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Alberto D’Argenio per “la Repubblica”
Difeso dai governi europei, che finora lo hanno coperto per lo scandalo LuxLeaks, sono i media internazionali a chiedere le dimissioni di Jean Claude Juncker. Secondo l’agenzia Bloomberg il nuovo presidente della Commissione Ue «servirebbe al meglio il progetto europeo dimettendosi». Juncker — per due decenni primo ministro del Lussemburgo — è nel mirino per lo scandalo delle trecento multinazionali, tra cui 31 italiane, che negli scorsi anni hanno negoziato con il Granducato trattamenti fiscali di favore, in alcuni casi con una tassazione spesso inferiore all’uno per cento.
Bloomberg ricorda che la Commissione stava già conducendo, prima delle rivelazioni di un consorzio di giornalisti investigativi, in Italia apparse su L’Espresso, un’indagine e che Juncker ha promesso che non interferirà. Ma a questo punto sarebbe meglio lasciasse, anche per salvare «la credibilità» dell’esecutivo comunitario. «Juncker — conclude l’agenzia americana — non ha fatto nulla di illegale e non corre il rischio immediato di essere rimosso, ma per la Ue sarebbe meglio se si dimettesse».
Del caso Juncker si occupa anche il Financial Times. Il quotidiano della City ritiene che a questo punto il presidente della Commissione dovrebbe battersi per scardinare i sistemi di elusione fiscale, al contrario di quanto ha fatto da premier. «Per salvaguardare al meglio la sua credibilità e quella della Commissione, Juncker deve dare il massimo supporto agli sforzi per sconfiggere gli abusi del sistema fiscale. È urgente che il Lussemburgo si astenga dall’arbitraggio fiscale ed esplori nuovi asset».
Intanto Moody’s lancia un allarme sui conti italiani: se il governo per il 2015 prevede una crescita dello 0,6%, per l’agenzia di rating invece anche il prossimo anno il Pil potrebbe arretrare: la forchetta stimata è tra il - 0,5% e il +0,5%.
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