO CRACCO SU GQCARLO CRACCO SU GQ CARLO CRACCO ALLA LIBRERIA ARION CARLO CRACCO ALLA LIBRERIA ARION CARLO CRACCO jpegcarlo cracco a cena nel ristorante del giudic L y ybE jpeg