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Marco Ferrando per "Il Sole 24 Ore"
Più manager nel prossimo consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo: oggi c'è solo il ceo, domani saliranno da un minimo di due a un massimo di quattro oltre al consigliere delegato, con un verosimile compromesso a tre nel caso in cui - come probabile - il nuovo organo sarà composto da nove membri.
Con la modifica allo statuto approvata ieri dall'assemblea straordinaria degli azionisti convocata a Torino, Intesa Sanpaolo si conferma l'«esperimento pilota» per il duale in Italia, per usare l'espressione del presidente, Giovanni Bazoli. Anche perché il duale, almeno per ora, non è in discussione: «Per una realtà grande e complessa come la nostra, il sistema duale ha dimostrato di funzionare», ha detto ieri Bazoli. «Sappiamo che è un'esperienza innovativa e che riaffiorano delle ipotesi di ritorno al sistema tradizionale, che non vogliamo rifiutare a priori. Ma è l'esperienza che deve decidere, e finora è positiva».
Assemblea rapida, quella di ieri nella sede di Piazza San Carlo , con un'approvazione plebiscitaria (ha approvato il 99,4% dei presenti, pari al 56% del capitale totale), a dimostrazione del fatto che tra i soci forti, in primis le Fondazioni, c'è voglia di procedere senza esitazioni.
Ora, è probabile, si manterrà lo stesso ritmo per il rinnovo degli organi; già nei giorni scorsi Bazoli aveva richiamato la necessità di anticipare l'assemblea per arrivare prima delle elezioni politiche, e ieri - a maggior ragione dopo le esternazioni di Silvio Berlusconi del week end - è tornato sul concetto: «Se ci arriverà una richiesta in questo senso dai nostri azionisti credo sia una cosa positiva a tutela dei loro interessi, della banca e dei mercati», ha detto ieri il presidente della sorveglianza, ricordando l'opportunità che di fronte alle urne «la banca si presenti con gli organi nella pienezza dei suoi poteri», pronti a intervenire - «sperando che non occorra» - nel caso in cui tornasse a salire la tensione sui mercati finanziari.
Proprio il rinnovo degli organi sancirà , di fatto, l'entrata in vigore della nuova governance di Ca' de Sass. Che ora si attende benefici tangibili in termini di efficienza e snellezza: senz'altro dal 2013 non saranno più necessarie quelle 91 riunioni delle commissioni collegate al consiglio di gestione - abolite con la riforma dello statuto - e si eviterà quel «congestionamento» che ha ammesso lo stesso Bazoli, una situazione che finiva per svilire lo stesso consiglio e generare una sorta di asimmetria informativa tra alcuni consiglieri e gli stessi presidenti e il ceo, con i primi più aggiornati di questi ultimi.
Tutti motivi, questi, che hanno ispirato la revisione dello statuto. Certo, si era ragionato di una modifica ancora più radicale con un consiglio di gestione composto di soli manager, ma sui consiglieri indipendenti ci sono i paletti posti dalla legge ma soprattutto da Bankitalia, che chiede siano in prevalenza. Di qui la scelta di compromesso, i linea con le nuove tendenze che «si stanno iniziando a cogliere anche all'estero», ha sottolineato Bazoli.
LE QUOTE ROSA E I RISPARMI
Significativa anche l'introduzione delle quote rosa nei consigli: il 20% di componenti degli organi dovrà essere appannaggio delle donne, e considerato che oggi su 27 posti 26 sono occupati da uomini (l'unica eccezione è quella di Rosalba Casiraghi alla Sorveglianza), di strada da fare ce n'è ancora molta.
Nel corso dell'assemblea alcuni azionisti hanno sollevato anche il tema della conversione delle azioni di risparmio in ordinarie, questione di vecchia data liquidata rapidamente da Bazoli spiegando che non si trattava di un tema all'ordine del giorno. Altro punto caldo, più vicino a quello della governance in discussione ieri, la riduzione dei costi di gestione: qui è intervenuto il ceo Enrico Cucchiani, comunicando che le spese amministrative «nel corso di questo anno sono diminuite del 4,4%, ovvero per circa 99 milioni». «Si tratta di una riduzione assai consistente», ha detto Cucchiani, specificando che a contribuire al risparmio sono state per lo più le consulenze, ridotte del 41,4 per cento.
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