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I DAZI DI TRUMP “FORZANO” IL TERZO POLO BANCARIO ITALIANO – SECONDO "LA STAMPA", BANCO BPM POTREBBE ENTRARE NELL’OPS DI MPS SU MEDIOBANCA: NASCEREBBE UN COLOSSO DA 30 MILIARDI DI CAPITALIZZAZIONE CON UNA FORTE PRESENZA SUL TERRITORIO E, SOPRATTUTTO, IL 13% DI GENERALI. IL PIANO AVREBBE IL SOSTEGNO DEL GOVERNO (CHE SPONSORIZZA LE MOSSE DI CALTAGIRONE E MILLERI SUL MONTE, PIAZZETTA CUCCIA E IL LEONE DI TRIESTE) – NEL MEZZO, C’È ORCEL: CHE FINE FA L’OFFERTA DI UNICREDIT SU BPM?
Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri per “La Stampa”
Giuseppe Castagna - PRIMA DELLA SCALA 2024
Un matrimonio a tre tra Mps, Banco Bpm e Mediobanca, con vista su Trieste. È l'ipotesi - di medio lungo termine - che inizia a circolare sui mercati travolti dal ciclone Trump, con i dazi imposti all'Europa e al resto del mondo.
D'altra parte, il risiko bancario tricolore non poteva non venire contagiato dal caos. Anche perché l'incubo recessione sta affondando le Borse e, a cascata, i titoli bancari, mettendo in discussione le tante operazioni aperte: dall'Ops di Unicredit su Banco Bpm - tornata a sconto del 7% -, all'offerta di Mps su Mediobanca - a sconto del 3 per cento.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI
Il crollo dei mercati spinge gli azionisti a essere più cauti, con approcci radicalmente diversi […]. E in questo scenario, c'è chi fa progetti a lungo periodo. Con la consapevolezza che per resistere in contesto sempre più complesso non basti la solidità dei numeri, ma servono anche le dimensioni.
L'amministratore delegato del Monte dei Paschi di Siena, Luigi Lovaglio, ha puntato il mirino su Mediobanca alle fine del 2022, dopo aver messo in sicurezza la banca con un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro.
Prima di lanciare l'offerta di scambio ha aspettato che lo Stato scendesse dal 64% all'11,7% e che intorno alla banca si creasse un nocciolo duro di azionisti italiani: sono entrati la Delfin della famiglia Del Vecchio con il 9,8%, l'imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone con l'8%, ma soprattutto il Banco Bpm con il 5% e anche attraverso il 4 per cento. La mossa di Piazza Meda […] avrebbe dovuto essere propedeutica a un matrimonio tra Milano e Siena per creare il terzo polo bancario.
L'operazione, però, è finita in standby perché nel frattempo Unicredit ha lanciato la sua offerta proprio sul Banco Bpm. U[…] A complicare ulteriormente la strada che porterebbe Andrea Orcel (l'ad di Unicredit) da Piazza Gae Aulenti a Piazza Meda ci sono i francesi di Crédit Agricole che hanno ottenuto il via libera dalla Bce a salire fino al 20% della banca guidata da Castagna.
Tra Parigi e Unicredit i rapporti sono ai minimi termini: le parti dovrebbero rinegoziare l'accordo di distribuzione con Amundi, ma Orcel sarebbe dell'idea di non rinnovare l'intesa. Motivo in più per cui la Banque Verte non sarebbe propensa a consegnare i propri titoli a Unicredit.
LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE
Sullo sfondo c'è la partita che sta giocando Castagna. Il banchiere che ha portato i titoli di Banco Bpm da 2,29 a 8 euro avrebbe deciso di sostenere l'aumento di capitale di Mps a sostegno dell'Ops su Mediobanca. Un'operazione che sulla carta potrebbe rivelarsi dannosa per la sua banca fornendo a un rivale cartucce per diventare ancora più grande. Il piano, però, sarebbe più complesso.
E studiate le sinergie tra le varie entità c'è chi scommette che in caso si successo di Lovaglio su Mediobanca, nella partita potrebbe entrare anche Banco Bpm. In questo modo nascerebbe una banca da oltre 30 miliardi di capitalizzazione con una forte presenza sul territorio e una leadership indiscussa tra le banche d'affari. Di più: avrebbe una partecipazione del 13,1% in Generali.
Un piano che sulla carta potrebbe avere anche il sostegno del governo, ma che è destinato a incontrare la resistenza di Piazzetta Cuccia, impegnata nella difesa proprio da Mps e - soprattutto - di Unicredit che non può permettersi di non vincere almeno una delle partite che sta giocando. In Banco Bpm, Orcel può sfilarsi in qualunque momento, in Commerz aspetta di negoziare con il governo tedesco e in Generali sarà l'ago della bilancia tra la lista di Mediobanca e quella di Caltagirone.
ALBERTO NAGEL
ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE
GLI INTRECCI TRA DELFIN E CALTAGIRONE
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