xi jinping donald trump dazi

NELLA GUERRA CON TRUMP, XI HA IL COLTELLO DALLA PARTE DEL MANICO – IL DANNO MAGGIORE DELLA DISSENNATA POLITICA DEI DAZI È LA PERDITA DI FIDUCIA NEL DEBITO PUBBLICO AMERICANO – BILL EMMOTT: “LA CINA È FRA I PIÙ GRANDI DETENTORI STRANIERI DI TITOLI DEL TESORO DEGLI STATI UNITI. HA DETTO DI ESSERE DISPOSTA A COMBATTERE ‘FINO ALLA FINE’ E CONSIDERA UN'ARMA OVVIA I 759 MILIARDI DI DOLLARI IN TITOLI AMERICANI CHE POSSEDEVA ALLA FINE DEL 2024” – “RICORDIAMO CHE TRUMP DA UOMO D'AFFARI HA PRESENTATO ISTANZA DI BANCAROTTA QUATTRO VOLTE E DI COMMERCIO INTERNAZIONALE E DI ECONOMIA NON SA NULLA...”

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Estratto dell’articolo di Bill Emmott per “La Stampa”

 

DONALD TRUMP XI JINPING

A una crisi geopolitica e a una crisi economica adesso dobbiamo aggiungere una crisi finanziaria, tale da rendere le altre molto, molto più gravi. L'istantanea inversione di marcia del presidente Trump rispetto alla versione peggiore della sua politica dei dazi – un'inversione che qualsiasi altro leader avrebbe considerato umiliante – c'è stata perché lui e i suoi sostenitori di Wall Street a metà settimana si sono accorti che i mercati finanziari americani erano sull'orlo del baratro e prossimi a un disastro in grado di superare quello del 2007-08.

 

DONALD TRUMP E I MERCATI

Quel pericolo è stato scongiurato, almeno per il momento, perché Trump si è convinto a fare un passo indietro di qualche metro dall'orlo di quel dirupo sul quale aveva portato l'America e il mondo. Il pericolo, però, non è scomparso, l'orlo del baratro si sgretola di giorno in giorno. Il pericolo maggiore sta non tanto nei bruschi alti e bassi dei mercati azionari provocati dalla guerra commerciale di Trump, quanto nella perdita di fiducia nel debito pubblico degli Stati Uniti.

 

La situazione assomiglia molto alla crisi del debito sovrano dell'euro del 2010. Come nel caso dei titoli obbligazionari europei dell'epoca, i titoli del Tesoro americano sono considerati gli asset finanziari più sicuri di tutti, in quanto garantiti dal governo più affidabile.

 

CAPPELLO MAKE AMERICA GREAT AGAIN MADE IN CHINA

Adesso che quella fiducia è andata in frantumi, si sta prestando attenzione al debito pubblico dell'America di 36 trilioni di dollari – equivalente a dodici volte quello italiano –, all'impatto di una probabile recessione dovuta a quell'indebitamento, all'aumento dei tassi di interesse correlato e all'eventualità che l'Amministrazione Trump possa prendere in considerazione l'idea di usare il debito pubblico degli Stati Uniti e il dollaro americano come strumenti negoziali.

 

Oltretutto, poiché la Cina è fra i più grandi detentori stranieri di titoli del Tesoro degli Stati Uniti, il fatto che Trump ha dichiarato un vero e proprio embargo totale delle importazioni dalla Cina imponendo dazi del 125 per cento aumenta le probabilità che la Cina reagisca liberandosi dei suoi titoli americani, anche se così facendo andrebbe incontro a ingenti perdite.

 

Avendo detto di essere disposta a combattere la guerra commerciale «fino alla fine», considera un'arma ovvia i 759 miliardi di dollari in titoli americani che possedeva alla fine del 2024.

 

DONALD TRUMP I DAZI E I MERCATI

I dazi doganali sono già un male di per sé, ma questa destabilizzazione finanziaria è un male estremamente pericoloso. I mercati dipendono enormemente dalla fiducia nella resilienza e nella buona fede delle controparti con le quali si fanno affari, molte delle quali apparivano forti a causa dei titoli del Tesoro degli Stati Uniti che possiedono. Quando gli asset sicuri iniziano ad apparire insicuri, i calcoli sulla rischiosità di tutti gli istituti finanziari inizia a cambiare, e aumentano i costi finanziari di tutti.

