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ORCEL NON SI FA PRENDERE IN CASTAGNA – L’AD DI UNICREDIT RISPONDE COLPO SU COLPO A QUELLO DI BANCO BPM, CHE IERI HA RILANCIATO L’OPA SU ANIMA PRESENTANDO IL PIANO INDUSTRIALE. E FA NOTARE COME LA CRESCITA DELLA BANCA DIPENDA DALL’ACQUISIZIONE DELLA SGR, CHE PERÒ NON È SCONTATA: “IL RILANCIO? LA NOSTRA OFFERTA È STATA FATTA SENZA AVERE CERTEZZA DELL’ESITO DELL’OPA SU ANIMA. IL PREZZO OFFERTO TIENE CONTO DELLE SPECULAZIONI CHE HANNO INTERESSATO IL TITOLO. PIANI FATTI IN CERTE CONDIZIONI TENDONO AD ESSERE PIUTTOSTO OTTIMISTICI. IL PROBLEMA DI PIANI OTTIMISTICI È L’ESECUZIONE…” – “GENERALI? È UNA PARTECIPAZIONE FINANZIARIA, NON UN OBIETTIVO. MEDIOBANCA? NON ABBIAMO NEPPURE UN TITOLO…”

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Estratto dell'articolo di Fabio Tamburini e Luca Davi per “il Sole 24 Ore”

 

ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE

Commerzbank? «Noi siamo stati invitati, poi la posizione è cambiata ma siamo rimasti in partita e siamo fiduciosi». Bpm? «Resta l’altra opzione industriale strategica perché le nostre radici sono e resteranno in Italia».

 

Generali? «È una partecipazione tra il 4 e il 5% maturata nel tempo, perché una quota così non s’improvvisa, è una partecipazione importante ma finanziaria, non è un obiettivo di per se in quanto non vi è valenza industriale». Mediobanca? «Non abbiamo neppure un titolo».

 

TORRE UNICREDIT A MILANO

All’indomani della presentazione dei conti relativi al 2024, anno che si chiude con un utile record di 9,7 miliardi e 9 miliardi di distribuzioni agli azionisti, l’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, commenta così, in questa intervista con il Sole 24 Ore, alcuni dei principali temi di attualità che stanno coinvolgendo la banca.

 

[…] Le fusioni però possono accelerare la vostra crescita, ed è per quello che siete al centro dei giochi che vi vedono impegnati su più fronti, dall’Italia alla Germania.  Partiamo da Commerzbank: non avete osato troppo puntando sul mercato bancario tedesco?

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI

Nessuna sfida, ci siamo fatti avanti perché invitati, con tutte le attenzioni ed il rispetto del caso. È altrettanto vero che non ci siamo poi fatti fermare dal rapido cambiamento di attitudine. Abbiamo portato a termine la prima fase arrivando a ridosso del 30% e ci siamo fermati aspettando di poter discutere dei fatti e benefici dell’operazione, che sono indubbi, con il nuovo governo ed i vari stakeholders.

 

C’è spazio per l’entrata sul mercato tedesco?

Certamente si. Noi ci siamo già da tanti anni e abbiamo già dimostrato di poter vincere ed aggiungere valore sia nel Mittelstand che nei segmenti affluente e private, dando supporto al sistema tedesco. Sicuramente è un mercato sotto attacco da banche straniere sia europee che americane, che negli ultimi hanno espanso il proprio perimetro commerciale.

 

Commerzbank

A Commerzbank può far gioco l’arrivo di Unicredit?

Secondo noi sì. E’ una banca che non brilla nei propri risultati da lungo tempo: non hanno dimostrato di avere né una visione né una strategia chiara, sembra non abbiano fatto investimenti importanti in tecnologia, rete e fabbriche. Noi abbiamo dimostrato di poterlo fare e bene. Insieme, avremmo maggior massa critica nei segmenti da noi mirati e le leve per competere e vincere.

 

Quando si decideranno i destini della vostra entrata in Commerzbank?

Non credo nel breve: tra fine 2025 o inizio 2026.

 

GLI INTRECCI DELLA FINANZA ITALIANA

Intanto, nei giorni scorsi avete inviato i documenti relativi al Golden Power su BancoBpm. Tra le possibili contropartite, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe esserci quella dell’uscita dalla Russia. Conferma? Se il governo vi chiedesse di anticipare i tempi di uscita accettereste?

Bisognerebbe definire quello che vuol dire “uscire”. Ad oggi le regole limitano molto il panorama di compratori accettabili. Continuiamo ad eseguire il nostro piano di compressione decisa ma ordinata delle nostre attività e i risultati parlano da soli: come mostrato nella presentazione abbiamo ridotto l’esposizione cross border del 94% e le attività della controllata del 90% circa (sia in termini di prestiti che di depositi). Prevediamo che la Russia contribuisca marginalmente nel 2027.

 

SEDE DI BANCO BPM A PIAZZA MEDA - MILANO

Ci siamo ora anche allineati a quanto richiesto dalla Bce. In uno scenario estremo di nazionalizzazione, la Russia ha un impatto marginale sul nostro capitale. Una quota ampiamente assorbibile.

 

Però intanto qualcuno vi accusa di non essere una banca italiana. Come risponde?

Che è ridicolo. Noi siamo una banca italiana. La nostra sede è e rimarrà in Italia e sono pronto a difenderla con tutto me stesso. L’ho detto pubblicamente anche in Germania. E faccio quello che dico. Altro tema: il risparmio degli italiani.

