DAGOREPORT - GUAI IN VISTA PER L’EX AD DI MICROSOFT ITALIA SCOTT JOVANE, OGGI ALL'RCS? LA SEC AMERICANA INDAGA SUL COINVOLGIMENTO DI MICROSOFT IN CINA, ROMANIA E ITALIA IN BASE A UN’ACCUSA DI CORRUZIONE - ALLA FARNESINA SI È APERTO UN PROCESSO NEI CONFRONTI DI TERZI DI SANT’AGATA: L’ACCUSA È DI AVER LASCIATO MARCIRE LA VICENDA DEI MARÒ SENZA RICORRERE ALLA MEDIAZIONE UE -MASTRAPASQUA NON DIMENTICA CHE L’INPS È ANCORA OGGI UNO DEI CENTRI DI POTERE CHE STA A CUORE ALLA CISL - MALAGO’ INCORONATO RE DEI DUE MONDI: CONI E CIRCOLO ANIENE

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1. GUAI IN VISTA PER L'EX AD DI MICROSOFT ITALIA SCOTT JOVANE?
C'è un manager a Milano di 43 anni che ieri ha avuto brividi lungo la schiena.
È Pietro Scott Jovane, l'uomo che a maggio dell'anno scorso è stato nominato al vertice del Gruppo Rcs e sta vivendo ore difficili per lo scontro che contrappone il suo piano industriale di lacrime e sangue ai giornalisti del "Corriere della Sera" e delle altre testate.

Il brivido non è stato provocato dall'irrigidimento del Comitato di redazione che ha bloccato per due giorni l'uscita del "Corriere" nelle edicole, ma da un articolo del "New York Times", rilanciato sul sito del primo quotidiano d'America.

Scott Jovane, che è nato nella cittadina americana di Cambridge, è rimasto legato a quel Paese dove ha lavorato per alcuni anni dopo alcune attività in multinazionali come Pilkington e Techint. Il ricordo più bello lo conserva quando tra il '98 e il 2000 ha pilotato in Nord America il Gruppo Versace, ma l'esperienza più duratura è stata quella di amministratore delegato dentro Microsoft Italia, il colosso informatico di Redmond di cui ha preso la guida dopo il passaggio alla presidenza del pallido Umberto Paolucci.

Ieri sera il giornalista Mick Wingfield ha sparato la notizia che la SEC americana, l'organo di controllo della Borsa, ha avviato indagini preliminari sul coinvolgimento di Microsoft in Cina, Romania e Italia.

L'iniziativa è partita in base all'accusa di aver pagato funzionari dei tre governi per favorire il business. Su questi temi la legislazione americana è durissima e qualsiasi violazione del Foreign Corrupt Practice Act del 1977 viene punita senza pietà. Va detto per la precisione che l'articolo del "New York Times" non indica le date precise dei reati commessi anche in Italia, quindi allo stato attuale non si sa se la vicenda sia accaduta durante i cinque anni in cui Scott Jovane ha svolto il suo incarico di country manager.

Resta il fatto che comunque queste notizie contribuiscono a innervosirlo proprio nel momento in cui deve mantenere i nervi saldi per azionare la ghigliottina sui 400 giornalisti della Rizzoli che adesso si scateneranno per conoscere la verità.


2. FARNESINA, PROCESSO NEI CONFRONTI DI TERZI DI SANT'AGATA
La febbre dell'attivismo sembra pervadere alcuni ministri che sperano di sopravvivere nel futuro governo.

È il caso ad esempio di Corradino Passera che dopo un sonno di un paio di mesi si è ridestato all'improvviso e in pochi giorni si è agitato per dimostrare la sua bravura. Ha dato un colpo di accelerazione all'Agenda Digitale, ha fatto un pressing sull'Authority per diminuire le bollette del gas ed è riuscito a destreggiarsi tra i pneumatici della Bridgestone e gli operai che gli rinfacciavano la fuga in elicottero dal Sulcis.

Un altro ministro che si sta dando da fare è il pallido Vittorio Grilli che vorrebbe lasciarsi alle spalle le polemiche sulle fatture pagate da Finmeccanica all'ex-moglie americana e chiudere la sua esperienza sbloccando i crediti dei fornitori nei confronti della Pubblica Amministrazione.

In senso contrario si muove invece il titolare della Farnesina Terzi di Sant'Agata che sta facendo di tutto per farsi dimenticare. L'affare dei marò italiani in India è considerato nei corridoi della Farnesina uno scivolone storico, tale da far rimpiangere perfino l'ex-ministro Frattini che in politica estera non ha mai dato prove superbe.

Per i 126 ambasciatori italiani sparsi nel mondo e per il corpo diplomatico è difficile trangugiare l'onta dello schiaffo che il Governo indiano ha assestato sulla faccia dell'ambasciatore a New Delhi, Daniele Mancini. Non era mai successo che gli aeroporti di una capitale straniera fossero allertati su un nostro diplomatico e che si minacciasse addirittura il fermo nei suoi confronti.

La vicenda si è ancora più arroventata con le dichiarazioni di ieri pronunciate da Sonia Gandhi, la vedova dell'ex-primo ministro assassinato, che dopo la nascita in provincia di Vicenza ha vissuto alla periferia di Torino fino a quando all'università di Cambridge non ha incontrato il figlio di Indira.