 

meme sulla guerra commerciale cina e usa

Proprio come il crollo della banca di investimento Lehman Brothers nel 2008 condusse a una serie di altre crisi, oggi in America potrebbe verificarsi un fenomeno simile. Per fortuna, si può ancora fare affidamento sul Federal Reserve Board che sosterrà il sistema finanziario comprando titoli del Tesoro, come fece anche la Banca centrale europea quando dopo il 2010 promise di comprare debito europeo. Peccato che la situazione caotica in cui versa il governo degli Stati Uniti implichi che il Tesoro e la Casa Bianca non siano affidabili nello stesso modo.

 

Occorre tenere bene a mente alcuni fatti basilari su Trump: da uomo d'affari ha presentato istanza di bancarotta quattro volte per insolvenza dei suoi debiti; di commercio internazionale e di economia non sa nulla; è piuttosto un esperto planetario di vendetta e di come usare il potere per tornaconto personale. Triste a dirsi, è capace di decidere che per l'America sarebbe bene forzare una rinegoziazione del suo debito, ed è capace di prevaricare i consiglieri che lo mettono in guardia dal farlo.

 

MEME SUL CROLLO DEL VALORE DEL DOLLARO BY TRUMP

Tutto questo lascia l'America e il mondo intero davanti a tre dure realtà: quella relativa ai commerci; quella relativa alla fiducia e all'incertezza; e quella relativa al modo con il quale i vari Paesi negoziano tra di loro, a dir poco tanto importante quanto il loro modo di contrattare con la potenza più grande del mondo, gli Stati Uniti.

 

Per quanto concerne i commerci, la retromarcia sui dazi di Trump ha semplicemente cambiato l'etichetta che si potrebbe apporre alla sua politica, facendola passare da "disastrosa" a "fortemente dannosa". I dazi del 10 per cento sulle merci di importazione, in vigore per i prossimi 90 giorni per tutti i Paesi a eccezione della Cina, rappresentano una tassazione tre volte superiore a quella di quando si è insediato alla Casa Bianca.

 

donald trump xi jinping

I dazi extra che ha lasciato su acciaio, alluminio e automobili stanno tuttora a indicare che la barriera doganale che sta erigendo contro le importazioni è più alta di qualsiasi altra che l'America abbia avuto in un secolo.

 

A essere ancora più disastrosa è l'incertezza che questa politica sta creando. Nessuna grande azienda, tanto americana quanto straniera, può pianificare serenamente di investire a lungo termine negli Stati Uniti, sapendo che i presupposti potrebbero essere modificati da Trump da un momento all'altro. L'erosione della legalità, realizzata con attacchi ai giudici e ai più importanti studi legali, aumenta il rischio di fare affari in America. Trump forse pensa che la sua politica commerciale indurrà stuoli di aziende a costruire fabbriche e stabilimenti all'interno della sua barriera doganale, ma l'incertezza e la perdita di fiducia agiscono da enormi deterrenti.

 

EFFETTO DEI DAZI SUL DOLLARO

In termini sia politici sia commerciali, il resto del mondo si sta allontanando dall'America, in passato stretto alleato e mercato di primaria importanza per tutti. Come in tutti i matrimoni, un allontanamento non è necessariamente eterno, ma altera in maniera sostanziale i rapporti e lascia dietro di sé danni a lungo termine.

 

La terza realtà è che questo allontanamento deve essere gestito allacciando nuovi rapporti con altri. I Paesi devono cercare modi atti a creare e mantenere istituzioni multilaterali che non fanno affidamento sull'America. In ambito commerciale, ciò è abbastanza semplice, in quanto blocchi come l'Unione europea, il Mercosur in America Latina e il Partenariato trans-Pacifico in Asia esistono già e riescono a negoziare tra di loro.

 

Pechino non sarà accolta in quei blocchi come partner a tutti gli effetti, ma i negoziati con la Cina diventeranno più lineari rispetto a come sono al momento con gli Stati Uniti di Trump, perché sarà più semplice trovare interessi comuni. [...]

(Traduzione di Anna Bissanti)

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