
FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI…
1. RCS, Ã GUERRA SUL NUOVO LIBRO DI BISIGNANI - AZIONISTI DI PESO SI AGITANO E VOGLIONO FARNE SLITTARE LA PRESENTAZIONE
Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)
Adesso in Rcs scoppia pure una guerra sulla data di presentazione di un libro che, sulla carta, minaccia di svelare un bel po' di retroscena scomodi sul mondo che ruota intorno al Corriere della sera. La fatica letteraria in questione si intitola "Il direttore", scritto da Luigi Bisignani ed edito da Chiarelettere.
Cosa sta succedendo, di preciso? Semplice, pare che la presentazione ufficiale del testo, almeno secondo le intenzioni emerse nei giorni scorsi, fosse in programma per il prossimo 8 maggio al Salone del libro di Torino, proprio nel giorno dell'inaugurazione. Peccato, però, che l'8 maggio corrisponda anche al giorno dell'assemblea di approvazione del bilancio di Rcs, quello che si chiuderà con un profondo rosso da 218 milioni di euro. E qui viene il bello.
Il disagio
A quanto pare, infatti, alcuni azionisti pesanti di Rcs avrebbero manifestato più di qualche fastidio nei confronti di questa "coincidenza" temporale. Tra i più nervosi, sembra di capire, c'è Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, il quale è tra le figure prese di mira dal libro di Bisignani. Ci sarebbe proprio lui dietro al personaggio di Lodovico Bogani, che nel testo è un banchiere a capo della Bcs (Banca cattolica di solidarietà ).
Insomma, Bazoli sarebbe tra quelli che più si stanno agitando per far spostare la presentazione del libro a una data successiva a quella dell'assemblea di Rcs. L'ipotesi sul piatto, a questo punto, sarebbe quella del 10 maggio. Dal Salone del libro si limitano a far notare che al momento nel programma ufficiale non c'è ancora una data precisa per il debutto de "Il direttore".
Il cui protagonista, Mauro De Blasio, sarebbe da identificare con Ferruccio De Bortoli, attuale numero uno del quotidiano entrato in rotta di collisione con Bisignani, soprattutto per il modo in cui il Corriere avrebbe trattato l'inchiesta sulla P4 nella quale è rimasto coinvolto lo stesso autore del libro.
Ma nel testo, a quanto filtra, viene presa di mira anche una giornalista particolarmente informata, Lucrezia Sansovino, dietro la quale si dovrebbe indovinare il profilo di una delle firme di punta del quotidiano, ovvero Fiorenza Sarzanini. "Il direttore", che sta per uscire in libreria, già si porta dietro il suo bel carico di polemiche.
2. LUIGI BISIGNANI, ANTEPRIMA DE 'IL DIRETTORE'
Da www.lettera43.it
Uscita editoriale con giallo. Arriva il 24 aprile in libreria l'attesissimo Il direttore, il nuovo romanzo-spy story di Luigi Bisignani pubblicato sempre da Chiarelettere, che narra di intrighi e lotte di potere che ruotano intorno a un immaginario quotidiano italiano, al suo direttore e ai giornalisti che vi lavorano.
Il libro avrebbe dovuto essere presentato l'8 maggio al Salone del Libro di Torino.
NIENTE INCONTRO CON L'AUTORE. La presenza di Bisignani nel giorno inaugurale del Salone del Libro era stata confermata con una nota ufficiale dall'editore di Chiarelettere Lorenzo Fazio.
A presentare il romanzo che ripercorre 30 anni di vita italiana e che ha il ritmo di una fiction televisiva, erano stati chiamati Peter Gomez, direttore de Il Fattoquotidiano.it, Paolo Madron, direttore di Lettera43.it nonché coautore con Bisignani del fortunato L'uomo che sussurra ai potenti e Maria Giovanna Maglie.
L'incontro era stato fissato dagli organizzatori alle ore 15.00, prima nella cosiddetta Sala Blu e, successivamente, spostata nel Café' Letterario lo spazio al centro del Salone del Libro, che può contenere un centinaio di persone.
âIl direttore', invece, non sarà alla rassegna torinese.
PRESSIONI DA PARTE DI RCS. Secondo indiscrezioni raccolte da Lettera43.it, ci sono state pressioni da parte di Rcs, la casa editrice del Corriere della Sera, il giornale alle cui vicende - secondo chi ha letto il libro in anteprima - Bisignani è sembrato ispirarsi, perché proprio l'8 maggio è in programma l'assemblea dei soci della casa editrice milanese.
Un appuntamento che, dopo le ultime polemiche tra azionisti e lo scontro tra l'amministratore delegato Pietro Scott Jovane e il direttore Ferruccio De Bortoli sulla questione dei bonus al management, si preannuncia rovente.
Il direttore è un romanzo con al centro il nodo intricato dei rapporti tra potere e media, il ruolo dei grandi gruppi di pressione industriali e bancari presenti nella proprietà dei giornali, la scomparsa dell'editore puro, il solo che ha interesse a fare buoni giornali perché il suo unico scopo è di avere molti lettori.
Lettera43.it, per gentile concessione di Chiarelettere, pubblica qui alcuni estratti del romanzo.
COSÃ INIZIA â'IL DIRETTORE''
Se ne stava appeso a una corda legata all'ultimo lampione del vecchio ponte sul Tevere, poco più di un fagotto pencolante nell'angolo tra l'arcata e il contrafforte della sponda.
