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I MERCATI NON CREDONO PIÙ ALLE MINACCE DI TRUMP – LE BORSE HANNO REAGITO AI NUOVI DAZI ANNUNCIATI DAL TYCOON ALL’UNIONE EUROPEA SENZA COLPO FERIRE: WALL STREET HA CHIUSO IN RIALZO, PIAZZA AFFARI È IN CRESCITA, A UN SOFFIO DAI MASSIMI – LE BORSE NON CREDONO PIÙ ALLE MINACCE DEL TYCOON, CHE IN 6 MESI DI MANDATO HA DOVUTO SEMPRE RINCULARE E TORNARE SUI SUOI PASSI – L’EURO SEMPRE PIÙ FORTE È UN FRENO ALLE ESPORTAZIONI. IN MOLTI IN EUROPA SI CHIEDONO SE LA BCE POSSA TAGLIARE ANCORA I TASSI, “SVALUTANDO” LA MONETA UNICA (E AMMORTIZZARE I DAZI USA). L’UNICO GUAIO È L’INFLAZIONE…

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DONALD TRUMP

WALL STREET: IERI IN LIEVE RIALZO, I DAZI DI TRUMP NON SPAVENTANO

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Ieri, seduta in lieve rialzo a Wall Street e chiusura record per il Nasdaq Composite, con i trader che scommettono su un accordo che faccia abbassare l'aliquota dei dazi sui prodotti provenienti da Unione europea e Messico, dopo che il presidente statunitense, Donald Trump, l'ha fissata al 30%, dal primo agosto.

 

Oggi, l'attenzione sarà rivolta ai dati sull'inflazione, che offriranno agli investitori uno sguardo sull'impatto, sull'economia, dei dazi già in vigore. Il dato Cpi annuale di giugno è previsto in rialzo al 2,7%, dopo il 2,4% di maggio.

 

LETTERA DI DONALD TRUMP A URSULA VON DER LEYEN CHE ANNUNCIA DAZI AL 30% ALL UE

Inizia la stagione delle trimestrali: le principali banche, tra cui JPMorgan Chase, pubblicheranno i resoconti trimestrali a partire da oggi. Un altro potenziale fattore da monitorare per gli investitori è la frattura tra l'amministrazione Trump e la Federal Reserve.

 

Il direttore del National Economic Council, Kevin Hassett, ovvero il massimo consigliere economico della Casa Bianca, ha dichiarato ad Abc News che Trump può licenziare il presidente della Fed, Jerome Powell, "per giusta causa"; Hassett, tra l'altro, è considerato uno dei possibili sostituti di Powell, anche ieri accusato di danneggiare l'economia per la scelta della Banca centrale di mantenere i tassi d'interesse invariati.

 

Elizabeth Hammack, presidente della Fed di Cleveland, ha intanto ribadito: "Non vedo un imminente bisogno di tagliare i tassi". Il Dow Jones ha guadagnato 88,14 punti (+0,20%), lo S&P 500 ha chiuso in rialzo di 8,81 punti (+0,14%), il Nasdaq ha terminato in rialzo di 54,80 punti (+0,27%).

 

LE ENTRATE TARIFFARIE NEGLI STATI UNITI

Il petrolio Wti al Nymex ha perso 1,47 dollari, il 2,15%, a 66,98 dollari al barile. Bond, rendimenti poco mossi, con il decennale al 4,43%. L'oro ha perso 4,50 dollari, lo 0,13%, a 3.351,50 dollari all'oncia. Euro stabile a 1,1694 dollari. Bitcoin in rialzo del 2,38% a 121.833 dollari, dopo aver aggiornato il proprio record sopra i 122.000 dollari.

 

Sull'azionario, il titolo di Autodesk - società di software di progettazione - ha guadagnato oltre il 5%, dopo che Bloomberg News ha riportato, citando fonti vicine alla questione, che l'azienda ha deciso di rinunciare all'idea di acquisire PTC, il cui titolo ha perso l'1,25%.

