DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marigia Mangano per il Sole 24 Ore - Estratti
Quattro paginette, sette articoli e un elenco di reciproci impegni. È l’«Accordo di Cooperazione» presentato da Mediobanca ai suoi principali azionisti, il gruppo Delfin (20%) e il gruppo Caltagirone (10%) per redigere una lista unica in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione della banca di fine ottobre.
La proposta di intesa, firmata dal Ceo di piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, in realtà un ultimatum, è stata rifiutata dalla società lussemburghese che fa capo agli eredi di Leonardo Del Vecchio ed è guidata oggi da Francesco Milleri. Allo stato attuale, si apprende, non sarebbe invece ancora agli atti la risposta ufficiale del socio Francesco Gaetano Caltagirone, anche se l’impressione è che a stretto giro arriverà e definirà la proposta come irricevibile.
Il documento, consultato da Il Sole 24Ore, si inserisce nella faticosa trattativa per la creazione di una lista unica da parte del cda e dei suoi principali azionisti. Trattativa che, secondo molti osservatori, è oramai definitivamente tramontata, anche perché i tempi sono strettissimi: lunedì 18 si riunirà il comitato nomine di Mediobanca e due giorni dopo, mercoledì, sono attese le liste ufficiali.
Il tentativo di trovare una intesa condivisa si è infatti arenato di fronte a due questioni chiave su cui le parti coinvolte sono apparse da subito irremovibili: la candidatura di Renato Pagliaro alla presidenza di piazzetta Cuccia, opzione bocciata a più riprese da Delfin e Caltagirone, e gli impegni straordinariamente stringenti richiesti da piazzetta Cuccia ai soci in cambio dell’apertura della lista stessa a quattro rappresentanti in cda, fino a tre per Delfin e uno per l’imprenditore romano. Per capire la complessità delle negoziazioni basta scorrere il documento del patto proposto da Nagel.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET
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