 

ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE

Poco a poco abbiamo riportato nella diretta gestione della capogruppo italiana il controllo delle fabbriche prodotto che gestiscono i prodotti di risparmio e continueremo in questa direzione.

 

L’iniziativa con l’italiana Azimut è solo un esempio senza contare gli investimenti che abbiamo fatto in Italia negli ultimi anni.

 

Delfin è vostra azionista. Sono circolate indiscrezioni, smentite, di un possibile disimpegno. Fonti vicine alla holding esprimono fiducia in lei e nei suoi risultati. Sarebbe stupito di un loro disimpegno?

Delfin è un azionista che ci ha seguito per tanto tempo, sempre a fianco della banca dalla privatizzazione in poi.

 

commerzbank 5

Avendo in corso diverse partite in cui possono servire risorse, potrebbero considerare UniCredit, sui cui titoli stanno facendo plusvalenze elevate.

 

Detto ciò, ad oggi, sono restati con noi e hanno avuto ragione se guardiamo al ritorno sull’investimento. Mediobanca-Mps.

 

Su questo fronte ha ribadito che la parola spetta al mercato. Rispetto alla vostra strategia serve un chiarimento. È stato scritto di una vostra partecipazione anche in Mediobanca.

 

unicredit in russia

È vero? Siete entrati in partita?

Non abbiamo partecipazioni in Mediobanca, né abbiamo intenzione di acquistarne. Non è una partita per noi.

 

In vista dell’Ops Bpm dovrete convincere gli investitori. Tra questi un ruolo decisivo lo avrà Amundi, controllata dal Credit Agricole, socio a sua volta di BancoBpm con il 15% ma proiettato verso il 20%. A che punto sono le trattative?

Sin dal 2021 abbiamo detto che il contratto con Amundi per la gestione del risparmio sarebbe stato rispettato (come potrebbe essere altrimenti?) ma che a scadenza nel 2027 avremmo deciso quanto a noi più conveniente. Entrambe le parti possono decidere il da farsi nel frattempo.

 

banco bpm

Per quanto riguarda il Crédit Agricole, sono una controparte importante. Oggi qualsiasi dialogo deve attenersi a regole chiare dell’Ops. Ad oggi non vi è nulla di più e noi procediamo per la nostra strada.

 

Agli analisti ha affermato di non avere «mai escluso fin dal primo giorno» un possibile rilancio nell’offerta Bpm. Da che cosa dipenderà questa decisione?

Ieri Bpm ha fatto un rilancio su Anima... La nostra offerta su Bpm è stata fatta senza avere certezza dell’esito dell’Opa su Anima e della relativa percentuale di adesione.

 

CREDIT AGRICOLE

Il prezzo offerto tiene conto delle speculazioni di M&A che hanno interessato il titolo in questione.

 

Infine siamo stati chiari che volevamo vedere la performance della banca nei successivi trimestri. In funzione di tutto questo decideremo il da farsi. È prematuro parlarne.

 

Bpm ha presentato risultati record sul 2024 e ha promesso 7 miliardi di dividendi nel triennio. L’asticella per voi si alza...

Come prevedibile, piani fatti in certe condizioni tendono ad essere piuttosto ottimistici. Il problema di piani ottimistici è l’esecuzione, in particolare con uno scenario macro avverso ed in una dimensione autonoma.

 

philippe donnet

La nostra visione è chiara: Bpm è una banca complementare, non c’è sovrapposizione nella rete e per i clienti. E grazie a questa acquisizione saremo in grado di dare ancora più supporto alle Pmi e al retail.

 

Il timore di molti osservatori però è che dalla fusione possono esserci rischi di una contrazione dei crediti sul territorio. Uno più uno in questi casi non fa mai due.

[…] L’acquisizione di Bpm non può fare altro che accelerare ulteriormente quanto intendiamo già fare.

 

GENERALI

Non solo non ci aspettiamo problemi di “concentrazione” ma intendiamo crescere ulteriormente, cosa che volevamo già fare stand alone. Possiamo farlo data la nostra forza patrimoniale, creditizia e su prodotti e servizi. Tutto ciò ci consentirebbe di poter investire ancora di più in Italia. Ecco perché per noi è un’operazione sensata e ragionata. Continueremo comunque a investire in Italia.

 

Se guardate alla nostra rete e più in generale all’intero network commerciale abbiamo dato fiducia nelle nostre persone, abbiamo dato loro deleghe, prodotti, supporti digitali e abbiamo investito centinaia di milioni anche in formazione e mettendo il team di UniCredit nelle condizioni di offirire il meglio per i nostri clienti. Faremo la stessa cosa in Bpm. Commerz, Bpm, ora anche Generali.

 

Sicuro di non aver messo un po’ troppa carne al fuoco?

commerzbank 4

No, non credo. Le prime due sono operazioni strategiche ragionate che non si sovrappongono e che verrebbero sequenzialmente eseguite da squadre diverse in paesi diversi, in entità legali differenti. Generali è una partecipazione importante ma finanziaria, senza risvolti industriali.

 

Di certo, la vostra offerta ha fatto scattare un effetto domino sul mercato. Che scenario bancario vede in questo senso per il mercato bancario italiano? Mi sento di dire una cosa. Da decenni il sistema finanziario italiano è bloccato e deve invece trovare una stabilità maggiore, in una maniera o nell’altra. Le operazioni in atto potrebbero dargliela e far ciò in modo trasparente attraverso il mercato dando maggior forza finanziaria all’Italia.

amundi - asset managementCREDIT AGRICOLE

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