DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA…
1.TV DIFFICILE PER LA CHIESA IN SPAGNA
Andrea Montanari per “Milano Finanza”
Fra tutti i problemi, per la Conferenza episcopale spagnola quello relativo al business della televisione forse era il meno atteso. Resta il fatto che viaggia in cattiva acque il piccolo canale generalista 13 Tv, lanciato nel novembre del 2010 e attualmente controllato al 60% (il consolidamento della quota è avvenuto nel 2012) dall'istituzione religiosa presieduta da Ricardo Blázquez Pérez.
L'emittente televisiva di recente ha dovuto drasticamente abbattere il capitale dopo le perdite cumulate a fine 2013, e relative pure agli esercizi precedenti, ovvero 38,5 milioni. Il problema tiene sulle spine la Cee, e indirettamente anche Rcs Mediagroup , visto che la frequenza sulla quale viene trasmessa 13 Tv fa riferimento a Unidad Editorial.
2.INDISCRETO
Da "il Giornale"
IL FANTASMA DI AIR ONE MAGIA SU INTERNET
Air One continua a sopravvivere, ma nel suo sito flyairone.com. Dove si trovano offerte molto convenienti (Pisa-Praga 113 euro, Palermo-Mosca 256) ma per prenotare si finisce nel sito Alitalia dove il volo diretto non c'è e quello con scalo costa ben altri prezzi. Air One non vola più da dicembre, eppure «oggi Air One ti assicura un ottimo servizio spendendo poco». Non solo, ma «se vuoi lavorare con noi, inviaci la tua candidatura».
ZONIN AFFIDA I BOND AI DENTISTI
La Popolare di Vicenza chiede il placet a convertire definitivamente in capitale il prestito obbligazionario da 253 milioni con cui si è salvata dagli stress test della Bce: il cda aveva deciso l'operazione quasi allo scadere del tempo massimo. L'assemblea dei bond holder è il 9 febbraio (il 10 in seconda): è il giorno di Sant'Apollonia, patrona dei dentisti. Al presidente Gianni Zonin non resta che appellarsi a loro.
3.EURO DISNEY IN ROSSO UN MILIARDO DAI SOCI
r. e per "La Stampa"
Gli azionisti di Euro Disney hanno deliberato, quasi all’unanimità, un piano di ricapitalizzazione di 1 miliardo di euro destinato a rivitalizzare lo sviluppo di Disneyland Paris, il parco divertimenti indebolito da un debito colossale e dalla perdita di un milione di visitatori in due anni con la crisi.
Gli azionisti hanno votato nel corso dell’assemblea generale a Parigi una serie di soluzioni che permettono da una parte l’iniezione di 420 milioni di euro in mezzi freschi per la casa madre americana The Walt Disney Company (Twdc) con un aumento di capitale che sarà aperto agli azionisti e dall’altra la conversione in azioni di 600 milioni di euro di debito in capo alla stessa compagnia.
4.PARTERRE
Da “Il Sole 24 Ore”
BANCA PONTI, TANTO INTERESSE MA FORSE NON SI VENDE
Sarebbero attese per i primi di febbraio le offerte non vincolanti per Banca Cesare Ponti, l’istituto del private banking di Carige. A quanto pare il dossier sarebbe sul tavolo di diversi potenziali interessati, che starebbero ora studiando le carte per valutare un’eventuale offerta. Tra i 'big' esteri circolano i nomi di Santander, Credit Agricole e Julius Baer mentre tra i pretendenti italiani sono certamente della partita Cfo sim, che ieri ha annunciato l’acquisizione di Ubi gestioni fiduciarie sim, Banca Leonardo e Banca Finnat, con l’ad Arturo Nattino che ieri ha definito la Ponti «molto interessante».
Peccato che non è certo che la Banca Ponti finisca sul mercato:?la cessione è inserita tra le azioni del capital plan presentato in Bce, è vero, ma gli effetti sul patrimonio sarebbero marginali dunque c’è margine di manovra. A maggior ragione dovessero arrivare le risorse fresche di Andrea Bonomi, che - si dice - alla Banca Cesare Ponti terrebbe non poco. (Ma.Fe.)
S&P PRONTA A PAGARE IL CONTO DEI RATING GONFIATI
Ha combattuto pubblicamente a lungo per difendere la propria posizione. Ora, però, l’agenzia di rating statunitense, Standard & Poor’s , starebbe trattando per chiudere in fretta e furia lo “scandalo” dei rating gonfiati. Anche a costo di pagare una multa salata. Già perché, secondo indiscrezioni, Standard and Poor’s sarebbe vicina a un accordo con il dipartimento della Giustizia americano per lo scandalo dei rating gonfiati sugli investimenti immobiliari alla vigilia della crisi economica e finanziaria del 2007.
