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Paolo Stefanato per “il Giornale”
Qualche volta sono gli italiani che vanno a comprare in Francia. Fanno incursioni più industriali che finanziarie, legate ai marchi e all' alto di gamma. In meno di una settimana, le notizie sono state due: prima Lavazza che si espande nel caffè comprando Carte Noire. E ora fresca di ieri l' Opa di Campari su Grand Marnier, un liquore simbolo del gusto francese, quel misto d' arancia e di cognac che fa tanto Parigi.
I francesi sui tavoli italiani sono abituati a giocarsela più in grande: a partire da Telecom, dove Vincent Bollorè, tramite Vivendi, è il protagonista di una sfida epocale, ma il potere francese in Italia è sempre passato anche attraverso Mediobanca, dove ritroviamo lo stesso Bollorè, e le Generali, alla guida della quale si è da poco insediato Philippe Donnet. Un caso?
Per tanti anni, è vero, le Generali sono stati presiedute da un altro illustre parigino, Antoine Bernheim, ma oggi i tempi sono cambiati e anche l' italianità del Leone potrebbe non essere più un tabù. Senza ricordare, poi, altre antiche presenze consolidate frutto di acquisizioni, a cominciare da colossi come Bnl ed Edison.
Ma quando sono les italiens che vincono Oltralpe, dalla Republique esce tutta la stizza nei loro confronti. Prendiamo il caso Campari-Grand Marnier: la stampa francese (da Le Figaro a Capital.fr) ieri ha versato online gocce di veleno, dovendo ammettere che «un monumento del patrimonio gastronomico e culturale francese» passi sotto cappello italiano.
La valorizzazione (684 milioni) attribuita a Grand Marnier, che fattura 151 milioni l' anno, è considerata «esorbitante, rappresentando quasi 5 volte i mezzi propri, 4 volte i ricavi, 49 volte i profitti» del 2015. Come se gli italiani non sapessero fare i conti. Rabbiosi i commenti dei lettori. Su Le Figaro si leggono frasi come: «Il Campari è disgustoso», oppure «Grosso acquisto in rapporto ai conti. Argent italien!».
Lasciamo che i francesi schiumino. La notizia è che il gruppo Campari, una delle realtà più belle e multinazionali dell' industria italiana, acquista un altro marchio e va a rafforzarsi nell' alta gamma.
L' operazione nasce in accordo con gli eredi di Jean Baptiste Lapostolle e di Luois Alexandre Marnier, che possiedono la maggioranza dell' azienda, quotata a Parigi, e il 60% dei diritti di voto. L' operazione, amichevole, valorizza Grand Marnier 684 milioni e prevede il lancio di un' Opa in tempi rapidi, con conclusione entro giugno. Il titolo sarà delistato. Il contratto comprende accordi di distribuzione e la potenziale vendita di una proprietà immobiliare. La cosa che più interessa gli azionisti è che l' offerta de les italiens stima l' azione 8,05 euro, con un premio (exorbitant) del 60,4% sul prezzo corrente.
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