MARPIONNE A SAN PATRIGNANO: IL CAPO DELLA FIAT SI DEFINISCE “DROGATO DI CAPITALISMO” E LANCIA LA SFIDA AGLI ALTRI COSTRUTTORI SUL CAPITALE FISSO: NE CONSUMIAMO TROPPO, UNIAMO PRODUZIONE, RICERCA E SVILUPPO

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Salvatore Cannavò per il “Fatto Quotidiano

 

sergio marchionnesergio marchionne

È proprio da certi particolari che si giudica uno come Marchionne. Magari non l’altrui - smo, né il coraggio, sicuramente la fantasia. Nessun altro manager di un grande gruppo automobilistico avrebbe accompagnato la pubblicazione dei risultati trimestrali con un documento- manifesto dal titolo Confessioni di un drogato di Capitale , “Confessions of a Capital Junkie” in inglese. Il Capitale ha la “c” maiuscola, come quello di Marx e l’occhio cade soprattutto sul secondo termine, “junkie”, drogato, fanatico, fissato.

 

 Il documento è una sfida lanciata agli altri gruppi automobilistici mondiali e contiene un messaggio diretto e semplice: divisi “consumiamo” troppo capitale fisso e bruciamo troppo valore per gli azionisti. Unendoci, anzi unendo le nostre piattaforme di base (non per forza il brand o le reti di vendita) avremo “benefici impossibili da ignorare”. Per la Fca, il manager stima in 4,5 miliardi di euro l’anno i risparmi possibili dall’integrazione dello sviluppo produttivo e dal costo di Ricerca e Sviluppo. Un boccone allettante.

 

L’ad della Fca smentisce, quindi, di appassionarsi solo di ingegneria finanziaria e ribadisce l’attaccamento alla struttura, alla produzione e al ruolo che il capitale fisso gioca nell’economia capitalistica. Il piccolo documento, 25 pagine di grafici e slides facilmente consultabili (lo si trova sul sito di Fca group), sembra redatto da chi si è appena iniettato pagine e pagine di Ricardo e Marx, inalando la teoria della sovrapproduzione che falcidia il plusvalore netto e lordo.

MARCHIONNE MONTEZEMOLOMARCHIONNE MONTEZEMOLO

 

Il papier che il “nostro” consegna ai lettori sembra pensato per spacciare una visione futurista agli altri manager dell’automotive mondiale. Marchionne come un buon dealer, smercia una passione per la vecchia missione del perfetto manager, rilanciando con uno strumento accattivante, una sua vecchia battaglia.

 

PRIMA DI PRENDERE GRATIS la Chrysler da Barack Obama, infatti, aveva già parlato della necessità di asciugare il numero dei produttori mondiali e quantificava nel 20 per cento la sovraccapacità produttiva europea. “Tutti dovrebbero tagliare”, diceva nel 2012. Oggi la prende da un altro lato, propone di lavorare sull’abbattimento del costo in conto capitale per investimenti, ricerca e capitale fisso pari a 122 miliardi nel 2014 per le prime 11 marche mondiali. E la visione è così ampia, l’effetto della “droga” così potente da prefigurare, senza scherzare, alleanze anche con colossi come Apple e Google se le altre case automobilistiche non lo seguiranno.

 

RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLERRENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER

Del resto, il suo report si conclude esaltando il ruolo individuale: “È questione di stile di leadership e di capacità”. Il Belli avrebbe aggiunto “io so io e voi...”, ma Marchionne parla inglese. Da segnalare, però, la premessa del documento, scritta, evidentemente, fuori dall’effetto “droga da capitale”: “Questo documento contiene termini come ‘forse’, ‘potrebbe’, ‘stima’, ‘crede’, ‘prevede’ e similari”. Si riferiscono a eventi e circostanze “che potrebbero anche non verificarsi in futuro”.

 

QUALSIASI PREVISIONE , quindi, va compresa all’interno del “presente documento” e non impegna in alcun modo l’azienda. Insomma, io parlo di futuro e confesso le mie visioni. Però, non credeteci davvero.

RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLERRENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLERrenzi e marchionne al council on foreign relations  renzi e marchionne al council on foreign relations RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLERRENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER