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Paolo Ottolina per il "Corriere della Sera"
Ricordate il «Made in Japan» di qualche anno fa? Negli anni Novanta era sinonimo di tecnologia avanzata e di qualità totale. All'epoca i coreani erano i parenti poveri, i marchi low cost, i voglio-ma-non-posso. Molta acqua è passata sotto i ponti. La scorsa settimana proprio un marchio «Made in Korea», Samsung, ha festeggiato la conquista del primato nel mercato dei telefonini, scalzando Nokia che era leader dal 1998.
E ora Samsung guarda avanti e punta a staccare i concorrenti, Apple in primis che incalza nel ricco segmento degli smartphone. In un'ideale celebrazione del trono appena conquistato i coreani hanno svelato a Londra la terza generazione del Galaxy S, sempre più percepito da pubblico e addetti ai lavori come alternativa all'iPhone.
Il Galaxy S III, erede di un modello che nel 2011 in poco più di 6 mesi ha venduto 10 milioni di pezzi, arriva come punto di riferimento del mondo Android, il sistema di Google che domina tra gli smartphone (è oltre il 50% del totale). L'abbraccio al sistema del robottino verde è uno dei segreti dell'ascesa di Samsung negli ultimi anni. Gli altri li spiega Carolina Milanesi, analista della britannica Gartner: «Intanto la velocità di risposta.
Difficilmente Samsung individua per prima una tendenza ma quando vede che qualcosa funziona ci si butta con grande rapidità . Poi c'è il modello industriale, sono una corporation che produce tutto, dal chip ai display. Infine la forza finanziaria, hanno le spalle larghe e possono lanciare diverse strategie e decine di prodotti, finché non individuano quel che il consumatore cerca».
Ora il Galaxy S III (in Italia dal 29 maggio, prezzo da definire ma sopra i 600 euro), preceduto in rete da una quantità di «rumor» mai vista prima, arriva a spingere in alto i limiti tecnologici. Processore Quad Core (prodotto in proprio) e un super display da 4,8 pollici (risoluzione 720x1280), molto più grande di quello dell'iPhone, fermo a 3.5 pollici dal 2007. Un display che potrebbe anche essere troppo grosso per una fetta di pubblico, anche se Samsung ha ridotto al minimo bordo e spessore (8 mm).
Ma non è solo potenza e tecnologia: Samsung ha insistito molto su quanto sia «smart» questo smartphone. «Vede, ascolta e risponde». Si ribatte a Siri, l'assistente vocale dell'iPhone 4S con funzioni come «Smart Stay», la capacità di capire se l'utente è davanti al telefono, riconoscendone l'occhio attraverso la fotocamera frontale: così la luminosità dello schermo è regolata in automatico.
Ci sono i comandi vocali evoluti: dite «Sonnellino» e la sveglia smetterà di suonare per un po'. E se si sta scrivendo un sms a una persona ma si decide - cambiando idea - di chiamarla, allora è sufficiente sollevare all'altezza dell'orecchio lo smartphone perché questi componga da sé il numero. Innovazioni che mostrano la volontà di Samsung di tenere a lungo il trono appena conquistato.
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