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POWELL TAGLIA I TASSI MA SCONTENTA COMUNQUE TRUMP – LA FEDERAL RESERVE HA RIDOTTO IL PREZZO DEL DENARO PER LA PRIMA VOLTA DA INIZIO ANNO: UN ABBASSAMENTO DI 25 PUNTI BASE NELLA FASCIA COMPRESA TRA IL 4% E IL 4,25% – UNDICI VOTI FAVOREVOLI, L’UNICO “NO” È STATO QUELLO DI STEPHEN MIRAN, APPENA ENTRATO NEL CONSIGLIO DELLA FEDERAL RESERVE SU NOMINA DI “THE DONALD”: VOLEVA UN ABBASSAMENTO DEI TASSI PIÙ “AGGRESSIVO”, DI 50 PUNTI BASE – JEROME POWELL AVVERTE: “LA DOMANDA DI POSTI DI LAVORO SI È RIDOTTA…”

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Estratto dell’articolo di Marco Valsania per “Il Sole 24 Ore”

 

DONALD TRUMP JEROME POWELL

La Federal Reserve ha fatto scattare la prima riduzione dei tassi di interesse americani dell’anno, un taglio di 25 punti base ad una fascia compresa tra il 4% e il 4,25 per cento. La mossa ha rispettato le attese di gran parte degli osservatori e dei mercati e ha evidenziato accresciuti timori per l’espansione e in particolare per la salute del mercato del lavoro.

 

La Banca centrale ha anche segnalato altri tagli in arrivo nei mesi a venire. Il chairman Jerome Powell, in conferenza stampa, ha indicato che oggi la Fed propende per privilegiare l’obiettivo della «massima occupazione», rispetto alla lotta a paure d’inflazione.[...] 

 

Stephen Miran

La decisione, segno della complessità delle sfide economiche e politiche davanti alla Fed, è stata tuttavia presa tra dissensi e divisioni. Stephen Miran, appena entrato nel vertice Fed su nomina del Presidente Donald Trump, ha votato, unica quanto pesante contestazione, per un taglio dei tassi fin da subito più aggressivo di 50 punti base, come invocato dalla Casa Bianca.

 

Gli altri undici esponenti con diritto di voto del Federal Open Market Committee (Fomc) hanno approvato la mossa decisa. Le tensioni non si fermano qui.

 

Una stretta maggioranza tra tutti e 19 i partecipanti al Fomc ha previsto almeno altri due tagli entro fine anno, ai restanti vertici di ottobre e dicembre. Un’ulteriore riduzione è attesa nel 2026. [...]

 

inflazione

Il totale della manovra in media prevista sarebbe in ogni caso molto inferiore ai 300 punti base chiesti da Trump. Nel suo comunicato, la Fed ha evocato spettri di debolezza occupazionale, anche se l’incertezza resta alta. «I guadagni nei posti di lavoro hanno frenato e il tasso di disoccupazione è lievitato ma rimane basso», ha affermato, cancellando la precedente qualifica di «solido» attribuita al mercato del lavoro.

 

La Fed aveva ridotto i tassi di un punto percentuale nel 2024, per poi decretare una pausa in cerca di chiarimenti sull’andamento dell’economia e l’impatto di significative riforme politiche introdotte dall’amministrazione Trump, da tariffe all’import a giri di vite sull’immigrazione e licenziamenti di massa di dipendenti federali.

 

DONALD TRUMP JEROME POWELL

La Banca centrale ieri ha aggiornato, di poco, le sue previsioni sull’economia: un leggero miglioramento della crescita, all’1,6% quest’anno e all’1,8% il prossimo, e lievi incrementi dell’inflazione. Più rivelatrici della sua evoluzione, accanto al comunicato, le parole di Powell: più in dettaglio ha affermato che «l’equilibrio dei rischi è mutato», con un «raffreddamento» nella domanda di lavoro.

 

[...]

 

Powell ha poi ribadito l’importanza dell’indipendenza della Fed, limitandosi ad un riferimento neutro al controverso Miran: «Abbiamo dato il benvenuto ad un nuovo membro del comitato, come facciamo sempre». Il Presidente Trump da tempo conduce una campagna per spingere la Fed a drastici tagli nei tassi, con duri attacchi personali a Powell e progettando una crescente influenza e controllo della Casa Bianca sulla Banca Centrale.

 

Stephen Miran

Dopo aver minacciato di licenziare Powell, ha promesso comunque di sostituirlo entro la scadenza del suo incarico di chairman a maggio. Il Segretario al Tesoro Scott Bessent sta vagliando gli aspiranti, dal direttore del consiglio economico nazionale Kevin Hassett all’ex esponente Fed Kevin Warsh.

 

Se le ombre sulla Fed non si dileguano, nell’immediato è però venuta incontro alle scommesse delle piazze finanziarie, dove i future davano al 96% un iniziale taglio dei tassi di un quarto di punto. Gli investitori, sulla scorta dell’outlook della Banca centrale, guardano adesso a continui interventi nel 2025, con chance salite oltre l’80% da circa il 70% di altri due interventi.

 

inflazione usa

I recenti dati sembrano dar credito ad un cammino segnato da un quantomeno cauto sostegno all’economia. Mostrano fragilità nella crescita, anche senza recessioni. La creazione di posti di lavoro è scivolata alla media di 29.000 buste paga al mese negli ultimi tre mesi e le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono in ascesa, ai massimi dal 2021.

 

Il carovita , davanti a pressioni aggravate dalla strategia di dazi commerciali adottata dall’amministrazione, è però nel frattempo rimasto sopra i target ideali del 2%, salendo del 2,9% (e del 3,1% stando all’indicatore “core”) nell’ultimo anno ad agosto. Un indicatore che invita Powell e la maggioranza del Fomc a non abbandonare la prudenza.

DONALD TRUMP E JEROME POWELL