DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratto dell'articolo di Francesco Spini per “La Stampa”
Si vanno formando gli schieramenti in campo in vista della grande battaglia (tutta finanziaria) d'autunno che avrà al centro il prossimo assetto del consiglio di Mediobanca. Dopo che l'attuale cda due giorni fa ha svelato la lista dei suoi quindici candidati che possono ambire però a un massimo di 12 posti (contando che 3 andranno alle minoranze), sale l'attesa per le mosse di Delfin.
La finanziaria della famiglia Del Vecchio sta infatti lavorando alla presentazione di una lista di minoranza da 5 posti. Sarà composta da soli candidati indipendenti, scelti tra personalità di alto profilo. Tra i nomi fin qui circolati perdono peso i «banchieri», come l'ex ministro dell'Economia e attuale chairman Cib Emea di Jp Morgan, Vittorio Grilli, e del presidente di Lazard Italia, Flavio Valeri.
A contrastare un loro possibile ingresso ci sarebbe tra l'altro l'ostacolo ricordato nelle indicazioni quali-quantitative formulate dal consiglio uscente sulla composizione del futuro cda. In particolare si «raccomanda» che il candidato «non si trovi in una delle situazioni» di conflitto di interessi previste dal codice civile quali essere «socio illimitatamente responsabile o amministratore o direttore generale in società concorrenti con Mediobanca» ovvero «esercitare, per conto proprio o di terzi, attività in concorrenza con quelle esercitate da Mediobanca». Tanto Jp Morgan quanto Lazard sono concorrenti di Piazzetta Cuccia e si porrebbe la questione di una scelta tra le poltrone.
Ricorrono poi altre ipotesi. Una riguarda Sabrina Pucci, docente di economia aziendale a Roma Tre, già vista nello scorso consiglio delle Generali da cui, a inizio 2022, si era dimessa subito dopo Francesco Gaetano Caltagirone e Romolo Bardin (ad di Delfin), ai tempi in rotta di collisione con il cda triestino. E c'è quella di Sandro Panizza, ex manager delle Generali, oggi commissario straordinario di Eurovita.
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C'è però un'incognita che aleggia su Delfin e sono i dissapori sull'eredità di Leonardo Del Vecchio su cui non si è ancora trovato un accordo e che, secondo indiscrezioni riportate da Repubblica, stanno agitando la finanziaria dove i soci non trovano unità di vedute nemmeno sul dividendo.
Al momento, a quanto risulta, i problemi nella holding non dovrebbero avere ripercussioni sulle mosse in Mediobanca, che hanno visto compatto il cda sebbene i figli di Del Vecchio, secondo le ricostruzioni, non ne sarebbero stati preventivamente informati. […]
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