Eppure ieri questa donna che fa politica è arrivata al punto di sparare a zero nei confronti dell'Italia dicendo che il rifiuto di non rispettare gli accordi con la Corte Suprema indiana è totalmente inaccettabile.

Adesso nei corridoi della Farnesina si è aperto un autentico processo nei confronti del povero Terzi di Sant'Agata e del Segretario generale, Michele Valensise, che stava già preparando le valigie per raggiungere una sede nell'Africa sub-sahariana. I diplomatici più anziani ricordano l'inerzia del ministro di fronte a numerose vicende e anche se i più anziani continuano a invocare le regole della Convenzione di Vienna del 1961 sulle relazioni diplomatiche, il giudizio politico sul Terzi bergamasco e sul suo entourage è privo di indulgenza.

L'accusa più forte è di aver lasciato marcire la vicenda dei marò senza ricorrere tempestivamente alla mediazione dell'Unione europea che avrebbe evitato di esacerbare il confronto. Sul povero Terzi ricade il peso di una credibilità internazionale perduta con una gestione goffa della vicenda che butta sulla Farnesina e sul governo il sospetto di volersi appuntare in zona cesarini una medaglia sul petto prima delle dimissioni.

Ieri il ministro ha partecipato alla cerimonia in piazza San Pietro per Papa Francesco e ha sicuramente sentito l'invocazione alla misericordia, ma la misericordia e la tenerezza non sono di casa in questo momento alla Farnesina anche se a molti non è sfuggito il suo incontro alla Farnesina con una delegazione americana guidata dal deputato del New Jersey Chris Smith. Questo politico 60enne e repubblicano è un buon cattolico che ha studiato al Trenton State College ed è probabile che il nostro ministro si sia rivolto per tentare una mediazione in extremis tra il governo Usa e gli incazzatissimi indiani.


3. MASTRAPASQUA NON DIMENTICA L'INPS

Un'autentica libido ha eccitato il presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua quando ha saputo che la Fornero vorrebbe scappare in Germania dopo il fallimento della sua gestione al governo.

Il manager romano che all'ora di pranzo mette gli scarpini per una corsetta ai bordi del Tevere, non esprime visibilmente il suo godimento che comunque sarebbe difficile intravedere sul volto ossuto e di colore mortale. Non è sbagliato comunque immaginare che in questa vigilia di Pasqua, il Mastrapasqua collezionista di 25 cariche, stia lavorando per accreditarsi nei confronti del governo che verrà.

L'ultimo colpo l'ha piazzato nei giorni scorsi quando ha tirato fuori dalle buste i nomi delle società che hanno vinto l'appalto da 170 milioni per lo sviluppo e la manutenzione dei sistemi informatici dell'Inps. Ed è un colpo da maestro perché - come spiega il quotidiano "La Notizia" - la pioggia dei quattrini è stata distribuita con grande saggezza tra le società italiane e straniere che pesano di più nel mondo dell'informatica.

Il maxiappalto è avvenuto dopo la presentazione di 40 offerte, ma i vincitori sono stati 7 gruppi tra i quali si ritrovano nomi come Telecom, Finmeccanica, IBM, Deloitte, Kpmg, Accenture.

Mastrapasqua è così furbo da non dimenticare che l'Inps oltre a gestire 23 milioni di pensioni è ancora oggi uno dei centri di potere che sta a cuore alla Cisl, ed ecco spuntare tra gli aggiudicatari della commessa la società informatica della Cisl "Eustema" che è stata costituita nel 1989 dall'Olivetti di Carletto De Benedetti e il sindacato attraverso l'azienda cislina Finlavoro.

L'uovo di Mastrapasqua è così dolce da favorirgli una bella copertura e la riconoscenza ,anche politica,da parte delle grandi società italiane e straniere.


4. MALAGO', RE DEI DUE MONDI
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che Giovannino Malagò-Megalò è totalmente disinteressato al sesso, un'attività praticata negli anni in modo scientifico e con piena soddisfazione.

In questo momento il neo-presidente del Coni ha messo da parte qualsiasi distrazione e in luogo dell'"hortus deliciarum" femminino si muove come un fringuello in calore tra la poltrona del Coni e il circolo canottieri Aniene. Nei giorni scorsi ha avuto conferma dalla Corte dei Conti e dell'Avvocatura dello Stato che la presidenza del Circolo dove si raccoglie la lobby più potente della Capitale, non è incompatibile con quella del Coni soffiata a febbraio al braccio destro di Petrucci, Raffaele Pagnozzi.

Lunedì prossimo si terrà nei saloni dell'Aniene l'Assemblea dei soci che applaudirà la sua riconferma e procederà al rinnovo delle cariche sulla base di una lista che è stata preparata con cura per coprirgli le spalle.

Oltre alla riconferma di Megalò si procederà alla nomina del tesoriere che dovrà in pratica gestire le attività del Circolo. Per questo incarico il nome più accreditato è quello dell'attuale vicepresidente e tesoriere, Vittorio Silvestri, un commercialista romano di 70 anni che è stato capitano dell'aeronautica e ha una lunga esperienza in materia fiscale e finanziaria".

 

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