DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Fabio Pavesi per ‘Il Sole 24 Ore’ del 15 Gennaio 2017
Quando viene siglato un accordo che manda in cassa integrazione a zero ore 300 lavoratori - di fatto un dipendente su sei - e impone la cassa integrazione a 4 giorni al mese ad altri 420 dipendenti ci si aspetta di trovarsi ad avere a che fare con un’azienda prossima alla fine. Con conti malmessi, perdite, debiti che si fa fatica a ripagare. Nulla di tutto ciò riguarda Italiaonline, la web company controllata dal magnate egiziano Naguib Sawiris, nata dalla fusione con la vecchia Seat Pagine Gialle e le attività sul web (da Libero a Virgilio e non solo) del Faraone come ormai è soprannominato nelle cronache.
L’accordo tra la nuova Italiaonline (quotata in Borsa) e le organizzazioni sindacali e con il beneplacito del ministero dello Sviluppo economico è stato siglato a metà dicembre del 2015 e appare quasi un “regalo” se si guarda allo stato di salute della società posseduta al 59% da una holding lussemburghese della famiglia Sawiris. C’è forse un problema di debiti in casa Italiaonline? Affatto.
La società ha una posizione finanziaria netta positiva per 111 milioni: zero debiti con cassa liquida per 120 milioni. Una salute di ferro a livello patrimoniale considerando che le attività generano anche flussi di cassa abbondanti ben 48 milioni di euro, 34 milioni in più sui 12 mesi precedenti. C’è un probelma di redditività allora? Anche qui non si capisce quanto quella cassa integrazione fosse necessaria. Su ricavi nei primi nove mesi del 2016 per 295 milioni, il margine operativo lordo è a quota 55 milioni, in crescita sostenuta sul 2015, e che vale quasi il 19% del fatturato.
Averne di aziende a marginalità industriale così elevata. Ovviamente Italiaonline fa anche buoni utili. A settembre del 2016 i profitti netti sono stati di 35 milioni. Tagliare il costo del lavoro non appare certo una priorità indispensabile a superare una crisi che non c’è. Già il costo del lavoro? Pesa così tanto da inficiare la futura redditività dell’azienda del Faraone egiziano? Non sembrerebbe dato che vale il 26% del fatturato dell’azienda. È alto per un’azienda manifatturiera ma non è alto per un’azienda di servizi come la web company che è Italiaonline.
Ma tant’è quella messa in cassa integrazione migliorerà ulteriormente la marginalità di Italiaonline dato che la manovra vale un risparmio di 27 milioni, pari a un taglio secco del 27% del costo del lavoro. Saranno contenti il mercato finanziario e gli azionisti. Ogni taglio di costi che innalza la redditività è una manna per la Borsa. Un po’ meno per chi si trova estromesso dall’azienda e per le casse dello Stato che come è noto, via Inps, pagano parte dei costi della cassa integrazione.
SEAT PAGINE GIALLE ITALIA ONLINE
Certo l’azienda può motivare con il fatto che quell’accordo è un’eredità della vecchia Seat e che la nuova Italiaonline vuole spingere nel passaggio dalla carta al digitale e necessita di figure professionali nuove, tanto che l’accordo prevede l’assunzione di 100 nativi digitali. Ma tutto questo non ha nemmeno da lontano il sapore della crisi aziendale da giustificare un provvedimento di tale portata. Sawiris sarà anche egiziano ma le sue carte sul mercato italiano, le sue leggi, le sue consuetudini e i suoi ammortizzatori sociali le sa giocare molto bene.
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