DECOLLO E NON BARCOLLO - DOMENICA L’UE DOVREBBE DARE L’OK ALL’ACCORDO TRA ALITALIA-ETIHAD - MA L’ANTITRUST RESTERÀ IN GUARDIA PER CAPIRE SE, NELLA GESTIONE DEL GRUPPO, CI SARÀ UN DOMINIO DEGLI EMIRI

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Ettore Livini per “la Repubblica

 

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La UE è pronta a dare il via libera alle nozze tra Alitalia ed Etihad. Una decisione è attesa entro domenica. L’orientamento dell’antitrust continentale, come ribadito ieri da fonti attendibili all’ Agi, sarebbe quello di approvare l’operazione che porterà la compagnia d Abu Dhabi a rilevare il 49% della società italiana con poche condizioni marginali. Alitalia dovrà fare alcune concessioni in particolare su Belgrado e sull’Est Europa.

 

Paletti cui non sarà difficile dire di sì a stretto giro di posta. Incassata la benedizione di Bruxelles, l’accordo sarà messo nero su bianco in pochi giorni. Il prossimo 26 novembre l’assemblea di Alitalia formalizzerà l’aumento di capitale riservato ai nuovi soci del Golfo. Il nuovo cda dovrebbe poi procedere alla nomina alla presidenza di Luca Cordero di Montezemolo e l’alleanza sarà a quel punto pienamente operativa.

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L’Unione si dovrebbe esprimere solo su eventuali profili lesivi della concorrenza. La questione del controllo, che per le leggi Ue deve essere chiaramente in mano agli azionisti comunitari, resterà in sospeso. E l’antitrust la riprenderà in mano solo se il monitoraggio delle attività dovesse profilare un dominio di Etihad nella gestione del gruppo. Sub iudice resta anche il ruolo delle Poste italiane. Ma anche in questo caso, dicono gli esperti, l’operazione non dovrebbe risultare come un aiuto di Stato. L’integrazione dei network decollerà ora a tappe forzate.

 

Alitalia ha già iniziato a ridurre le sue destinazioni a medio e breve raggio dalla stagione invernale appena iniziata rafforzando invece le rotte su Abu Dhabi. Presto riceverà alcuni aerei a lungo raggio del nuovo partner per rafforzare i collegamenti intercontinentali da Fiumicino e (molto marginalmente) da Malpensa.

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L’approdo al miraggio del pareggio di bilancio (previsto in origine per il 2011) è stato fissato ora al 2017. L’ex compagnia di bandiera dovrebbe perdere quest’anno altri 240 milioni. Gli esuberi invece (le procedure di mobilità sono già partite) restano fissati in base agli accordi firmati con i sindacati a 2mila persone circa, di cui parte ricollocati in aziende di fornitori, alle Poste o presso Etihad.