Il governo e una decina di procure generali degli Stati americani hanno chiesto a S&P di versare una multa pari a oltre un miliardo di dollari, che equivale ai profitti operativi della società in un anno. E l’agenzia, ha rivelato il New York Times, sarebbe pronta a pagare. Questo dopo che due anni fa, prima di aprire l’inchiesta, il governo aveva offerto a S&P un’intesa simile, ma il gruppo aveva rifiutato. (R. Fi.)
MAIRE TECNIMONT AL VOTO MULTIPLO SENZA FRETTA
È la quarta società a chiedere l’introduzione del voto maggiorato, ma se la prende con calma. Maire Tecnimont si aggiunge ad Amplifon, Astaldi e Campari nel chiedere all’assemblea la facoltà di far valere “due voti un’azione” detenuta per almeno due anni, introdotta dal decreto competitività. Si tratta certo di una possibile limitazione della contendibilità del controllo (a maggior ragione in una società con un azionista oltre il 50%), ma Maire ha preferito muoversi con i piedi di piombo.
Il gruppo, infatti, non usufruirà del periodo transitorio che consente di far passare la modifica a maggioranza semplice entro il 31 gennaio, e anzi ha revocato l’assemblea ordinaria e straordinaria prevista per il 20 e il 21, rimandando tutto al 18 febbraio. Una mossa che sembra dettata da una necessità tecnica visti i regolamenti Consob arrivati all’ultimo. Anche se poi dal primo febbraio il quorum richiesto sarà quello dei due terzi. (G.Ve.)
5.SUSSURRI & GRIDA
Dal "Corriere della Sera"
OPERE INCOMPIUTE: 693 TRA SCUOLE, PORTI E PISCINE
( f.d.f. ) Scuole, porti, piscine, aeroporti e perfino loculi di cimiteri. C’è di tutto nell’elenco delle 693 opere pubbliche, iniziate da anni e ancora non finite, secondo l’ultimo censimento dell’anagrafe del ministero delle Infrastrutture, effettuato a fine 2014, e diffuso ieri dal sottosegretario Riccardo Nencini. Tra le «incompiute» figurano le Vele di Calatrava nella Città dello sport, alla periferia Est di Roma: dovevano essere pronte per ospitare i Mondiali di nuoto del 2009. Per vederci dentro nuotatori e tuffatori, però, servono 300 milioni, oltre ai circa 200 già investiti.
Intanto lo Stato, che ha già speso per le 693 strutture oltre 3 miliardi di euro, per finirle necessita di circa 1,5 miliardi. E Nencini aggiunge: «Il numero di strutture incompiute è destinato ad aumentare perché molte amministrazioni non hanno ancora fornito i dati». Tra le Regioni il primato spetta al Lazio (82). «Bisogna scavare tra queste opere per decidere cosa è ancora necessario ed eventualmente modificare i progetti» ha spiegato Nencini, secondo cui le scuole potrebbero rientrare «tra gli interventi che saranno conteggiati fuori dal Patto di Stabilità».
ZUNINO CHIEDE I DANNI A RISANAMENTO
( c.tur. ) Luigi Zunino non demorde. A distanza di sei mesi dalla vendita degli immobili parigini di Risanamento, l’ex-patron del gruppo (di cui ha tuttora l’11%) ha chiamato in giudizio la società venditrice, il compratore Chelsfield e la controllante saudita Olayan, per asseriti danni e mancati profitti per circa 20 milioni. Il presidente Daniele Discepolo e l’ad Claudio Calabi hanno ricevuto prima di Natale la notifica dallo studio legale Schiuma a cui si è affidato Zunino. La prima udienza è fissata il 28 luglio.
Come noto, Risanamento aveva venduto a giugno otto dei nove palazzi del Triangle d’Or mentre per l’ultimo, in avenue Montaigne, Zunino aveva tempo fino all’8 agosto per rilevarlo a 133 milioni oppure fare l’Opa sulla società. A ridosso del termine, l’immobiliarista aveva chiesto un mese di tempo in più, non accordato da Chelsfield. E Risanamento, forte di un parere legale, aveva dato corso alla cessione. Secondo Zunino la proroga era dovuta e quindi la vendita, illegittima, gli avrebbe procurato un mancato guadagno.
SEAT, LE DIMISSIONI DI DE VIVO E L’ESPOSTO ALLA CONSOB
(fr.bas.) Le dimissioni del presidente di Seat Pg, Guido De Vivo, hanno spinto gli azionisti di risparmio a presentare un esposto a Consob per chiedere che il gruppo renda pubblica la lettera di dimissioni e che il consiglio faccia una relazione sulle contestazioni mosse da De Vivo. Il presidente ha lasciato in polemica con il board sulla gestione della fase post concordato e sui bonus 2015 dei vertici operativi.
Dettagli sui quali, secondo i soci di risparmio, è bene che il mercato sia informato. Gli azionisti di risparmio hanno anche presentato la candidatura di Marco Pedretti alla presidenza del collegio sindacale in vista dell’assemblea del 27 gennaio, che dovrà votare anche la proposta transattiva dell’azione di responsabilità contro gli ex vertici .
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