Fu una coppia scesa fin lì in piena notte per scambiarsi effusioni a lanciare l'allarme. Quando lo tirarono giù alle prime luci dell'alba, liberandolo dal cappio che gli stringeva il collo, gli uomini della Fluviale si trovarono davanti il corpo seminudo di un vecchio. Livido, gonfio, la faccia sfigurata. Grumi di sangue secco agli angoli della bocca.
«Che mestiere di merda» esclamò uno degli agenti mentre lo infilavano a fatica in un sacco di plastica steso sul selciato, tra foglie marce ed escrementi di cane. Nessuno fece caso alle dita del cadavere, annerite sulla punta come carbone.
A Lodovico Bogani non era mai piaciuto aspettare. A ottant'anni suonati cominciava a trovarlo insopportabile. «Alla mia età - faceva notare - il tempo è un valore non negoziabile».
Quando lo vide entrare nella saletta riservata del ristorante milanese Il Coriandolo, sollevò la testa scuotendola appena.
«Scusi il ritardo, presidente. disse Mauro De Blasio». Da trent'anni almeno, da quando il banchiere lo aveva messo sotto la sua protezione e gli aveva fatto salire in fretta i gradini del mestiere fino alla guida di uno dei più importanti quotidiani del paese, De Blasio si sforzava di imitarne lo stile impeccabile.
L'EDITORE PURO
Che non sarebbe stata una plenaria tranquilla lo si era capito fin dall'inizio. Lorenzo Guerra non era nemmeno riuscito a tenere il solito discorsetto d'introduzione, subissato da una valanga di domande concitate. Le agenzie avevano battuto la notizia che, per ripianare le perdite del gruppo editoriale, il consiglio d'amministrazione aveva messo in programma la vendita della sede storica del giornale e avviato l'ennesimo piano di tagli e riduzioni dell'organico. Non solo: la concessionaria pubblicitaria veniva affidata a un quotidiano concorrente, di cui il giornale avrebbe, addirittura, acquisito il formato. Forse si sarebbe arrivati in breve a una fusione. L'assemblea era in subbuglio.
"Finitela..." Giambattista Delli Carri non interveniva quasi mai nella plenaria, anche perché vi partecipava poche volte.
"Finitela con i piagnistei. Banche, fabbricanti di ogni tipo, assicuratori, maghi della finanza, fin quando gli editori dei giornali saranno questi, di cosa ci meravigliamo?
Siamo dentro una partita che non potremo mai vincere, parliamo di cose che a loro non interessano, possiamo solo cercare di ridurre al minimo le perdite. E prima ce ne rendiamo conto, meglio è"
.......Si tratta di lottare, se vogliamo che ce ne siano di più".
Nella legge sul conflitto di interessi, che dovrebbe essere calendarizzata a breve, noi dobbiamo batterci perché. venga definito prima di tutto cos'è, un editore puro, e magari, quando sarà il momento, inserirlo nella Costituzione".
Prese fiato e continuò: "Dovrebbe essere una persona fisica e giuridica che ottiene almeno il settanta per cento dei propri proventi dalla pubblicazione e dalla vendita di prodotti editoriali..
"Sì, ma se sono società per azioni?. obiettò sempre il collega degli spettacoli.
"In questo caso, il requisito del settanta per cento dovrebbe comunque essere rispettato da ciascuno dei soci che abbia una partecipazione rilevante, diciamo superiore al quindici per cento".
"Va bene, fila. disse qualcuno. "Ma dal punto di vista economico?"
Giambattista Delli Carri non si scompose: "Si potrebbe prevedere una tassazione agevolata per gli editori puri. Inoltre, d'intesa con l'Europa, andrebbero previsti anche degli incentivi fiscali per gli inserzionisti che nelle campagne pubblicitarie si indirizzano verso i loro giornali.
E infine, e qui entriamo in ballo noi, in prima persona, a garanzia della "purezza" dell'editore, almeno il dieci per cento della proprietà . dovrebbe essere ripartito tra i giornalisti. Così finalmente mettiamo un collega nel consiglio d'amministrazione. Ovviamente, se un giornalista lascia la testata, deve cedere le sue quote.....
L'addio del direttore
..... Furono interrotti dalla suoneria del cellulare, dove s'era cacciato?
"Cerca al solito posto", lo avvertì Rachele, "sotto i cuscini del divano".
Era il collega Fabio Orsato, più eccitato di lui.
'Fosco hai vinto. Il direttore molla!'
'Ma sei sicuro o è la solita cazzata?'
'Sta preparando, asserragliato come in un bunker, l'editoriale d'addio....'
'Scrivendo cosa ?' lo interrogò Massani.
'Da quello che ho intuito da Guerra, i soliti ringraziamenti ai lettori e alla magnifica redazione....'
'Le solite cazzate di circostanza, quindi...?
'Porca troia, fammi finire'
'Si scusa ma sono anni che aspetto questo momento...Dimmi allora cosa sai'
'Una bomba...'
'Che bomba'
'Lascia lanciando un duro attacco ai suoi variopinti azionisti denunciando che non gli permettono di fare un giornale in libertà '...'
'Che paraculo'
'Ma non è tutto... Pare annunci che da domani si batterà in tutte le sedi perché vengano introdotte dal governo facilitazioni e garanzie per gli editori puri .sulla scia delle proposte fatte in riunione da Delli Carri...'
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