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La notizia ha fatto rumore soprattutto in via Solferino, alla vigilia del nuovo piano editoriale del gruppo che, ancora una volta e in mancanza d'idee reali di rilancio si annuncia, come sempre, "lacrime e sangue" per i giornalisti del Corrierone. Martedì si è dimesso il direttore generale della Divisione Quotidiani dell'Rcs Media Group, Giulio Lattanzi.
Fin qui nulla di nuovo sotto il cielo di carta dell'ex Rizzoli dove i manager s'alternano allegramente al comando intascando all'uscita liquidazioni milionarie. L'elenco dei vincitori della Lotteria Solferino degli ultimi anni ormai ha superato quota venti. Una riffa che all'azienda è costata, appunto, una tombola. Qualcuno ha calcolato che superebbe i 150 milioni di euro il costo di questa Sprecopoli che deve essere sfuggita ai Gabibbo alle vongole, Rizzo&Stella. Paladini della morale (altrui).
L'ultimo vincitore uscito sulla Ruota della Fortuna rizzoliana è stato l'ex ad, Antonello Perricone con un monte premi superiore ai 3 milioni di euro. E a tanto equivalerebbe il bonus destinato all'attuale direttore Flebuccio de Bortoli se ad aprile lascerà la stanza Albertini al suo collega de "la Stampa", Mariopio Calabresi.
L'addio di Lattanzi da uno dei posti chiave dell'azienda ha, però, ragioni più nobili.
Il manager ha sbattuto la porta a causa dei forti contrasti sul piano editoriale con il neo amministratore delegato, Pietro Scott Jovane. Una decisione drastica la sua che, di fatto, indebolisce ulteriormente la posizione di Flebuccio de Bortoli che nei mesi scorsi si era battuto, senza successo, perché Lattanzi, uno dei pochi esperti di editoria, venisse nominato amministratore delegato.
Fuori Lattanzi che, almeno a quanto si sussurra in via Solferino, non voleva passare per un tagliatore di teste (giornalisti e poligrafici) ai rami bassi di un albero che rischia di crollare per il peso dei debiti spagnoli (Recoletos ed "El Mundo").
Al suo posto arriva, comunque, un uomo che già ha lavorato al "Sole 24 Ore" con de Bortoli, l'ad della Rcs Libri, Alessandro Bompieri.
Un altro segnale questo che potrebbe anticipare un ridimensionamento del settore libri dopo la vendita a Gallimard di Flammarion. E stavolta sembra ballare anche la presidenza di Paolino Mieli.
Tant'è. Nonostante le (ri)assicurazioni della direzione, un'altra cinquantina di redattori del "Corriere della Sera" dovrebbe così fare le valigie verso il pensionamento anticipato. Ma la mannaia di Scott(o) Giovane si abbatterà soprattutto tra le maestranze dei periodici. Con la chiusura ormai certa di numerose testate (da "Il Mondo" ad "A") diventerà critica la posizione di un centinaio di giornalisti (e collaboratori) che mercoledì si sono riuniti in assemblea in via Rizzoli sollecitando un pacchetto di 10 giorni di sciopero.
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PIETRO SCOTT JOVANE
SEDE CORRIERE DELLA SERA
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