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OVS E UNIGROSS SI VOGLIONO PAPPARE CONBIPEL - I DUE GRUPPI VOGLIONO METTERE LE MANI SUI CENTO NEGOZI DELLA CATENA IN SOFFERENZA FINANZIARIA: I PUNTI VENDITA PIÙ GRANDI, CIRCA UNA CINQUANTINA, ANDREBBERO A OVS CHE POTREBBE POI TRASFORMARLI IN NEGOZI CON I MARCHI DELLA CASA, TRA CUI UPIM. QUELLI DI DIMENSIONI PIÙ CONTENUTE DOVREBBERO ESSERE ASSORBITI DA UNIGROSS – MA L’OFFERTA NON È L’UNICA SUL PIATTO E…

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Estratto dell’articolo di Daniela Polizzi e Francesco Bertolino per il "Corriere della Sera"

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Ovs e Unigross preparano un’offerta congiunta per Conbipel, storica catena di abbigliamento con sede a Cocconato d’Asti, finita in tensione finanziaria. L’idea di unire le forze, secondo quanto emerge, consentirebbe ai due gruppi di rilevare l’intero perimetro dell’azienda che include circa cento negozi e i relativi dipendenti.

 

Secondo lo schema, i punti vendita più grandi, circa una cinquantina, andrebbero a Ovs che potrebbe poi trasformarli in negozi con i marchi della casa (tra questi Upim). Mentre quelli di dimensioni più contenute dovrebbero essere assorbiti da Unigross, sede a Pescara, di proprietà della famiglia Massullo che avrebbe allo studio il rilancio del brand.

 

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Il progetto prevede un piano industriale di sviluppo sul mercato del retail della storica azienda piemontese conservandone il marchio.

 

[…] La loro offerta, a quanto filtra, non sarebbe l’unica perché in campo ci sarebbe ancora l’attuale proprietario, la londinese Eapparels, controllata dal fondo di Singapore Grow Capital.

 

Eapparels aveva rilevato il marchio e i negozi Conbipel a maggio del 2022 dall’amministrazione straordinaria in un’operazione da 7,8 milioni, finanziata per 4 milioni dalla società inglese e per 3,8 milioni dal fondo Salva Imprese gestito da Invitalia, tuttora azionista al 49% del gruppo.

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L’interesse di Ovs per Conbipel rientra nei piani di espansione del gruppo guidato dal ceo Stefano Beraldo che conta 1.200 negozi, un fatturato di oltre 1,5 miliardi e ha già rilevato Goldenpoint, Stefanel e Upim. Da ultimo, la società ha guardato anche il dossier Coin, anch’essa in crisi, ma la pista in queste settimane sembra essersi raffreddata.

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