 

Il titolo di Waters ha perso quasi il 14% ed è stato il peggiore sullo S&P 500, dopo che la società ha annunciato l'intenzione di fondersi con la divisione Biosciences & Diagnostic Solutions di Becton Dickinson. Il titolo di Nvidia ha perso lo 0,52%, dopo una corsa che, la scorsa settimana, gli ha permesso di superare la soglia dei 4.000 miliardi di dollari di capitalizzazione - prima società a esserci riuscita - grazie alla spinta dell'intelligenza artificiale generativa.

 

trump jerome powell

Il titolo di Boeing ha guadagnato l'1,6% ed è stato il migliore sul Dow Jones, dopo che, dalle prime indagini, non sono emersi problemi al velivolo di Air India precipitato lo scorso mese.

 

L’EURO FORTE PENALIZZA L’EXPORT E C’È CHI SPERA NELLA «SVALUTAZIONE»

Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

I mercati hanno reagito ieri alla raffica di lettere di Donald Trump a 23 Paesi e all’Unione europea — tutte con minacce di pesanti dazi — con un’alzata di spalle. Rendimenti dei titoli di Stato dei Paesi avanzati molto lievemente in aumento; borse poco mosse, con lo S&P americano e il Ftse-Mib in crescita a un soffio dai massimi; all’incrocio fra dollaro e euro, che in teoria dovevano essere scossi dal rischio di dazi al 30% sulla maggiore rotta commerciale al mondo, non è successo quasi niente […].

 

trump meloni borsa milano

Donald Trump, in questa fase, sembra aver perso il suo potere di scuotere i mercati.

Le stesse minacce di sanzioni «secondarie» (future) per chi compra petrolio russo hanno innescato una caduta del Brent, l’opposto di ciò che ci si sarebbe attesi se la comunità degli investitori avesse preso il presidente sul serio.

 

Ciò non vuol dire che Trump non abbia avuto un impatto sui prezzi del sistema globale. La scivolata del dollaro degli ultimi sei mesi è la più rapida in un primo semestre dell’anno dal 1973, cioè da quando saltò il sistema monetario di Bretton Woods.

 

christine lagarde e jerome powell al forum della bce a sintra

Dall’inizio dell’anno l’euro si è rivalutato circa del 14,5% sul biglietto verde e ciò significa che la perdita di competitività di prezzo a causa del cambio va molto oltre gli Stati Uniti. In maniera più o meno rigida seguono i movimenti del dollaro le valute — fra gli altri — di Cina, India, Pakistan, Vietnam, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Malesia e Thailandia.

 

Così l’export in euro, ancora prima di calcolare gli effetti dei dazi americani, è diventato più costoso in Paesi che rappresentano circa il 54% dell’economia mondiale. Se si pesa per l’intensità degli scambi, la valuta europea quest’anno si è rivalutata del 7% sulla media del resto del mondo ed è nettamente ai massimi da almeno cinque anni.

 

DONALD TRUMP - WALL STREET

Sembra dunque inevitabile che questo tema arrivi sul tavolo della Banca centrale europea, se non lo ha già fatto. Molti si stanno chiedendo se non possa essere la Bce l’arma segreta dell’area euro per ammortizzare l’impatto dei dazi di Trump […]  manovrando una svalutazione dell’euro attraverso un ulteriore taglio dei tassi (oggi al 2%, dopo una serie di otto sforbiciate in un anno).

 

Ma quanto è probabile?

 

I banchieri centrali europei di certo ridurranno ancora il costo del denaro, dunque potenzialmente anche il tasso di cambio dell’euro, se pensano che non ci sia alcun rischio di inflazione. Certo la stessa forza della moneta unica oggi è un freno al carovita, ma eventuali dazi europei contro gli Stati Uniti spingerebbero in direzione opposta. Per questo la Bce oggi resta alla finestra.

SOSTENITORE DI TRUMP A WALL STREET

 

Vuole vedere come finisce la guerra commerciale e aspetta di leggere le proprie prossime previsioni, a settembre: a quel punto si vedrà che la dinamica dei prezzi […]

jerome powell e christine lagarde al forum della bce a sintradonald trump e la guerra dei daziMARK RUTTE DONALD TRUMP - STUDIO OVALEdonald trump e la guerra dei dazi